Home Recensioni Masterpiece Muddy Waters - Hard again

Muddy Waters
Hard again

McKinley Morganfield, in arte Muddy Waters nasce in Mississippi nel 1915 con il suono di Robert Johnson e Son House nella testa. Dapprima armonicista in erba, Muddy si avvicina alla chitarra da adolescente, alternando il suo lavoro diurno nei campi a quello di aspirante musicista la notte.

Il giovane talentuoso chitarrista mostra sin da subito un’ attitudine naturale all’utilizzo del bottleneck per il suo languido e melmoso fraseggio slide, supportato da una voce potente che lo accomuna al suo amico e “rivale” Howlin Wolf.
Poco prima di trasferirsi a Chicago, il ventiseienne chitarrista viene immortalato dal grandissimo Alan Lomax in una registrazione rudimentale che ha portato il grande etnomusicologo del Novecento ad effettuare una collazione di veri e propri reperti storici fonografici ripresi direttamente nei campi, nelle chiese pentecostali, nelle barrelhouse dove solevano lavorare e ritrovarsi molti bluesman seminali.(Per una lettura informale e leggera sull’argomento consigliatissima la graphic novel “Lomax – Ricercatori di Folk Songs” di Duchazeau edita da Fandango/Coconino Press ).

Siamo negli anni Quaranta e l’eccitazione del giovane Waters nell’incontrare grandi musicisti come Tampa Red, Sunnyland Slim e Sonny Boy Williamson lo porta a capire che il suo rurale blues del Mississippi ha bisogno di una svolta: nasce la “Muddy Waters Band” , un nucleo di eccellenti musicisti che sviluppano un sound elettrico ed eccitante perfettamente coordinato alla pulsante vita notturna di Chicago.
E’ l’ascesa di uno dei personaggi più importanti del panorama musicale, padre onorario del Chicago Blues e di tutti quegli stili correlati a questa magica musica.

La conquista di un pubblico bianco non tarderà ad arrivare grazie alla mitica presenza nel cartellone del “Newport Jazz Festival” del 1960, immortalato da un famosissimo live album.

La musica di Muddy Waters, targata Chess Records, si mantiene fresca e sempre a livelli eccellenti per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta, dove, tenutosi il suo primo tour in Gran Bretagna, consacra e benedice definitivamente quella che sarà la cosidetta “ British Blues Invasion” che vede emergere astri nascenti come Alexis Korner, The Rolling Stones e John Mayall, ovvero “l’Università del Blues” in Europa.
La vita musicale del bluesman è costellata da successi discografici e tournèe infinite supportate da storiche collaborazioni con artisti indiscussi come Willie Dixon, Jimmy Rogers, James Cotton, Little Walter e Mike Bloomfield fra i tanti.

Negli anni Settanta Muddy Waters pur non subendo una vera e propria battuta di arresto, vivrà la sua esperienza musicale in maniera appagata e senza troppi guizzi. Abbandonata quasi definitivamente la chitarra per dedicarsi totalmente alla voce e tralasciato da parte qualche problemino legato a conflitti con le case discografiche, sarà grazie alla collaborazione con Johnny Winter che il celebre bluesman del Mississippi rivivrà una seconda giovinezza.

L’album “Hard Again” del 1977, primo di tre album sotto la produzione artistica del già citat Winter segnerà la riscoperta del grande bluesman da parte del popolo del Blues e avrà il difficile compito di traghettare questa musica negli anni Ottanta. Vengono rispolverati per l’occasione l’inossidabile “Mannish Boy” che troverà attraverso i solchi di questo album la sua versione ufficiale, “I can’t be Satisfied” primo singolo ufficiale di Muddy registrato nel 1958 e riproposto oggi in una versione acustica capitanata dall’irresistibile slide guitar del produttore albino.

Le nove tracce che compongono l’album sono accomunate tra loro da un Rock-Blues semi-elettrico, coinvolgente e mai invadente, completamente asservito alla voce dello sciamanico leader. Apre in modo incendiario ed ossessivo con il talkin’ sensuale e potente di Waters, per proseguire sulle linee guida di un blues che fa della sua enfasi naturale la sua originalità. Mai una perdita di tono o una caduta di stile.

I brani sono rinvigoriti dallo splendido apporto di musicisti d’eccezione quali James Cotton all’armonica e“Pine-Top” Perkins al piano.
Tutto scorre come durante le mitiche sessions discografiche degli anni Cinquanta: proporre brani blues autografi e non, dall’attacco incalzante e che attraverso un suono emancipato riuscissero a preservare tutte le qualità organolettiche del genere.

Ad oggi “Hard Again” pur non essendo uscito negli anni d’oro del grande autore mississippiano, rimane uno dei capitoli più importanti e a fuoco della sua discografia e del panorama blues mondiale. Album attualmente vendutissimo e in catalogo nella versione rimasterizzata in CD e vinile 180gr.

Un must che trascende dal suo essere Blues.


Muddy Waters – vocals, guitar
Johnny Winter – guitar and producer
James Cotton – harp
“PineTop” Perkins – piano
Bob Margolin – guitar
Charles Calmese – bass
Willie Smith - drums

Anno: 1977
Label: Blue Sky
Genere: Blues


Tracklist:
1.Mannish Boy
2. BusDriver
3. I Want To Be Loved
4. Jelous Hearted Woman
5. I can’t Be Satisfied
6. The Blues Had A Baby And They Named It Rock And Roll (#2)
7. Deep Down In Florida
8. Crosseyed Cat
9. Little Girl

 

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