Negli ultimi 10 anni, seguendo molto la scia d'oltreoceano, la moda del "supergruppo" è attecchita anche in Italia.
Ultimi condottieri di questa nuova schiera d'assemblamento tra musicisti sono i fiorentini General Stratocuster and The Marshals, nati nel gennaio del 2010 e composti dal turnista di lusso Fabio Fabbri, Jacopo Meille (singer dei Tygers of Pan Tang, Mantra e Lost Moon, tra gli altri), Richard Ursillo, uno dei pionieri del prog italiano con i suoi Campo Di Marte e dal batterista della Bandabarò - Nuto. Il risultato di questa unione è un album omonimo che guarda totalmente ai fenomeni americani degli anni '60 e '70, un piacevole e riuscitissimo deja vù di sonorità che comprendono sounthern, hard rock, blues e ballate in stile country. Composto da 11 tracce in totale e suddivise in Lato A (le prime 5) e Lato B (le altre 6) come a voler dare l'idea del vinile (cosi come i fruscii tipici del supporto tra un brano e l'altro) il lavoro inizia con il southern antemico figlio dei Black Crowes (e di conseguenza di tutti i padri sonori della band) "Gifts and Gold", che dimostra subito l'ottima coesione dei 4, tra scintillanti schitarrate ed un ritornello ben confezionato; "Sweet Candy", dall'opener quasi direstraitsiano avanza su territori più blues e melodici, con tanto di pianoforte ad arricchirne la struttura. "Today and Tomorrow", scelta come primo singolo della raccolta, è una bella ballata elettro/acustica dall'aroma zeppeliniano molto dolce ma robusta e ottimamente cantata da Meille, che qui si affida a tonalità più confidenziali per non contrastare la struttura del brano (che vanta anche un altro buonissimo refrain). Con "All Because of You" si torna a suonare un rock'n'roll da stadio figlio assoluto degli anni '70 (e anche dei Rolling Stones) dopo due episodi più riflessivi e meno riusciti: qui è il riff circolare e potente di chitarra ad assumersi il ruolo da protagonista, con anche una ritmica fresca e precisa; la successiva "Flesh and Blood" ci riporta a quelle ballate country vicine alla West Cast californiana, ma qui in un contesto meno solare e più teso, quasi cupo e crepuscolare, ma il risultato è dei migliori. Assolutamente degna di nota, tanto per ricollegarci alla paternità U.S.A. del lavoro, è la cover dei Creedence Clearwater Revival "Fortunante Son", qui riproposta in maniera fedele ma arricchita da sax e piano. Chiude il disco "Who's to Blame", altro lento acustico molto intenso e carico di good vibrations. E' vero, General Stratocuster and The Marshals è un disco dove l'originalità e pari a 0 se non pure meno, ogni brano è debitore a qualche grande gruppo rock del presente o del passato (specie se americano), ma quel che qui convince a pieno è il risultato: un rock d'annata suonato però in maniera cristallina e con grande classe e personalità, fatto da smaliziati musicisti con 30 e più anni di carriera che hanno voluto rendere il loro tributo ad una stagione musicale che ciclicamente ricorre come un bel ricordo che cerchiamo di rivivere per non scordarlo. Consigliato a chi apprezza il rock con la R maiuscola. 78/100
|
Fabio "General Stratocuster" Fabbri: Chitarra elettrica e acustica Anno: 2011 |