Non si capisce proprio come sia possibile che un’eccellenza come Agusa si accontenti di pubblicare un live di durata effimera (neanche 30 minuti, a stento accettabili per l’edizione in vinile, figuriamoci per il cd), limitando la tracklist a soli due brani, pur potendo attingere da due album (di cui uno, l’esordio, da noi QUI recensito). Doverosamente evasa la brutta notizia, passiamo ora alle sole informazioni positive. Per prima cosa, sono svedesi e attingono a piene mani dall’ottima scuola connazionale degli anni ’90. Quest’ultima, che prese il via con il masterpiece “Hybris” degli Änglagård, riuscì in quella che pareva un’impresa impossibile: destare l’ascoltatore prog dalla sbornia effimera dei suoni plastici anni ‘80, insidiosamente infiltratisi nei meandri del sopravvalutato movimento new prog (in Italia c’erano riusciti soltanto gli immensi Ezra Winston, prima con “Myth Of The Chrysavides” del 1988, poi con “Ancient Afternoons” di due anni dopo, entrambi suggestivi ed evocativi). Sono votati alla jam di tipo improvvisativo – che nel prog è sempre sinonimo di eccellenza – per cui un brano come “Uti Vår Hage”, che in studio superava di poco gli 11 minuti, qui rasenta i 18, mentre la durata assai contenuta dell’inedito “Kärlek Från Agusa” (era incluso come bonus track soltanto nell’edizione in cd del loro esordio), raggiunge dal vivo addirittura il quarto d’ora. Infine, sono strumentali: e se è vero che nel prog quest’ultima circostanza non è sempre sinonimo di eccellenza, qui invece lo è, giacchè questo quintetto “saccheggia” abilmente almeno tre lezioni magistrali: il dinamismo eclettico dei citati Änglagård, la schizofrenica frenesia dei crimsoniani Anekdoten, l’irruenza impetuosa dei contemporanei Wobbler. Come mai il termine “saccheggia” è collocato tra le virgolette? Semplice: quando le citazioni sono così numerose e così blasonate, non si parla più di furto o plagio, ma di tributo e nobilitazione. Il tutto è sublimato dall’ennesima copertina surreale, perfettamente in linea con la mitologia ellenica richiamata dalla sede di registrazione, il locale "Six D.O.G.S." di Atene. Bravissimi... ci vediamo il 20 aprile nella Caput Mundi (QUI il comunicato stampa). PS: per i collezionisti, si segala che il vinile è stato realizzato in tre avvincenti edzioni: 200 in Black vinyl, 150 in Purple vinyl e 100 numerate in Splatter vinyl (altro terreno feritle per i progsters di stampo oltranzista). |
Tobias Petterson: Bass Anno: 2016 |