Un’artista come Anastacia utilizza certamente canali molto più potenti e importanti di una webzine per presentare i suoi lavori. Forse, allora, vi starete chiedendo perché dedicarle uno spazio su “A&B”. I motivi principali sono molteplici: il primo è che ci sembra giusto segnalare la buona musica; il secondo è che stiamo parlando di una donna straordinaria, che ha affrontato, senza mai arrendersi, tutte le difficoltà che la vita le ha riservato (realtà, questa, che ce la rende più simpatica e “umana” di molte altre star); il terzo è il suo talento, la sua voce “nera” e inconfondibile, della quale si cominciava a sentire la mancanza; ultimo, il fatto che per tornare in pista, in attesa di preparare un nuovo disco di inediti (e forse anche per motivi contrattuali con la BMG, sua nuova casa discografica), la cantante pubblica un album di cover molto particolare.Quello che colpisce, infatti, è proprio la tracklist di questo It’s A Man’s World, quasi una raccolta dei brani rock (per voce maschile) più significativi e di successo degli ultimi quarant’anni, con una spiccata predilezione per il repertorio Hard Rock e Rock’n’Blues. Si passa così da pezzi storici, come la semiacustica “Ramble on” (Led Zeppelin), la ballad “Dream On” (Aerosmith), la stradaiola e acida “Sweet Child O’Mine” (Guns N’ Roses) e la granitica “Back In Black” (Ac/Dc), a brani più recenti, come “Best Of You” (Foo Fighters), “Use Somebody” (Kings Of Leon) e la bonus track “Black Hole Sun” (Soundgarden). La cantante, circondata da ottimi musicisti e guidata dal produttore Glenn Ballard (già con Alanis Morissette), interpreta in modo magistrale e convincente tutta la scaletta, conservando sempre lo spirito originale dei pezzi, senza mai strafare e senza primeggiare, lasciando ampio spazio alle parti strumentali. Anastacia si muove a proprio agio tra le venature blues e soul di “You Can’t Always Get What You Want” dei Rolling Stones e riesce ad emozionare in “One” degli U2. Non manca, inoltre, una strizzata d’occhio al brit-pop degli Oasis, qui rappresentati da “Wonderwall” (anche se avremmo preferito una rilettura di “Don’t look back in anger”, ma non si può avere tutto dalla vita). Le cose meno riuscite sono la cover di “You Give Love A Bad Name” dei Bon Jovi e la foto di copertina (francamente brutta). Tutta l’operazione potrebbe risultare ‘ruffiana’, ma non è ‘fastidiosa’, di fatto la cantante ha scelto pezzi che, quasi certamente, rispecchiano i suoi gusti personali; in caso contrario, se avesse voluto effettuare una manovra puramente commerciale avrebbe optato per un genere diverso (dance o similare), inserendosi nel solco tracciato da colleghe come Madonna o Lady Gaga (tanto per citare alcuni nomi). Ci auguriamo, dunque, che la passione rock mostrata in questo lavoro prenda il sopravvento anche nel prossimo album di inediti. Brava Anastacia, bentornata. 70/100 |
Randy Kerber: Tastiere Blair Sinta: Batteria Sean Hurley: Basso (eccetto traccia 05) Joel Shearer: Chitarra (eccetto traccia 05) Michael Landau: Chitarra nelle tracce 02 - 08 Carmen Carter, Alfie Silas, Guests: Label: BMG Genere: Pop Rock Tracklist: |