Roma, 20 Aprile 2018 - Rock in Roma - Stazione della Birra
L’efficace interessamento del ‘prog warrior’ Sergio Lombardi produce un'altra graditissima novità nel panorama live della Capitale. La sempre gradevole cornice di Stazione Birra, uno dei migliori club dislocati a ridosso del raccordo anulare, ha infatti ospitato la terza e penultima serata dello Scandinavian Prog Festival (le prime due sono state recensite qui mentre la quarta si terrà domenica 3 giugno, sempre a Stazione Birra, e vedrà coinvolti i mitici Anekdoten con i Gordian Legacy di spalla), con l'esibizione di una delle più interessanti realtà della musica immaginifica contemporanea, gli svedesi Agusa, freschi di pubblicazione del quarto full length omonimo. Di fronte ad una presenza discreta di aficionados, i cinque scandinavi hanno sciorinato il loro repertorio, basato fondamentalmente su jam strumentali, sovente introdotte dal flauto di Jenny Teresa Puertas, incipit che ha garantito costantemente un inequivocabile afrore folk alle composizioni dell’ensemble di Malmo. In corso d’opera i vari brani si trasformavano sovente in impetuose scorribande soliste, soprattutto per merito dell’ultimo arrivato, il tastierista Jeppe Juul, più che del chitarrista Mikael Odesjo, che, ligio al suo ruolo di regista della formazione, è sembrato a tratti sacrificare la sua leadership strumentale per ergersi al prezioso ruolo del direttore d’orchestra; ed in effetti il buon Mikael ha avuto più occhi per i compagni di avventura, a tratti guidati passo passo, che non per il pubblico, il quale peraltro non se n’è dato troppo cruccio, avendo avuto modo di ammirare una performance impeccabile. Agusa ha confermato le positive impressioni derivate dall’ascolto dei suoi album, proponendo uno stile che senza rinnegare l’austera lezione dei connazionali Kebnekajse, strizza l’occhio a certo kraut-rock colto, ma al contempo ardimentoso, di matrice Amon Duul e Brainticket, anche se siamo lontani dall’ossessiva reiterazione ritmica dell’act di ‘Cottonwoodhill’. L'intento originario della band di registrare la performance, per concretizzarla in un'uscita discografica live, è pienamente confermato nel momento esatto in cui si redige la presente recensione: la band ha riascoltato la registrazione e ne è rimasta entusiasta come entusiasti furono gli spettatori alla fine del concerto. Non ne conosciamo ancora il titolo e la data di uscita, ma siamo certi che la nuova fatica non deluderà: si aggiungerà ad una contenuta ma eccellente discografia di dischi dal vivo, orgogliosamente realizzati nella Capitale da gruppi blasonati come, tra gli altri, i Porcupine Tree o i Genesis (che vi registrarono rispettivamente "Coma Divine" nel 1997 e "When In Rome" dieci anni dopo).
Terminata l’esibizione dei rockers scandinavi, il palco ha ospitato una leggenda del prog nazionale, i Trip, guidati in questa nuova incarnazione dal drummer originale Pino Sinnone. Curioso notare come non ci fosse nessun musicista in comune rispetto all’ultima volta che chi scrive li aveva ammirati on stage (era il Prog Exhibition, nell’ormai lontano 2010, recensito qui). D’altronde, rispetto a quella indimenticabile data, due membri storici quali Wegg Andersen ed il leader Joe Vescovi non sono purtroppo più tra noi, e ci piace immaginarli suonare ancora insieme, alle prese con quella che i Pink Floyd avrebbero definito ‘The great gig in the sky’. "E' doveroso", ha precisato il batterista microfono alla mano, "tributare dal vivo la musica di Joe Vescovi, il quale, pochi giorni prima di morire, mi ha espresso personalmente il desiderio che la musica dei Trip non venisse mai dimenticata. Ed è proprio per questo che ho voluto mettere in piedi questa nuova incarnazione, pur alla veneranda età di 76 anni". L'applauso, a questo punto, è scattato fulmineo, genuina testimonianza di una commozione latente, ascrivibile soprattutto al pubblico meno giovane. E' evidente che lo scopo di questo nuovo organico è semplicemente quello di tributare il gruppo originale, non certo di emularlo, saccheggiandone l'eredità. Quindi, seppur in una incarnazione giuocoforza distante dalla line-up originaria, i Trip si sono ben guardati dal fare prigionieri, eseguendo quasi per intero i primi due seminali album, ‘The Trip’ e ‘Caronte’, i soli incisi con il genovese dietro alle pelli. Ottimo comunque anche l’apporto degli altri coequipeurs, soprattutto il tastierista Filippo Delmastro, abile a disimpegnarsi come corista ma soprattutto a far rivivere il colossale apporto di Joe Vescovi; e ancor di più quello del frontman Andrea Ranfa, lo stallone fiorentino dotato di caldo timbro blues e artefice di una sontuosa prestazione vocale, nonostante una fastidiosa febbre.
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Scandinavian Prog Festival Data: 20/04/2018 Luogo: Roma - Stazione della Birra Genere: Progressive Rock
AGUSA Mikael Ödesjö: Guitar Tobias Pettersson: Bass Jeppe Juul: Organ Jenny Puertas: Flute Tim Wallander: Drums, percussion
+ Guest
THE TRIP Pino Sinnone: Batteria Filippo Delmastro: Tastiere, voce Andrea Ranfa Ranfagni: Voce Ruggero Clemente: Chitarra, voce Giuseppe Gius Lanari:Basso, voce
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