Nome della band: Neurodeliri. E.. in effetti, anche stavolta, sembra funzionare. Ma in senso positivo. I Neurodeliri puntano tutto sull’esplosività delle loro distorsioni e la potenza delle nove tracce che compongono Quello Che Resta, uscito a febbraio di quest’anno per la Indie Box. Le caratteristiche distintive del genere ci sono tutte, e si potrebbe pensare a questa come ad una limitazione: ma così non è, perché in questo caso l’asticella è alta, la qualità della registrazione amplifica la bontà di un lavoro in cui tutto è esattamente dove dovrebbe essere. Le chitarre sono aggressive, ma sempre geometriche e perfettamente incastrate tra loro; le voci precise, forse un po’ troppo “standard” ma comunque molto buone anche nei cori (un must del punk rock). Dopo l’”Intro” iniziale, i brani scorrono a gran velocità, mantenendosi omogenei per ritmo e sound; “Quello Che Resta” e “Niente Di Più” (il cui riff iniziale ricorda “The Kids Aren’t Alright” degli Offspring) portano al primo brano in inglese, “Where Will We End Up”, la parte più debole del disco insieme all’altro non in italiano a conclusione del disco, “Stop Us”, brani penalizzati dalla difficoltà nel nascondere la pronuncia “all’italiana” e l’appiattimento dell’originalità. Ottimo il break strumentale “Solo”, ad apertura dell’ultima parte, nella quale spicca il brano migliore dell’interno lavoro, “Differenze”. In definitiva, il risultato convincente a livello musicale va di pari passo con la cura dei testi, che spaziano tra il sociale, la religione e la politica, mantenendosi sempre lontani dal baratro della banalità. Speriamo adesso che i Neurodeliri non si perdano per strada e che riescano ad evolversi attraverso l’ampliamento delle proprie sonorità, perché i presupposti e le qualità per farlo non mancano.
72/100
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Samuele Ciutini: Voce e chitarra Anno: 2012 Tracklist: |