Ciò che non è banale è invece lo stile dei Buattitime, i quali riescono a dare al brano “Tommy” una tinta tipicamente progressive. Le chitarre intanto dettano il tempo in “Media”, dove,in alcune parti, l’atmosfera tende ad essere psichedelica per via dei synth. Questi ultimi fanno praticamente da padroni nella canzone “Intruder #9”, dominata da una carica elettronica, mentre con “The Slavery Process” si ritorna a sonorità maggiormente pop. La varietà della sezione ritmica e del songwiriting in generale è evidente man mano che si va avanti con l’ascolto delle tracce successive, come “Everything Is On Tape” ed “Emo Teenage Girl”, fino ad arrivare a “Friendly Line”. Quest’ultimo brano si delinea come una ballad finale colorata dal gioco tra voce e chitarra.
Indubbiamente questo album dà ai Buattitime una nota di merito: ogni brano può essere sì a se stante, ma è comunque inserito in un disegno complesso, ricco di sfaccettature,come è, a tutti gli effetti, lo stile della band.
78/100
Vincenzo "Vins" Baruzzi: Voce e chitarre
Riccardo "Paso" Pasini: Chitarre e synth
Mario Lamargese: Basso
Marco "Marck1" Fogli: Batteria
Anno: 2010
Label: Hot Steel Records
Genere: Indie Rock/Elettronica
Tracklist:
01. They have to remember
02. Il Messicano
03. Sandman
04. As Long As You Can
05. Fixed Habits
06. Tommy
07. Media
08. Intruder #9
09. The Slavery Process
10. Everything Is On Tape
11. Emo Teenage Girl
12. Friendly Line
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