I Blue Purple Bees sono italiani. I tre componenti della band si fanno chiamare Drew, Sten e Chacondar, ma se tracciassimo una linea tra il nostro Paese e quello al quale la loro musica fa più riferimento, e cioè il Regno Unito, avremmo come risultato la linea più lunga tracciabile: raramente da una Regione come la Sicilia assistiamo a produzioni di questo tipo. Prendete il quartetto di Liverpool, aggiungeteci un’inevitabile spolverata di fratelli Gallagher, dei loro pseudonemici Blur, filtrate un solido nucleo di base attraverso i decenni, dai ’60 ai ’90, lasciando aderire il gusto per le melodie, qualche traccia di psichedelia, ed otterrete questo Daily Home Reflections, primo disco della formazione catanese. Ben registrato, ricco e retrò al punto giusto, ma senza cascare in ovvietà e semplificazioni lo-fi tanto in voga ultimamente, le dieci tracce volano via una dopo l’altra con notevole velocità, in un’alternanza elegante di arrangiamenti per piano, mellotron, sax, archi, tra reverse e chorus + vibrato sulle parti vocali. Forse più bravi nei pezzi lenti che in quelli tirati, danno il meglio in brani come “Who Was Faster Than Us”, la titletrack “Daily Home Reflections” e la conclusiva “Waiting For The Great Dream”, mature e più marcatamente “proprie”; unica pecca talvolta la pronuncia, il problema più diffuso e frequente nell’italiano che canta in inglese, ma che non cambia un giudizio complessivamente positivo sul disco. In conclusione, un ottimo punto d’inizio, al quale sicuramente i Blue Purple Bees vorranno aggiungere altro, provando ad esplorare ulteriori spazi musicali, senza compiere l’errore (già commesso da band illustri passate prima di loro) di rimanere ancorati a certi cliché e riferimenti troppo difficili da reggere, per chiunque. 73/100
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Andrea Sterlino: voce, chitarre, tastiere, piano Guests: Anno: 2012 Tracklist: |