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RanestRane: A Space Odyssey: Part. I, Monolith


C’è un grande movimento, un  grande universo in Italia per il rock progressivo, iniziato negli anni settanta con gruppi che oramai conosciamo ed amiamo da sempre ed ancora oggi ci sono gruppi che portano in alto il nome del progressive italiano. 

Tutte bene o male sono influenzate da gloriose e storiche band, ma ci sono alcuni gruppi che cercano di crearsi un proprio mondo, cercando di essere anche originali in un genere musicale che esserlo non à assolutamente facile. Tra questi gruppi ci sono le RanestRane, band romana che oltre ad essere formata da ottimi musicisti, hanno trovato una strada molto originale, sembra che vogliano riscrivere le colonne sonore di alcuni importantissimi film, o meglio cercano di creare un ponte che unisce il rock progressivo con il cinema. Nel 2006 è uscito “Nosferatu Il Vampiro”, doppio cd ispirato al film di Werner Herzog, del 1979. Cinque anni più tardi altro doppio album, “Shining”, ispirato dall’omonimo film di Stanley Kubrick del 1977. Ora è la volta di A Space Odyssey: Part I, Monolith, ispirato sempre ad un capolavoro di Kubrick, come “2001 Odissea Nello Spazio” del 1968. Nei brani vengono inseriti parti dell’audio originale dei vari film ed in sede live le immagini proiettate.

“Semi”
è una lunga suite di 18 abbondanti minuti (che ospita la voce di Steve Hogarth dei Marillion), che si apre con atmosfere pinkfloydiane, per proseguire poi tra Genesis e tanto prog italiano, testi in italiano, melodie affascinanti, un’alternanza tra un prog più energico e più romantico, dove le tastiere di Riccardo Romano e le chitarre di Massimo Pomo, creano splendide ambientazioni progressive e la voce di Daniele Pomo, sembra perfetta ed adatta alla loro musica e verso il finale piccoli affreschi strumentali, riconducibili ad un prog forse più “moderno” che vede in Neal Morse e nei Transatlantic, l’influenza maggiore.
Gli arpeggi iniziali di “Fluttuerò”, arrivano direttamente dai migliori Marillion, con un cantato che sposta le coordinate verso una forma di prog cantautorale e più verso una forma canzone, ma sempre molto impegnata ed ancora “Stazione Orbitante Uno”, dove le sonorità diventano spaziali e non poteva essere altro visto il tema trattato dal concept, sonorità che continuano anche nella successiva “Materna Luna”, brano caratterizzato anche da un bellissimo ed inconfondibile assolo di Steve Rothery dei Marillion, che senza pausa ci porta a “Clavius”, altro ottimo momento molto arioso, con momenti acustici e sempre parti narranti presi dal film originale su base strumentale della band.

Degna chiusura è “Il Monolito di Tycho”, lungo brano di nove minuti, con sonorità più hard rock, grazie a chitarre più taglienti e all’uso di un Hammond, ma il prog non manca affatto e stavolta riaffiorano P.F.M., Orme e Banco Del Mutuo Soccorso, parti più semplici, altre più ariose ed un finale strumentale in crescendo veramente eccellente. Ora aspettiamo la seconda parte e se questo è solo un assaggio, sicuramente ad opera finita, avremo uno dei migliori esempi di rock progressivo italiano.

 

 

85/100





Maurizio Meo:
Basso
Daniele Pomo: Voce, batteria, percussioni e flauto
Massimo Pomo: Chitarra
Riccardo Romano: Tastiere, arpa e programmazione

Special Guests:
Steve Rothery: Chitarra
Steve Hogarth: Voce

Anno: 2013
Label: Ma.Ra.Cash
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. Semi
02. Fluttuerò
03. Stazione Orbitante Uno
04. Materna Luna
05. Clavius
06. Il Monolito di Tycho

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