Disarmante. Onirico, ammaliante. Avvolgente, in un torpore gelido. Echi nordici risuonano mentre una tromba solitaria – come un fuoco in mezzo alla tundra – cerca di indicare una strada verso ciò che resta della civiltà. Questo è The Standing Babas, l’esordio sulla lunga distanza dei Portfolio, dalla provincia di Reggio Emilia, dopo l’EP uscito a febbraio intitolato Reason Outside Nature. Nati nel 2003 come trio elettroacustico (tromba, chitarra, laptop), hanno collaborato con Gianluca Torrini (One Dimensional Man, Il Teatro Degli Orrori, Matmos), Francesco Donatello (Giardini di Mirò) e modificato progressivamente la loro formazione negli anni, arruolando Marco Rossi al basso (ex Ustmamò) e, di volta in volta, diverse cantanti. In questo caso è la splendida voce di Laura Loriga ad accompagnarli in alcuni dei dieci brani che compongono il disco: la prerogativa della band infatti è quella di alternare le voci soliste – l’altra è la tromba – per disegnare paesaggi sospesi tra elettronica, ambient, post-rock, Bristol sound, shoegaze, abbracciati tra loro in un mix morbido di atmosfere smussate e rotonde. Raramente le due voci si incontrano, in un percorso che vede il loro continuo alternarsi, ed un caso è quello dell’ottima “Beth Gibbons”, alla quale ovviamente la voce della Loriga rimanda. Oltre ai Portishead, si sentono a volte echi mogwaiani (“Latre”, “State Uniti”), il neorealismo senza fronzoli degli Offlaga Disco Pax nell’unico brano con testo in italiano (“Ognuno Ha Le Proprie Amicizie”), trip hop fuso con i Radiohead di Down Is The New Up (“Kim Novak”), senza mai cadere di grazia o andare minimamente ad intaccare l’indiscutibile valore ed originalità di questo primo disco, dal respiro – e lo diciamo con soddisfazione – molto nordeuropeo. Chissà, visto il percorso tortuoso che li ha portati a The Standing Babas, cosa ci riserverà il loro prossimo lavoro. Noi li attenderemo qui, in piedi. 80/100
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Tiziano Bianchi: Tromba e tastiere Anno: 2012 |