Ruvidacenere. Un accostamento strano, a pensarci quasi improbabile, ma comunque di effetto. Così può esser presentato l’EP dei Marlat, gruppo parmense che riporta in auge un genere in questo periodo un po’ di nicchia, a volte sottovalutato, che è il dark wave. Il presente lavoro inizia con “Lady Anne” dove si ravvisa già la componente rock che caratterizza il sound dei Marlat; il testo della song non è solo evocativo, ma traspone in modo sprezzante immagini vivide e oscure. Nella successiva “Dsl” viene messo in risalto il basso che rincorre le chitarre. Una novità nel genere è la doppia voce, una maschile più calda e una femminile più cristallina (in alcuni momenti addirittura pungente) che dialogano e si alternano nei vari brani.A metà dell’EP “Ruvida Cenere” lascia spazio alle tastiere che accompagnano il cantato, creando sonorità molto simili a quelle del gruppo canadese The Birthday Massacre. In seguito vi è “Triora”, titolo preso dal nome di un comune imperiese che si dice sia stato un paese delle streghe; qui viene soddisfatto appieno ciò che stigmatizzano i Marlat nella loro presentazione, ossia “trasformare in musica le visioni onriche notturne”. Si passa poi a “Lasciami Qui” che si attiene alle sonorità standard del lavoro, mentre in chiusura si ha “Nessuna Forma” che presenta un sound più elaborato e dove l’atmosfera si fa più ansiogena. I Marlat riescono a far emergere la forte componente lirica che c’è nelle loro canzoni, sebbene questa non sia evocata da un sound abbastanza suggestivo come lo si potrebbe immaginare. 68/100
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Filippo Galleani: Voce e Chitarra Anno: 2013 |