Recensione a cura di Gianluca Livi - Foto report a cura di Bartolomeo Varchetta

Qui il link alla galleria forografica del concerto

La Casa del Jazz conferma la qualità intrinseca del suo palinsesto, ancora e sempre ricchissimo, che esordisce magnificamente, sublimando un pezzo di storia westcoastiana, con il concerto acustico del leggendario Graham Nash. 
Forte di due recenti pubblicazioni - la biografia "Wild Tales" e l'album di inediti "This Path Tonight" (abbiamo largamente esaltato il secondo, recensendolo QUI) - il folk singer sceglie dal vivo di proporre una formula assai efficace che privilegia l'attitudine intimistica dell'archetipo acustico.

Con lui, il giovane tastierista Todd Caldwell (un veterano del circuito Crosby Stills Nash, avendo con loro suonato per 8 anni, oltre ad aver collaborato, tra gli altri, con James Taylor, Bonnie Rait, Jackson Brown, Joe Walsh) e il chitarrista Shane Fontayne (che vanta permanenze nelle backing bands di Sting e Bruce Springsteen).
A costoro vanno anche riconosciuti meriti vocali, avendo supportato in maniera encomiabile un gigantesco singer quale Nash, cosa difficilissima, se si pensa agli innumerevoli intrecci corali che permeano ogni suo singolo brano.
Del resto, la regia dell'inglese è eccellente: i brani - prevalentemente attinti dagli anni '70 - proposti nella triplice e suggestiva formula vocale, conservano il loro potenziale comunicativo anche grazie a testi che, per ammissione dello stesso autore, risultano tuttora estremamente (e tristemente) attuali: si pensi, in tal senso, a quanto espresso in "Military Madness" o "Immigration Man", entrambi puntualmente eseguiti.

Quando poi si ritiene che il substrato emotivo abbia toccato la punta, Nash si gioca la carta della celebrazione, proponendo un pezzo ciascuno dei suoi storici partner, un'altro degli Hollies, sublimando, infine, un caposaldo dei Beatles come "A Day In The Life": ora, per cercare di percepire il livello qualitativo offerto da quest'uomo sul palco, si ricordi la complessità strutturale che caratterizza il brano appena citato e si ipotizzi una versione acustica dello stesso. Pare impossibile, vero? Non per lui: linearità espressiva e voce incredibilmente tersa, unite ad arrangiamenti superbi, grazie anche alla compenetrazione mai invasiva di chitarra slide e tastiera soffusa, sono le componenti che rendono vincente un'impresa titanica: non soltanto confrontarsi con il repertorio inarrivabile di una leggenda come i quattro di Liverpool, ma farlo in versione acustica, permanendo in campo altrettanto credibile.

Finito il concerto e raggiunto l'artista nel privato, è stato un vero piacere ricevere da lui il consenso meravigliato di chi non ci aveva pensato, allorquando gli è stato ricordato che, con molta probabilità, egli è l'unico artista al mondo capace di testimoniare la Londra della Swinging Sixties e i sapori acerbi del '68 americano, avendoli vissuti entrambi, da assoluto protagonista, su due diversi continenti.

Graham Nash: vocals, guitar, piano
Shane Fontayne: guitars, vocals
Todd Caldwell: keyboards, vocals

Data: 02/07/2018
Luogo: Roma - Casa del Jazz
Genere: Rock folk

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