Digitalis Purpurea è un progetto nato nel 2000 a Torino e vede come protagonista Pi Greco.
Il nome della band deriva da una pianta che compare in un poema di Giovanni Pascoli e che simboleggia la tentazione, piacevole ma allo stesso tempo distruttiva (una delle prime canzoni si intitola “Elena & Maria”, protagoniste dell’opera pascoliana). La prima demo viene registrata nell’inverno del 2003 e prodotta in un numero di copie molto limitato, ma che sfoggia un sound aspro e arrugginito, tentando un nuovo approccio musicale che mescola l’elettronica con il tradizionale black metal. Passano gli anni, ricchi di intensa produzione: nel 2007 Digitalis Purpurea viene selezionato come gruppo spalla dei teutonici Das Ich e l’anno successivo viene firmato il contratto con l’etichetta Dreamcell11/Aural Music con cui pubblica l’album Aseptic White. Nel 2010 vediamo la one man band impegnata con l’uscita di un nuovo concept album, il cui sound molto particolare, caratterizzato da un electronic metal a tratti industrial, fa pensare a gruppi dal simile stile come ad esempio i tedeschi ASP. Questo concept si intitola Emotional Decompression Chamber e si apre con “Musclebound”. I primi suoni fanno presagire una presenza; l’atmosfera indefinita è ritmata dalle percussioni, mentre una voce scandisce chiaramente le parole in uno sfondo strumentale dalle nuances elettroniche. L’aspetto elettronico non viene certo abbandonato,nemmeno nel secondo brano “Dust Devil”. La voce e gli effetti sonori sono fortemente influenzati dallo stile di Marilyn Manson e rievocano una dimensione surreale e sconfinata. Gli electro-clash beats di “Magic Cube” risuonano in un gioco di sonorità poliedriche, mentre una voce assidua colpisce la mente dell’ascoltatore, la quale si contorce come se tentasse di risolvere il cubo magico, metafora che appare proprio nella canzone. Intanto chitarre in stile desert rock aprono e chiudono la quarta traccia. Qui Digitalis Purpurea esprime un concetto particolare riassunto nel titolo “The Shedding”, che letteralmente significa cambiare pelle, fare la muta. I toni cambiano e cambia anche l’atmosfera nel brano “Fall of Rimmel”, dove emerge una figura femminile, la cui voce si fa sentire dopo il refrain. In “Blear” inizialmente il ritmo si fa più lento, sebbene in seguito questo si alterni a parti più energiche, soprattutto nel ritornello. “Scotch-Taped Hours” si apre con un sussurro lontano che si avvicina sempre più,accompagnato dal rumore in sottofondo di un grammofono rotto. Il tutto rievoca sensazioni più tranquille, ma comunque malinconiche, sottolineate dai riff di chitarra che intonano una ballata. I tratti industrial ritornano in “Horror Pleni” e in “Devote”, sebbene nella seconda ci siano anche motivi più melodici, tanto che con gli effetti adottati per la voce, sembra quasi di sentire un brano dei Deftones. Emotional Decompression Chamber si conclude con l’eclisse di Venere (“Venus Eclipse”), evocando grazia e nostalgia. L’album è il risultato di una combinazione di sonorità suggestive e psichedeliche che offre brani poco adatti ad un ascolto “casalingo”, ma piuttosto per fare da soundtracks in un film di fantascienza/utopico. 66/100
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Pi Greco: Strumenti e musica Anno: 2010 |