Anno 1995. L’Europa si fa progressivamente più unita attraverso l’approvazione del Trattato di Schengen, che permette la libera circolazione delle persone all’interno dei Paesi aderenti. In Italia nascono le formazioni politiche di Alleanza Nazionale e l’Ulivo: nuovi nomi per vecchi volti, a seguito degli scandali (ancora in corso) di Tangentopoli. Può veramente un argomento del genere deviare l’attenzione da eventi sociopolitici di questa portata? Come scrive il settimanale NME “Sì, in una settimana nella quale le notizie parlano principalmente del fatto che Saddam Hussein stava preparando armi nucleari, ogni giorno muoiono persone in Bosnia, la stampa è andata pazza per il Britpop.” Il Britpop, nato più o meno ufficialmente intorno al 1992 con l’uscita di Popscene dei Blur e The Drowners dei Suede, si rifà alla scena musicale inglese della seconda parte degli anni ’80, dominata da band del calibro di The Smiths, Stone Roses, La’s, Pulp, Inspiral Carpets; deve sicuramente una parte del suo successo all’attaccamento dimostrato dalle band ai valori della classe operaia inglese, ed ha il suo picco proprio nel 1995, con le uscite contemporanee dei singoli “Country House” dei Blur e “Roll With It” degli Oasis, inseriti negli album The Great Escape e, appunto, (What’s The Story) Morning Glory?. Sebbene la sfida dei singoli sia appannaggio del gruppo di Damon Albarn (274.000 copie vendute, contro le 216.000 dei fratelli Gallagher), la sfida degli album vede la schiacciante vittoria dei secondi: infatti, il seguito di Definitely Maybe, resta in cima alla UK Chart per 10 settimane arrivando a vendere 25 milioni di copie in tutto il mondo e diventando il terzo disco più venduto di sempre nel Regno Unito dopo il Greatest Hits dei Queen e Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Un dato che non stupisce, considerate tracklist e quantità di singoli estratti: addirittura sei. “Some Might Say”, primo singolo uscito nell’aprile del ’95, è una sorta di raccordo tra i due album: è l’unico del disco che vede la presenza alla batteria del primo batterista Tony McCarroll, sostituito per “carenze tecniche” (a detta di Noel), prima che la band entri in studio, da Alan White. “Roll With It”, il singolo protagonista della battaglia con i Blur, è l’emblema dello spirito degli Oasis: rock’n’roll sì, ma melodico. Un inno da stadio, distorto e acustico, da traslare e far diventare un coro di sostegno per la propria squadra (i fratelli Gallagher sono storici tifosi del Manchester City, nonostante la netta inferiorità in questo periodo rispetto ai cugini dello United). Per quanto riguarda il terzo ed il quarto singolo estratti da (What’s The Story) Morning Glory? c’è veramente poco da dire, essendo pietre miliari del pop/rock anni ’90 e due delle canzoni che più rappresentano l’intero movimento del Britpop: “Wonderwall” e “Don’t Look Back In Anger”, consacrate anche da Paul McCartney come due delle canzoni migliori della storia della musica ed accompagnate da video con chiari riferimenti beatlesiani. Il singolo successivo, “Morning Glory”, è di nuovo una scarica di rock’n’roll acido che esalta al meglio le doti vocali e di frontman arrogante di Liam Gallagher, prima dell’ultimo estratto, la psichedelica ed epica ballata che conclude anche il disco, “Champagne Supernova” (singolo solo in USA, Francia, Australia e Nuova Zelanda), una delle canzoni più apprezzate dai fan e dalla critica. Sei singoli su dieci pezzi: e gli altri quattro? Tutti di ottima fattura, dalla ballata semiacustica “Cast No Shadow”, dedicata “al genio di Richard Ashcroft” (leader dei Verve), al rock’n’roll del pezzo di apertura “Hello”, passando dalla beatlesiana “She’s Electric” fino all’apperentemente debole “Hey Now!” (che secondo molti – tra cui lo stesso produttore Alan McGee – sarebbe dovuta essere sostituita dalla b-side “Acquiesce”, un riuscitissimo duetto da stadio tra i fratelli Gallagher: a quel punto, i fan si chiedono cosa sarebbe diventato questo disco). (What’s The Story) Morning Glory? è considerato la sintesi perfetta e forse la migliore espressione del Britpop, frutto del genio creativo di un giovane Noel Gallagher che ha già messo a punto le sue capacità di songwriter pop/rock: senza dubbio, un disco completo che si è ritagliato il suo posto tra i più importanti di sempre.
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Liam Gallagher: Voce Guests: Anno: 1995 Tracklist: |