Sono passati per 11 anni dall'ultima testimonianza in studio dei Kiss.
Era infatti il 1998 quando Psycho Circus, riproponeva per la prima volta dopo quasi 20 anni la line- up originale della band con Ace Frehley e Peter Criss, dopo che Gene Simmons e Paul Stanley furono costretti per tutti gli anni '80 a modificare la formazione album per album. Da allora ad oggi la band newyorkese ha affrontato diversi tour, con ultimo quello celebrativo dei 35 anni di attività lo scorso anno, con anche due memorabili performance in Italia. Ma niente faceva presagire un cosi rapido ritorno in studio, anzi. Erano di quelle settimane le dichiarazioni di Simmons che si lamentava della possibilità di vendere un nuovo album dei Kiss, se mai ci fosse stato, oppure di Stanley che non escluse la ri-registrazione di alcuni classici ma che laconicamente disse che "..i fan vogliono sentire "Detroit Rock City" e "Rock And Roll All Night", le nostre cose migliori, e non pezzi nuovi", per poi tornare su i suoi passi lo scorso inverno ed annunciare il ritorno in studio con Tommy Thayer alla chitarra solista ed Eric Singer alla batteria. Cosi, dopo soltanto pochi mesi di registrazione, arriva Sonic Boom, 19esimo capitolo in studio in meno di 40 anni e premettiamo subito, questo come-back farà sicuramente la felicità di tutta la Kissarmy. L'album parte con l'affilata e cupa "Modern Day Delilah", singolo apripista e brano che denota subito l'ottima forma vocale di Paul Stanley, pur non essendo niente di trascendentale. Sempre attenti alla immediata fruibilità della propria musica, i Kiss hanno prodotto una raccolta di pezzi compatta e suonata con perfetto mestiere, una sfilza di anthem che rimandano quasi sempre a qualche episodio del passato, spesso scimiottandolo, qualche volta nei migliori dei casi, ricordandolo nostalgicamente. Per questo "Russian Roulette" cantata da Simmons è un richiamo nella strofa alla candenzata e compatta "I Love It Loud", e gode di un preciso e pulito drumming di Eric Singer, mentre "Never Enough" (per il sottoscritto il migliore tra gli 11 pezzi) è un riuscitissimo amarcord alle sonorità di metà anni '80, con un cantato antemico al limite del Glam ed un pattern allegro e festaiolo, come nella loro migliore tradizione. Puramente Hard Rock è "Yes I Know....", mentre per trovare un'altra canzone degna di nota dobbiamo scorrere fino a "All For The Glory", che oltre ad essere l'unico episodio a vedere al microfono Eric Singer (che con le sua tonalità roca si dimostra all'altezza degli altri batteristi del "bacio" che avevano approcciato al canto) è un riuscitissimo e compatto brano con una serie di interessanti intrecci vocali nel ritornello. Anche "I'm An Animal" dimostra la grande forza e verve del combo, questa volta più spigolosa, mentre è 100% AC/DC il riff in apertura di "When Lightining Srikes" che progredisce fino ad arrivare ad un solido refrain. Altra sorpresa è la conclusiva "Say Yeah", pronta col suo incedere epico ad essere il brano di punta del nuovo tour della band con un'altra prestazione di livello di Paul Stanley, che come solo il miglior vino, pare esprimersi quasi meglio oggi in studio che agli esordi. Da segnalare che il lavoro è uscito anche in versione deluxe col bonus disc Klassics, che vede i Kiss rileggere 15 classici tra la quale "I Was Made For Lovin' You" e "Lick It Up", spesso non all'altezza delle loro controparti originali, esclusion fatta per "Forever", incisa nel 1989 con un testo scritto con Michael Bolton, che vive una seconda giovinezza. Chiosando, al voto finale allegato a questa recensione potete aggiungere tranquillamente 10 punti centesimali se siete accaniti sostenitori del loro credo musicale, perchè Sonic Boom, pur dimostrando un eccessivo manierismo resta una prova quantomeno sufficiente che cede il fianco solo un paio di volte con dei filler ma che per il resto è una manciata di canzoni ben confezionate. E' di nuovo l'ora del party, voi ne volete fare parte? 63/100
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Paul Stanley: Voce e chitarra ritmica Anno: 2009 |