Taranto, 14 Aprile 2015 - Palamazzola
Passa da Taranto la quarta tappa de “L’’Amore comporta tour 2015” di Biagio Antonacci. Alle ore 21.00, con una puntualità svizzera ed in un palazzetto stracolmo, il riff di “Start me up” dei Rolling Stones introduce la splendida “Tra te e il mare” e segna l’inizio del concerto. Il cantante si schiera in formazione allineata insieme ai tre chitarristi e al bassista, quasi a voler creare un “muro del suono” fisico. Alle spalle del batterista c’è un megaschermo centrale disegnato a mo’ di tablet, oltre ad altri quattro schermi più piccoli. Sopra il palco alcune sfere sospese ricostruiscono un sistema solare con tanto di luna e pianeti. Biagio è in grande forma, vestito in maniera molto semplice (jeans e t-shirt), non sta fermo un attimo ed è quasi impossibile scattargli una foto che non venga mossa. L’artista corre e salta spostandosi con stupefacente agilità dal palco centrale alle pedane circolari che si snodano come un serpente in mezzo al parterre. I primi brani, dal suono potente e compatto, scorrono velocissimi; infatti, solo pochi secondi separano il finale di “Mi fai stare bene” dall’attacco de “L’amore comporta”. Sullo schermo le immagini fanno da cornice alle parole, tutto è studiato per creare un’atmosfera romantica e suscitare emozioni. Si prosegue con “Hai bisogno di me” e “Il cielo ha una porta sola”, poi è la volta di “Ti dedico tutto”, vera bomba di energia e grinta. La sezione ritmica è impeccabile con Mattia Bigi (ex bassista degli Extrema) e Mika Ronos (batterista scovato su You-tube dallo stesso Antonacci), che non sbagliano un colpo. Quando inizia “Se è vero che ci sei”, “i pianeti” della scenografia si abbassano, questo brano si fa notare per la finezza dell’arrangiamento (tra le linee melodiche si può cogliere la citazione di “Broken Wings” dei Mr. Mister). Sulle note di “Non è mai stato subito”, tutti i presenti cantano e partecipano attivamente. Antonacci è un vero trascinatore, passa da una pedana all’altra e stringe le mani alle fan scatenate. Il finale del pezzo è una vera sorpresa, i due chitarristi (Massimo Varini e Gabriele Fersini) si lanciano in una serie di scale di stampo neoclassico e suonano nota per nota la parte solista di “Burn” dei Deep Purple. Segue un assolo di batteria piazzato in modo “strategico” per consentire un cambio d’abito, infatti il cantante si ripresenta in una mise elegante, con giacca nera e camicia bianca sbottonata sul petto per la gioia della platea femminile. E’ il momento di un medley acustico, che, a detta dello stesso autore, serve per ascoltare le sue canzoni “così come sono nate” e cioè eseguite solo con voce e chitarra. È proprio così che apprezziamo “Così presto no”, “Coccinella”, “Le cose che amo di più”, seguite dalla bella cover di “Quando”, già proposta durante l’ultimo Sanremo per omaggiare Pino Daniele (in questa occasione un pensiero particolare è rivolto anche a Massimo Troisi). Il set “elettrico” riparte con “Quanto tempo e ancora”, cantata anche in spagnolo, mentre “Convivendo” si presenta in veste rinnovata comprensiva di intermezzo reggae. “Se io se lei” strappa applausi e sul finale Biagio si stende a terra, con un asciugamano sul viso, sotto una pioggia di coriandoli argentati. Ad un certo punto l’eroe della serata si rialza e comincia a dispensare consigli sull’amore e sul corteggiamento, a titolo di esempio citiamo a braccio una delle sue pillole di saggezza: “Ho detto a mio figlio: <In amore fai vedere subito il tuo lato peggiore, così chi ti sta vicino ti amerà per quello che sei veramente. Non cicì, cocò, pupù e frasi dalle canzoni di Biagio per fare colpo…>”, ma alla fine tutte queste parole servono per introdurre ”Io ti penso raramente”. La scaletta procede con la hit più recente, “Dolore e forza”, e con il ritmo saltellante di “Ho la musica nel cuore” e, anche se è trascorsa un’ora e mezza abbondante di concerto, il protagonista dello show ha ancora energia da spendere e tanta voglia di scuotere la folla presente. A questo artista va riconosciuta una grande apertura mentale, che si manifesta nella straordinaria capacità di giocare con le proprie canzoni, le quali vengono stravolte e cambiate in modo tale da abbattere la noia che spesso subentra quando si suonano per anni sempre gli stessi brani; solo in questo modo è possibile spiegare perché “Iris” o “Pazzo di lei” (ora totalmente riarrangiata sulla linea portante di un famoso pezzo funk di fine anni ’70) sono così diverse dalle versioni originali. Il buon Biagio gioca a fare il “piacione” con le signore in sala e quando canta “Pazzo di lei” insiste più volte sul verso “il godimento è buono e lento..”. “Sognami” viene dedicata alle persone a noi care che hanno lasciato questa terra e qui Alessandro Magri, con la tastiera a tracolla, riproduce il noto passaggio di bandoneon che dona al brano quell’aria “francese” e nostalgica. Ormai siamo quasi alla fine con "Non vivo più senza te”, il coinvolgimento è totale, tutto il pubblico è in piedi a cantare e ballare. Una piccola pausa ed arriva il bis: “Liberatemi”, durante il quale il frontman presenta i suoi musicisti, ringrazia gli intervenuti e incita tutti a trovare nella propria anima la forza per maturare e sentirsi vivi e liberi ed è con questo invito che termina la serata, durata la bellezza di 140 minuti. Oltre 30 i brani eseguiti, molti dei quali si possono ormai considerare dei classici della musica italiana.
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Biagio Antonacci: Voce
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