Roma, Ciampino, 03 Marzo 2014 - Orion
I Transatlantic approdano a Roma per la prima volta per promuovere il loro quarto lavoro “Kaleidoscope”. C’era grande attesa quindi nel vedere quattro dei nomi più importanti del panorama del rock progressivo mondiale. Mike Portnoy è oramai di casa nella capitale, tantissime volte con i Dream Theater, ed ultimamente con un’altro supergruppo in compagnia di Billy Sheehan, Tony Macalpine e Derek Sherinian e con gli Adrenaline Mob, proprio nello stesso locale alle porte di Roma. Roine Stolt circa due volte con i suoi Flower Kings e Pete Trewavas, anche lui molte volte con i Marillion e Neal Morse una sola volta con gli Spock’s Beard nel lontano 2000 di spalla ai Dream Theater. Un’occasione unica quindi quella di vederli tutti insieme, offrire ai presenti ciò che c’è oggi di meglio in un genere sempre amato, come quello del rock progressivo. “Kaleidoscope” è un disco veramente ben fatto e superbamente suonato, anche se sicuramente inferiore ai primi lavori della band, ma devo ammettere che dal vivo acquista sempre più fascino. Il palco è vuoto, ma inizia una lunga intro sinfonica e dietro lo schermo che raffigura la bellissima copertina di “Kaleidoscope”, poi una bandiera italiana e delle scritte che danno il benvenuto al pubblico, che ricambia con grandi applausi per far capire alla band che il benvenuto è per loro e per quella che sarà una serata spettacolare. E’ subito “Into The Blue”, ad aprire le danze la lunga suite estratta dall’ultima fatica della band e subito il pubblico viene coinvolto con un sound avvolgente e trascinante, sia nei momenti lenti che in quelli più ritmati e si ritorna subito indietro nel tempo al loro primissimo lavoro e “My New World” è accolta da una vera ovazione da parte dei presenti, che apprezzano anche la lenta “Shine”, che dal vivo acquista più fascino e dove le parti vocali se le dividono Morse, Stolt e Portnoy. Molto spazio è stato dato a “Whirlwind”, con un lungo medley. Altro splendido momento del concerto è stato quando Neal Morse ha imbracciato la chitarra acustica per duettare con Roine Stolt in una jam strumentale e durante “We All Need Some Light”, dove Morse ha dimostrato di essere un grande musicista ed artista, dividendosi tra parti vocali, tastieristiche e ricamando splendidi assoli con la chitarra acustica. Ma non è il solo Morse a dare spettacolo, c’è anche il fenomenale drum work di Portnoy, fantasioso, ricco di sfumature, preciso e capace di riempire ogni minimo spazio, grande ricamatore nei momenti lenti e melodici e un treno impazzito e fuori controllo nei momenti più veloci e furiosi e nella musica del Transatlantic ce ne sono molti, la calma e la precisione del chitarrismo di Roine Stolt, che anche con i suo movimenti lenti e la sua “finta freddezza” da vero nordico, riesce ad unire sonorità che vanno dagli anni 70 ad oggi (non dimentichiamoci che è da lì che proviene, quando era con i Kaipa) ed infine un Pete Trewavas che riscatta il suo ruolo, riuscendo a farsi sentire molto di più che con i Marillion, si muove, agita la testa, suona il suo basso con molto fervore, facendo a capire a molti che la sua fonte d’ispirazione è Chris Squire degli Yes.
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Data: 03/03/2014 Setlist:
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