Il terzo demo dei milanesi Logic Edge, intitolato “Skelecybe”, è composto da sei brani all’insegna della tecnica, ma anche della compattezza.
Il CD, infatti, è omogeneo, strutturato con intelligenza e scrupolosa cura dei dettagli: non potrebbe essere altrimenti per un lavoro influenzato dal prog metal, ma anche dallo sperimentalismo di gruppi come Meshuggah o Queensryche. La copertina, in bianco e nero, raffigura un essere che esce da uno specchio, con il corpo di scheletro e la testa di mostro: tale entità ha nella mano sinistra delle carte da poker. Il suo avversario non appare, però sono ben visibili le carte, che formano una scala reale di picche, mossa perfetta per vincere la partita. L’album dura ventitré minuti, visto che i sei pezzi sono piuttosto brevi, ed è aperto da “All of your Christs”. Subito notiamo la pulizia della voce, acuta, tipica del prog, accompagnata da una strumentazione d’impatto, ai limiti del thrash: non è il selvaggio thrash primordiale quello che intendiamo, naturalmente, bensì un thrash edulcorato, smussato e più raffinato; il brano presenta vari cambi di tempo ed un finale piuttosto moderno, di stampo Meshuggah. “Flesh of God (Teonanacatl)” è più cerebrale, in quanto possiede un cantato meno immediato, visto che sono presenti echi e sovrapposizioni vocali. Si continua con “M.D.M.A.”, più dura, molto aggressiva, grazie all’uso di una seconda voce graffiante; dopo un po’ di sfoggio dal punto di vista tecnico, giunge il cadenzato finale. “Birth of a Democracy” è più melodica, simile alla prima canzone come impostazione, ma più orecchiabile, mentre “Equalized”, dopo un avvio veramente fuorviante, si fa rarefatta, per assestarsi dopo un po’ su un ritmo cadenzato. Si chiude con la cover di Bjork “Army of Me”, totalmente ipnotica, grazie ad un uso ottimale delle doppie voci, efficacissime nell’ottenere un effetto ossessivo. Il disco è ben registrato, oltre che ben eseguito dal lato strumentale. Lo consigliamo, quindi, agli amanti del tecnicismo, dello sperimentalismo e delle sonorità moderne, dove l’aggettivo “moderno” non è da intendersi legato ad una ingloriosa fine nel nu metal; allo stesso modo, avvertiamo gli amanti di prog e thrash dalle ottiche più tradizionali di non gridare alla “lesa maestà” se qualche passaggio non li soddisfa, visto che lo sguardo dei Logic Edge è rivolto dappertutto, tranne che verso il passato. 80/100
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Fabrizio "Fab DeVille" Ferrario: Voce Anno: 2008 Sul web: |