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Freddy Delirio

Tastierista storico dei Death SS e adesso anche dei W.O.G.U.E, cantante e fondatore degli H.A.R.E.M: questo è Freddy Delirio, uno dei musicisti più impegnati del nostro panorama rock. A&B lo ha contattato per parlarci dei suoi progetti e per affrontare anche temi come la censura e l’attuale momento del music business. Ma non aspettatevi dichiarazioni shock, anche per lui, il Diavolo veste Prada.

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- A&B -
Ciao Freddy, benvenuto sulle pagine di A&B. Innanzitutto, come stai? Tastierista dei Death SS, cantante degli H.A.R.E.M ed ora tastierista anche dei W.O.G.U.E. di nuovo accanto a Steve Sylvester. Ci vuoi un po’ parlare di queste 3 bands e del loro stato evolutivo?
- Freddy Delirio –
Ciao, direi bene, è un buon periodo, ricco di cose. Si sono sommate tutte queste novità che in realtà sono il frutto di anni di lavoro. Pochi mesi fa è uscito il nuovo disco degli H.A.R.E.M. - Kings of the night (FP Arts/SELF Distribuzione) e lo stiamo promuovendo dal vivo con Bologna Rock City che ci sta organizzando diversi concerti; con i Death SS, dopo l'uscita del CD/DVD I Gods of Metal (Live Global/SELF Distribuzione) e le esperienze su pellicola tra cui “L'ispettore Coliandro” (Manetti Bros/Rai Fiction) per il quale abbiamo fatto anche il nuovo brano “Revived”; si è concretizzato anche il lavoro dei W.O.G.U.E. - (Lucifer Rising/SELF Distribuzione) finalmente uscito nella sua veste definitiva dopo il cambio di nome. Lavorare con Steve è per me sempre un piacere ed un onore. Siamo molto affiatati e ci capiamo al volo dopo tutti questi anni di collaborazioni.

- A&B -
Veniamo ai W.O.G.U.E., con la quale avete da poco fatto uscire il disco di debutto. L’ album ha avuto una gestazione travagliata ma finalmente è uscito. Com’è stato lavorare a questo progetto e cosa ti ha lasciato come musicista?
- Freddy Delirio –
Mi ha coinvolto in modo importante. Mi fu presentata la prima stesura dei brani scritti da Jjm Masini e Steve e le strutture registrate da Ghez al Larione 10 in cui erano presenti già le parti di batteria di Carranza; su questi ho iniziato a lavorare prima da musicista mettendo le parti di tastiera e successivamente mi sono occupato della produzione e del mixaggio che ho realizzato nel mio studio (FP Recording Studio). Steve mi propose un sound anni '80 dai risvolti dark/pop miscelato a soluzioni rock più moderne ed originali dove avrei, e avremmo, avuto tutti carta bianca. La cosa mi ha entusiasmato. L'intelaiatura delle canzoni era molto bella e i pezzi scorrevano bene. Lavorarci sopra è stato un piacere ed un'emozione. Questo disco ci cresceva tra le mani e non vedevamo l'ora di sentirlo nella sua veste definitiva.

- A&B -
La vostra prima esibizione pubblica praticamente è stata quella della FNAC di Firenze dove avete performato due pezzi e presentato il disco. State lavorando alla schedulazione di date live o preferite concentrarvi su altro?
- Freddy Delirio –
Il CD è appena uscito e il desiderio è sicuramente quello di promuoverlo dal vivo. La band è molto coesa e abbiamo voglia di proporre uno show completo. Spero quindi, in tempi brevi, che la cosa si possa concretizzare con un tour promozionale.

- A&B -
La tua passione per il rock duro è evidente, ma quali sono stati i gruppi che maggiormente ti hanno formato come musicista?
- Freddy Delirio –
In realtà, sono diverse le influenze che mi hanno formato ma non derivano necessariamente dal rock duro. La mia formazione, da pianista, è stata classica e sono approdato alle sonorità “moderne” attraverso l'ascolto di Rick Wakeman, Alan Parson Project, Jean Michel Jarre e dei maestri: i Pink Floyd in tutte le loro fasi e sfaccettature. Durante la mia fase formativa più hard rock, le bands che mi hanno decisamente influenzato e fatto innamorare di questo “dannato” e meraviglioso sound sono senza ombra di dubbio Whitesnake, Deep Purple, Dream Theater, Alice Cooper , W.A.S.P., Motley Crue ecc.

