Artefice da sempre di un Country Rock stratificato e multiforme, Chris Hillman non sempre viene considerato fra i padri effettivi del suo genere. Fautore primario del country visionario di Notorius Byrd Brother con i Byrds, fondatore dei Flying Burrito Brothers di Gram Parsons, Hillman ha messo sempre la sua penna e la sua infinita sensibilità musicale al servizio delle più nobili formazioni della West-Coast americana. Come dimenticare la splendida parentesi nei Manassas di Stephen Stills e nel tripudio Country Pop anni Ottanta della Desert Rose Band. Abile vocalist e chitarrista, arguto bassista e colto mandolinista perfettamente a suo agio nei vasti territori del Folk e dell’Old-Time nonché abile cesellatore di pennellate squisitamente pop negli anni Settanta e Ottanta. Oggi, a distanza di cinquantadue anni dal suo esordio discografico con i Byrds, Chris Hillman ci regala il suo disco più bello e sensibile, completo, amorevolmente concepito insieme al compianto Tom Petty, qui nelle vesti di produttore e musicista. Per la stesura di questa preziosa tracklist l’ex-Byrd sviene supportato dagli amici di una vita come David Crosby nell’evocativa e byrdsiana "Bells of Rhymney" forse più bella oggi che ieri, Herb Pedersen alter-ego di Hillman nella Desert Rose Band e in quasi tutti i brani di quest’album così come il virtuoso chitarrista John Jorgenson. Non manca alla rimpatriata l’amico Roger McGuinn con la sua iconica 12-corde nella bellissima "Here She Comes Again". A supporto della causa non possono mancare neanche loro, gli Heartbreakers di Petty, perfettamente in grado di ricreare quel clima in stile American Recordings di Johnny Cash che tanto conoscono bene. Bidin’ my Time è un album suonato con estremo rigore artistico, ma anche con grande serenità e libertà di espressione. Agli intrecci dolcemente folk delle chitarre acustiche, gentili e panoramiche, fanno da contrappunto gli inserimenti old-time del mandolino di Hillman, il violino fiddle di Gabe Witcher e il piano di Benmont Tench. Tra episodi credibilmente folk ("Walk Right Back", "Such Is The World That We Live In") e il country più viscerale della già conosciuta "New Old John Robertson" scritta a quattro mani con Roger Mc Guinn, si arriva all’ epilogo di un viaggio campestre durato mezzo secolo. Giungono a noi le note finali della lucente "Wildflowers" supportata da un violino quasi cajun, inconsapevole e tenera marcia funebre per il suo autore che ci lascia con lo scampanellio finale del mandolino di Hillman, il quale, come padre spirituale, lancia per ultimo la sua rosa del deserto. |
Chris Hillman: Lead vocals, bass, mandolin Guest: Anno: 2017 Tracklist: Produced by Tom Petty
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