Superato un trionfante tour invernale in supporto al bel disco Order Of The Black, ma già pronti ad una nuova leg estive (con date italiane a Torino e Roma a luglio), tornano sulle scene i Black Label Society con un un nuovo disco, che però ne è antologico, ne di inediti. Difatti The song remains the same (titolo tributo ad un classico dei Led Zeppelin) è un lavoro composto da 10 canzoni che propone brani già editi in versione acustica, alcune cover e 3 inediti che però nulla aggiungono di rilevante al repertorio della band del "barbaro" Zakk Wylde.
Un album del quale "si poteva fare a meno", o come spesso amo considerare in recensioni di questo tipo, si sarebbe potuto regalare anzichè chiedere dei soldi per averlo, ma tant'è che business is business. Ok, è piacevole ascoltare l'unplugged della terremotante "Overlord", seppur privata della sua elettricità naturale, oppure una ballata come "Parade Of The Dead" che però scivola via senza lasciar niente tra pianoforte e assolo di chitarra dal retrogusto blues, ma per il resto c'è ben poco da esultare. Infatti non va meglio (anzi) con le due cover dei Black Sabbath (in particolare con "Junior's Eyes"), ma il disco riprende parzialmente quota quando ad essere tirati in ballo sono Simon & Garfunkel con "Bridge Over Troubled Water", che invece convince grazie alle ottime armonizzazioni vocali. Venendo agli inediti, "Helpeless" e "Can't Find My Way Home" sono due lenti dall'aroma '70s, la prima con archi e toni vocali dismessi che si esaurisce senza infamia e senza lode, mentre la seconda ritmata dal pianoforte e da un Wylde più incisivo al microfono si fa apprezzare di più, mentre in chiusura arriva la strumentale "The First Noel", dedicata dalla band al periodo natalizio e che ben rappresenta quel periodo di festività. In conclusione, pur non essendo una release da scartare a priori, consigliamo vivamente di risparmiare i vostri soldi che ci vorrebbero per acquistare The song remains the same, che poco di buono presenta all'ascoltatore, ma di investire invece per un ticket in vista del ritorno in terra italica, tra due mesi, di quello che è uno dei migliori gruppi di southern/hard rock che l'america vi abbia donato negli ultimi 20 anni, aldilà della canzone che rimase sempre la stessa. 57/100
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Zakk Wylde: Voce, chitarra e piano Anno: 2011 |