- A&B -
Torniamo un secondo agli H.A.R.E.M., che tra l’altro hai fondato. Quest’anno avete pubblicato il vostro ultimo disco, Kings Of The Night, come da te detto precedentemente. Come sono stati i riscontri? Siete soddisfatti a posteriori del lavoro svolto su quel disco?
- Freddy Delirio –
Finalmente è uscito questo CD su cui ho lavorato molto. Ci sarebbero tante cose da dire riguardo a tutta la fase di ideazione, composizione e realizzazione che ha visto coinvolti me e Nik Giannelli. Ti dico solo che dopo molto tempo ce l'abbiamo fatta a rendere il suono come volevamo e questo anche grazie all'ausilio dei musicisti che sono presenti alla sei corde: Matt Stevens e Francis Thorn. Crediamo molto in quel sound così ricco di radici passate ma che allo stesso tempo si è lanciato verso nuove sonorità cercando di rendere il prodotto il più possibile attuale. Sono canzoni e testi scritti su quella che è la nostra vita, sulla nostra pelle e ne andiamo fieri! Ho curato molti dettagli e per questo motivo il prodotto ha avuto dei tempi di produzione piuttosto lunghi. Ti anticipo che a breve uscirà un CD live in cui sono presenti brani di “Kings of the night” ma anche di “Shake me” presi dagli ultimi concerti (che hanno visto l'entrata in formazione del nuovo drummer Max Billi) in concomitanza dell'uscita del videoclip della nostra canzone “Alien”, colonna sonora del film Danger zone (PYC Production).


- A&B -
Adesso veniamo invece ai Death SS. Sono 4 anni che non esce un disco di inediti a questo nome, nonostante l’attività live non si sia mai interrotta del tutto. Ci puoi anticipare se nel 2011 potremmo ascoltare qualcosa di nuovo?
- Freddy Delirio –
Dopo la realizzazione del brano “Revived” stiamo lavorando ad altri brani che saranno colonne sonore di film ai quali abbiamo partecipato come band o che comunque hanno visto la presenza dello stesso Steve in veste di attore. Ti posso dunque dire che non siamo fermi!

- A&B -
La censura è un argomento che sicuramente ti tocca personalmente. Purtroppo in Italia il rock è spesso visto come genere portatore “del messaggio satanico” da certe istituzioni, ma più in generale sembra essere visto tutt’ora solo come un modo trasgressivo ed eccessivo per esprimersi musicalmente. Possibile che non ci sia via d’uscita?
- Freddy Delirio –
Il Diavolo veste davvero Prada (ahahah)... Semplicemente per dire che bisogna stare attenti a coloro che si arrogano il diritto di “sacralizzare” attraverso le proprie discutibili pratiche politiche e pseudoreligiose vestendosi da buoni e commettendo errori imperdonabili da migliaia di anni. Ho sostenuto significativi esami all'Università sulla storia della religione e purtroppo il sano Cristianesimo delle Origini è stato accantonato quasi da subito a favore di una bieca azione politicizzata di associazioni che hanno organizzato solo guerre civili e psicologiche, servendosi impropriamente del nome divino. Nel 2010 invece di preoccuparsi dei vergognosi problemi interni, certe associazioni si preoccupano di aggredire chi parla di quotidianità e magari anche di amore all'interno di un disco. Distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica cercando sempre e comunque un capro espiatorio. Una formula ormai poco credibile ai giorni d'oggi: non siamo più nel medioevo! Non aggiungo altro.

