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Masterpiece

Fred Buscaglione
Tutto Buscaglione

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Scritto da Gianluca Livi Domenica 13 Novembre 2022 09:43

Questo interessante box - che oggi si può agevolmente trovare nel circuito economico "Libraccio" - raccoglie l'opera omnia di Fred Buscaglione su Fonit Cetra, sua seconda casa discografica, originariamente pubblicata negli anni '50 sottoforma di centinaia di singoli, tra ep, 45 e 16 giri, alcuni dei quali poi confluiti nei 5 lp ufficiali del cantante ("Fred Buscaglione & i suoi Asternovas", "Fred Buscaglione & i suoi Asternovas II", "Le nuove canzoni di Fred Buscaglione", "Balliamo con Fred Buscaglione", "Fred Buscaglione & i suoi Asternovas III").

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ZZ Top
Deguello

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Scritto da Bartolomeo Varchetta Venerdì 11 Novembre 2022 09:43

Era il lontano 1971 quando veniva pubblicato ZZ Top First Album, e sul retro della copertina una frase recitava con molta enfasi qualcosa in merito alla “genuinità” dello sforzo artistico compiuto per la realizzazione del disco, senza sovra incisioni o artifizi di sorta.

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Fabio Concato
Fabio Concato

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Scritto da Gianluca Livi, Roberto Cangioli, Max Casali Giovedì 10 Novembre 2022 09:43

L'omonimo del 1982, è quello che regala a Fabio Concato, il successo su scala nazionale. 

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Neil Young
Hawks & Doves

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Scritto da Gianluca Livi Lunedì 31 Ottobre 2022 14:13

Pubblicato nel 1980, "Hawks & Doves", decimo album in studio di Neil Young, è considerato, da una critica piuttosto spiccia e approssimativa, il seguito ideale di "American Stars 'n Bars", sia per alcune comuni sonorità musicali, sia per le tematiche ivi affrontate legate ad una politica chiaramente filoamericana.

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Jimi Hendrix
Live at Café au Go Go, New York City, March 17th, 1968

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Scritto da Gianluca Livi Lunedì 10 Ottobre 2022 14:13

La Jam che Jimi Hendrix tenne al "Café Au Go Go" il 17 Marzo del 1968, storico locale del Greenwich Village, assieme ad artisti estranei al suo usuale entourage (escluso Buddy Miles, ovviamente, sebbene un anno prima del suo ingresso ufficiale nella band del chitarrista), è stata ampiamente bootlegata in passato.

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Weather Report
Mr. Gone

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Scritto da Alex Marenga Domenica 09 Ottobre 2022 14:13

