Introduzione Tra i prime-mover dell’heavy-metal tricolore, i Fil di Ferro si formano nel 1979 a Torino per mano del batterista Michele De Rosa e dal bassista Bruno Gallo Balma, ma pubblicano l’esordio discografico solo nel 1986; “Hurricanes” è un album di puro heavy-metal che prende il nome dal gruppo di bikers frequentato dalla sezione ritmica della band e che può vantare la presenza dietro il mixer di Beppe Crovella (già tastierista degli Arti & Mestieri e, successivamente, dei Calliope). Passano solo due anni e i Fil di Ferro tornano sul mercato discografico con l’album omonimo. Successivamente, nonostante frequenti cambi di line-up, la band continua la propria attività, seppur più sporadicamente, dando alle stampe altri tre album e continuando ad infiammare le assi dei palchi italiani. Nel 2015 la band accoglie Paola Goitre alla voce e recentemente è ritornato in formazione il chitarrista Miky Fiorito. Abbiamo avuto l’occasione di fare una bella chiacchierata con tutti e quattro i musicisti della band. |
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Intervista A&B: Lessi per la prima volta dell’esistenza dei Fil di Ferro nella sezione dedicata al metal tricolore (curata da Beppe Riva) dell’enciclopedia Hard & Heavy pubblicata in Italia nel 1991 e ho sempre trovato affascinante il vostro nome, semplice, efficace e non anglofono: a chi è venuta l’idea? Michele: E’ un’idea che ci è venuta nel 1979, quando abbiamo cominciato a suonare: ci abbiamo pensato su per un po’ di tempo e a qualcuno (ma non ricordo a chi) è venuta l’idea “Fil di Ferro”: ci siamo fatti una gran risata, ma poi ci siamo detti “perché no?!”. Dopo due mesi da quando abbiamo cominciato a suonare i nostri pezzi in giro per locali, il nome “Fil di Ferro” è diventato subito molto noto, per cui non l’abbiamo più tolto! E in più è anche un nome italiano! Micky: A me avevi detto che l’avevate scelto perché il ferro è un materiale duttile ma resistente! Michele (ride): No, non è per quello…l’abbiamo tenuto perché è un nome italiano e all’estero nessuno si chiama così! A&B: L’heavy-metal e i bikers sono due movimenti strettamente correlati tra loro nel segno della libertà: per voi che li avete abbracciati entrambi, cosa significa oggi questa parola? Michele: Oggi è cambiato un po’ tutto: all’epoca eravamo completamente fuori dagli schemi e la libertà per noi significava non farsi comandare da nessuno, andare in moto e suonare rock e comunque il mondo dei bikers era naturalmente portato ad ascoltare metal. Io ho anche fondato uno dei primi gruppi di bikers italiani, gli Hurricanes. A&B: Cos’è cambiato dal suonare metal nei primi anni ‘80 a farlo nel 2017? Miky: Personalmente sono da poco ritornato con la band dopo 8 anni: da compositore della band, rispetto agli anni’90, ora mi ritrovo a comporre in modo differente, con accordature diverse, molte accelerazioni e decelerazioni: il pubblico metal è cambiato e bisogna offrirgli un mix tra la musica degli anni ‘80 e quella odierna, anche se non certo à la Dream Theater, perché il nostro suono arriva da quello di gruppi come Saxon e Iron Maiden. A&B: Visto che avete vissuto in pieno quel periodo, qual è la differenza sostanziale tra il pubblico metal degli anni ’80 e quello odierno? Miky: Il pubblico degli anni ‘80, ma anche quello dei ‘90, era sicuramente più attento, oggi invece c’è un mercato talmente inflazionato da nuovi stili che si fa più fatica da orientarsi. A&B: Se doveste descrivere la vostra musica a parole, quali utilizzereste? Paola: Per me la parola chiave è “metal”! Michele: Per me “energia” Miky: Per me “rock”, “hard-rock” e “metal”, insomma la summa di queste tre influenze. Gianni: “Botta da paura”! A&B: Come mai avete scelto il vostro simbolo nella figura del licantropo? Michele: Alla fine degli anni ‘70 sul serbatoio della mia moto c’era disegnato un licantropo, perché io, come credo quasi tutti i musicisti, sono sempre stato una persona mutevole: quando sono su un palco sono diverso rispetto, per esempio, a quando lavoro e mi sentivo appunto come un licantropo. A&B: Siete in giro dal 1979 e siete stati tra i primi a suonare questo genere in Italia, eppure in pochi oggi si ricordano di voi: quando si parla di metal italiano il vostro non è uno dei primi nomi che affiora. Per quale motivo oggi ci si ricorda meno di voi rispetto, per esempio, a nomi quali Strana Officina, Death SS e Vanadium? Michele: Intanto perché suoniamo meno degli altri gruppi che hai citato, soprattutto per il fatto che i locali pagano poco e questo mi dà abbastanza fastidio e poi perché dai primi anni ’90 la nostra casa discografica, che inizialmente aveva investito molto su di noi, con un contratto per 7 dischi in 7 anni, smise di seguirci e pubblicare degli album senza un supporto era diventato molto difficile. Miky: La nostra casa discografica aveva investito molto denaro su tanti gruppi (come gli ex- Clandestino di Ligabue), ma forse ha sbagliato dei calcoli ed è fallita. Michele: Avevamo tutto pagato: aerei, auto, hotel, abbiamo lavorato con Pete Hinton, produttore di band quali Saxon, Demon e Picture e con Guy Bidmead, ingegnere del suono dei Motörhead, ma poi questa etichetta è misteriosamente fallita, per cui ci siamo