- A&B -
So che ami molto Los Angeles, da te definita un po’ come la capitale del rock’n’roll. Che differenze ci sono secondo te, a livello di cultura musicale tra Stati Uniti e Italia?
- Freddy Delirio –
Molte differenze ma non parlo solo di Rock. La musica in generale è anzi una conseguenza di un modo essere e dei costumi di quel paese. L'America non è certo priva di contraddizioni ma quello che è importante è che in quel paese si sta scrivendo la propria storia in questo periodo storico e “fare musica” è una naturale conseguenza di un entusiasmo libertario, senza paraocchi, che fa parte della quotidianità. Per carità, ripeto, anche là ci sono stati problemi di censura ad opera, ad esempio del PMRC, contro band ironiche e oltraggiose come gli W.A.S.P. ed altri gruppi storici di quel periodo. Ma anche questi fenomeni di costume esistono perché comunque c'è una realtà concreta da contestare ad opera di qualche signorotta, moglie di qualche politico, evidentemente stanca della propria vita che alle cinque del pomeriggio non sa di cosa parlare con le amiche durante tediose sedute a bere tè, magari invasata da qualche pericoloso predicatore. Tutto ciò comunque fa costume e alimenta proprio l'importanza sociale che certi gruppi hanno avuto nella storia della musica. Mettersi contro Ozzy o Alice Cooper ha reso ridicola la credibilità di queste associazioni perbeniste che hanno avuto vita breve. Negli U.S.A. vige la regola del “che sai fare” e non del “chi ti manda” come succede ancora da noi. Quindi in quel paese puoi essere contestato ma si gioca ad armi pari e tutto fa spettacolo. Là il rock l'hanno inventato e fa parte dell'atteggiamento “libero” di un certo tipo di cultura e costume. Nel nostro paese non è ancora così. Nel caso particolare di questo tipo di musica, si ha sempre la tendenza a vedere tale genere come un qualcosa di alternativo e di contro-tendenza quando invece non dovrebbe essere così. Quindi il “rock per la massa” ufficialmente riconosciuto, non c'è mai stato: è rimasto sempre un fenomeno relegato all'ambito “alternativo”. Si può scrivere un pezzo rock senza necessariamente voler essere controcorrente, senza essere per forza trasgressivi. Il rock dovrebbe vivere di una propria identità senza essere considerato anti o contro qualcosa. Questo lo farebbe crescere ridando a questo genere la propria identità ma ci vuole un'azione culturale forte.

- A&B -
Viviamo un momento social/politico difficile, definito con una parola sola come “crisi”. Crisi che pare attanagliare anche il music business mondiale. I dischi si vendono sempre più difficilmente, ma i live show non sono in calo. Che pensiero hai sviluppato in merito?
- Freddy Delirio –
Penso che ancora una volta il tutto dipenda dalla responsabilità delle persone stesse e non tanto dal fenomeno Internet. Mi spiego, ognuno è responsabile di ciò che sceglie e riguardo al tema che scaricare e distribuire illegalmente la musica via rete sia nocivo per la musica stessa non dando la possibilità ai discografici stessi di poter investire, è cosa chiara e da tempo. Per fortuna in alcuni paesi come la Francia (tanto per citare i nostri vicini di casa) ci sono stati provvedimenti piuttosto seri per salvaguardare i diritti di chi fa i dischi ma non ancora in Italia. Come sempre, siamo indietro, non è una novità! Il problema è comunque mondiale e qualcosa deve davvero cambiare altrimenti se non c'è chi investe, non si può più dare la possibilità ai nuovi musicisti di avere la giusta visibilità e promozione. Per fortuna i concerti sono sempre più numerosi e molti artisti americani e inglesi, tanto per fare un esempio, vanno molto più spesso in paesi che prima ignoravano. In molti casi questo fenomeno sembra più un ripiego a causa delle scarse vendite dei dischi. Insomma sono calate le vendite e c'è stato un aumento dei live. Invece sarebbe bello che entrambe le cose funzionassero senza intoppi. Creare un disco è frutto di tanto lavoro e chi ascolta un CD dovrebbe aver rispetto per il lavoro svolto. Una cosa positiva comunque è che il settore rock/metal resta un genere di culto e c'è, mi pare, molta più consapevolezza che in altri settori musicali. Quindi in questo caso, si ha ancora, per fortuna, la tendenza a voler acquistare i prodotti dei propri gruppi preferiti!

- A&B -
Freddy, siamo giunti al termine. Ringraziandoti per il tempo che ci hai concesso, hai carta bianca per terminare questa intervista.
- Freddy Delirio –
Ti ringrazio di cuore per la bella chiacchierata! Abbiamo parlato di molti argomenti che riguardano la vita di ognuno di noi. Un caro augurio positivo che rivolgo a te, alla redazione e ai lettori per il nuovo anno all'insegna del Rock 'n'roll!!!

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