“Mr. Gone” è uno dei lavori più sottovalutati di tutti gli anni ‘70 e ancora oggi è spesso relegato fra le produzioni minori del gruppo di Zawinul e Shorter pur essendo, invece, uno degli apici toccati dal jazz-rock a livello di ricerca lessicale.
Probabilmente questa incomprensione deriva dall’essere l’album immediatamente successivo a “Heavy Weather” che, oltre ad essere il disco di maggior successo commerciale del gruppo, racchiude alcuni dei loro brani più eseguiti ed emblematici.
La direzione presa dai Weather Report, in pieno spirito Davisiano, è, invece di crogiolarsi nel successo del disco precedente, quella di esplorare nuovi territori, emulando l’approccio sperimentale di “Mysterious Traveller” (1974) considerato da Zawinul il miglior album del gruppo fino a quel momento.
Il tastierista è difronte alle nuove potenzialità offerte dall’elettronica di cui ha sfruttato le possibilità con l’uso dell’ARP2600 solo in minima parte su “Heavy Weather” mentre il mercato dell’epoca sta offrendo nuovi straordinari strumenti come il Prophet V della Sequential Circuits, che risulterà strategico nella definizione dei suoni di questo disco, e le tastiere polifoniche di Tom Oberheim.
La lungimiranza di Zawinul e la sua capacità di esplorare le possibilità dei nuovi strumenti per elaborare nuovi lessici si dimostrerà sorprendente e troverà impreparata la critica, che ancora oggi, in alcuni casi, non ha compreso la direzione intrapresa su “Mr. Gone”.
Zawinul ha invece chiaro, nel 1978, anche alla luce dell’esperienza del “krautrock”, che l’elettronica trasferisce la ricerca musicale dal livello armonico-melodico complesso perseguito dal jazz a quello timbrico e sonoro, sfruttando al massimo le possibilità date dalle tecnologie dello studio di registrazione.
Il disco nel suo complesso è un vero e proprio campionario di possibili interazioni fra le diverse declinazioni del jazz-rock e i sintetizzatori anticipando di decenni sonorità e direzioni che la “popular music” intraprenderà dopo gli anni ’90.
La line-up rispetto a “Heavy Weather” vede dei cambiamenti, oltre ai due fondatori, Joe Zawinul e Wayne Shorter, alla batteria c’è il grande Peter Erskine al posto di Alex Acuna, Manolo Badrena alle percussioni, ovviamente Jaco Pastorius al basso, elemento chiave nel sound del gruppo e punto di riferimento nella ridefinizione del linguaggio del basso elettrico ancora oggi.
Inoltre sono presenti numerosi ospiti Steve Gadd e Tony Williams alla batteria, Jon Lucien, Deniece Williams e Maurice White alle voci.
Il lato A si apre con “The Pursuit of the Woman with the Feathered Hat”, un brano che anticipa il percorso che il tastierista percorrerà anche con “Zawinul Syndicate”, una sorta di etno-afro jazz elettronico modale.
Il brano è sorretto da una serie di linee di sequencer e loop minimalisti di marimba; le linee melodiche di sapore di etnico sono tutte eseguite dalle tastiere in un intreccio elettronico sul quale emergono voci afro-caraibiche del vocalist Jon Lucien.
Il brano decolla ritmicamente con un groove afro e Jaco Pastorius che esegue un tema armonizzato con due bassi elettrici a cui segue un tema corale contrappuntato dai sintetizzatori e da linee di basso fretless e basso synth. Un’operazione di contaminazione che nel 1978 è senza precedenti.
Il finale riporta il mood del brano in una dimensione tropicaleggiante e cantabile.

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Rainbow
Difficult To Cure

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Scritto da Giovanni Loria Giovedì 08 Settembre 2022 20:46

Con  questo quinto full-length in studio, i Rainbow di Ritchie Blackmore completano idealmente la traversata dell’Atlantico, già cominciata col precedente Down To Earth, e si trasformano in band americana a tutti gli effetti.

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Whitesnake
Live... in the shadow of the blues

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Scritto da Gabriele Martelli Domenica 04 Settembre 2022 23:05

Pubblicato nel 2006, questo doppio live mostra come i Whitesnake cerchino di effettuare un passo indietro, transitando dal suono più spiccatamente heavy delle più recenti produzioni verso il rock blues delle origini, riprendendo alcuni brani talvolta esclusi dal repertorio live, sfruttando a pieno il potenziale di una coppia di chitarristi come Reb Beach, capace di sfornare assoli vorticosi tanto cari ai metallers più puri e Doug Aldrich, il cui stile spesso riporta alla mente grandi guitar heroes del passato. Il titolo è una parafrasi di “Walking In The Shadow Of The Blues”, il brano più vecchio in scaletta (tratto dall’album Love Hunter - 1979), proprio a dimostrare il taglio “Old Style” di questo album live.

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Steely Dan
Pretzel Logic

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Scritto da Luca Driol Martedì 16 Agosto 2022 13:59

Chiamarsi come un vibratore a vapore ideato dalla mente di Borroughs per il suo “Il Pasto Nudo”, potrebbe far pensare a un gruppo punk, ma gli Steely Dan sono invece stati (e sono tutt’ora) gli alfieri della miglior fusione tra rock e jazz.

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Ezra Winston
Myth Of The Chrysavides

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Scritto da Gianluca Livi Venerdì 15 Luglio 2022 12:37

Quello degli Ezra Winston è un progressivo di classe, colto, che attinge con dovizia dall’eredità inglese degli anni settanta (e non da quella italiana: un paradosso, se si pensa che con questo lavoro il gruppo diede vita al new progressive italiano).

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