ritrovati in mezzo alla strada e, suonando del metal cantato in lingua inglese in Italia, successivamente è stata molto dura. A&B: Cosa vi spinge, dopo tanti anni, continuare a salire sui palchi italiani per proporre la vostra musica? Michele: Unicamente per il piacere di fare musica, anche perché senza musica io non saprei come fare! Miky: C’è solo una parola: passione! Michele: Infatti c’è un nostro album che si chiama “It Will Be Passion”! A&B: Paola Goitre è da qualche anno la vostra nuova cantante; come mai la scelta è ricaduta su di lei? E’ abbastanza raro, per una formazione di puro heavy-metal come la vostra, avere una donna alla voce… Michele: Infatti a noi non è mai piaciuto avere una donna come cantante: la prima volta che si presentò alle prove io le dissi che a me le donne dietro a un microfono non mi andavano molto a genio (ride), ma lei è stata umile ed educata a non mandarmi a quel paese! Gianni: In realtà è stata colpa mia, infatti sono io che ho insistito affinchè prendessimo Paola, anche solo per cambiare qualche cosa nella nostra musica, in quanto una voce diversa ti costringe in qualche modo a cambiare! Michele: Comunque Paola è un vero animale da palco! Miky: Quando sono ritornato nel gruppo dissi: “Torno perché Paola ha le palle!” A&B: Paola, da quando sei arrivata nei Fil di Ferro qual’è stato il momento più appagante? Paola: Io ero una loro fan e li ho visti tante volte dal vivo e quando mi hanno chiesto se volevo entrare nella band ho provato una grande emozione, infatti la prima volta declinai l’invito in quanto non me la sentivo, poi invece sono ritornata sui miei passi e tutte le volte che suoniamo dal vivo ho i brividi! E comunque sapere di essere riuscita in qualche modo a rimettere insieme la band con Ricky, beh, per me è stata una cosa bellissima! A&B: Con questa line-up, oltre a i concerti, avete in progetto l’incisione di un album? Paola: Micky non è qua per caso: è un ottimo chitarrista, ma pure un validissimo compositore e ci ha promesso di fare un album, infatti ci stiamo lavorando sopra e abbiamo già diversi pezzi pronti. A&B: Ci saranno delle differenze rispetto a quello che avete fatto in passato? Paola: Il metal ci sarà sempre, ma sarà sicuramente un po’ più moderno, con numerosi cambi di tempo e poi i nuovi pezzi prevedono un cantato anche su tonalità più basse, cosa che a me piace molto. A&B: Donne che cantano metal classico ce ne sono poche: nell’immaginario collettivo il metal (soprattutto quello più classico e incontaminato) è considerato un po’ un genere musicale maschilista; cosa ne pensi a riguardo? Paola: Io sono una metallara da quando ho 17 anni e seguo concerti in italia e anche in Europa da sempre: in passato, quando ho cominciato a cantare, ho riscontrato una certa ostilità nei confronti delle donne, ma oggi non credo ci siano sostanziali differenze e comunque non mi preoccupo di quello che pensa la gente e faccio quello che più mi piace. Gianni: Aggiungo anche che Paola quando canta i brani dei Fil di Ferro, non fa come la maggior parte delle ragazze, cioè non imita i cantanti metal uomini, ma canta rimanendo sé stessa; se vogliamo è come paragonare Giorgia a Gianna Nannini: tutte le cantanti cercano di imitare Giorgia, ma sono pochissime quelle che cantano come la Nannini! Paola ha un suo personale modo di cantare che ci sembra molto adatto per l’heavy-metal, se no non sarebbe qui con noi! E poi un aspetto fondamentale risiede nel fatto che Paola è una vera musicista…e noi la trattiamo come un uomo! (Ride) A&B: Hai trovato difficoltà a cantare i brani più vecchi? Paola: No, tutt’altro, io adoro i pezzi vecchi! Anzi mi hanno dato la libertà di riprendere brani che non facevano da un po’ di tempo e io mi sono divertita molto nel reinterpretarli. Gianni: Abbiamo da poco inciso un demo registrato in presa diretta con cinque brani che suoniamo dal vivo. Micky: Sì, abbiamo inciso questo promo da portare in Germania per fare ascoltare la sua voce e ho risuonato quei pezzi con un’energia ancora maggiore proprio grazie a Paola! Gianni: Con Paola facciamo veramente musica, è come noi! Michele: Ok, la teniamo…via! (risate) A&B: Micky, visto che sei il compositore del gruppo, dove trai la tua ispirazione? Ci sono dei momenti nei quali le idee scaturiscono meglio? Michele: Ok, noi andiamo al bar…(risate) Micky: In questo momento da un lato sono felice perché sono ritornato nei Fil di Ferro, lavoro anche con altre band e faccio questo di lavoro, però dal punto di vista personale sto vivendo un periodo molto difficile e questo mi dà più energia per comporre, quindi in qualsiasi momento della giornata, se mi viene in mente un riff, mi ritaglio un po’ di tempo e finisco un pezzo in mezzora! A&B: Perché secondo te spesso è proprio durante i periodi peggiori della propria vita che un musicista riesca a dare il meglio di sè? Micky: Ti rispondo con una domanda: il blues da dove è scaturito? Michele: Già, quando uno soffre compone sempre meglio, sia la musica che, soprattutto le liriche… (rivolgendosi a Paola) lei non soffre…(risate) e compone bene sempre! A&B: Grazie ragazzi, è stata un’intervista piacevole e d’ora in poi spero di vedervi sempre più spesso sui palchi italiani! Michele: Grazie a voi! |