Home Recensioni Live Mr. Big / Dobermann - Monte Urano, Bambù Festival, 10 agosto 2024

Mr. Big / Dobermann
Monte Urano, Bambù Festival, 10 agosto 2024

Serata controversa, quella del 10 agosto scorso, al Bambù Festival: da un lato una prestazione non eccelsa dei Mr. Big e la defezione all'ultimo minuto dei Vandenbergasseritamente dovuta a perdita di volo aereo da parte del chitarrista olandese; dall'altro, il concerto strepitoso dei Dobermann e un'organizzazione piuttosto impeccabile, sublimata, peraltro, dalla presenza di personale estremamente cortese e disponibile (preme evidenziare che uno di loro ha risolto con apparente disinvoltura ed inaspettata celerità un problema piuttosto rilevante rappresentato da chi scrive).

Partendo dai gruppi spalla, l'assenza dei Vanderberg ha di fatto permesso ai colleghi torinesi di dilatare la propria esibizione ad un'ora e 10 minuti, spalmata su una quindicina di pezzi. È difficile imbattersi in un gruppo strutturato in termini basici (chitarra, basso e batteria) che sia capace di colmare dal vivo il vuoto sonoro che si crea durante gli assoli chitarra elettrica: i Dobermann sono fra questi, grazie ad una chitarra totalizzante ma anche ad un basso in grado di creare un background sonoro a dir poco avvolgente. Carismatici, energici, pieni dominatori del palco, i tre hanno lasciato ben pochi sopravvissuti, eseguendo pezzi a propria firma, tutti cantati in lingua inglese, perfettamente in bilico tra Ratt e Motley Crue. Al riguardo, preme quantomeno citare la cadenzata "Rock Steady", la trascinante "Pure Breed", la radiofonica "Stiff Upper Lip" nonché una perfetta ed inaspettata versione di "Hot For Teacher" dei Van Halen, unica cover della serata. 
L'organizzazione deve ringraziare immensamente questi ragazzi se, dal pubblico, non si è levata la minima lamentela in ordine all'assenza dei più rinomati Vandenberg (1).
Venendo agli headliner della serata, a fronte di una prestazione impeccabile di Paul Gilbert e Billy Sheehan, la tracklist e la performance di Eric Martin sono apparse deludenti: più nel dettaglio, sono stati ignorati gli ultimi ottimi quattro dischi ("What If...", "The Stories We Could Tell", "Defying Gravity", "Ten"), nonché gli album con Richie Kotzen alla chitarra, altrettanto pregevoli ("Get Over It" del 1999 e "Actual Size" di tre anni dopo), con la conseguenza che un Eric Martin evidentemente non più in grado di garantire gli stessi livelli qualitativi raggiunti in gioventù, ha offerto una prestazione mediocre che ha fortemente penalizzato la resa complessiva del concerto. Ormai, e duole constatarlo, egli non è più in grado di cantare il repertorio degli anni '80 e '90 quindi risulta doveroso chiedersi quale sia il senso di proporre dal vivo "Lean Into It" addirittura quasi per intero (tralasciati soltanto "Just Take My Heart" e "A Little Too Loose"). 
Si, è vero, il duello tra le chitarre acustiche imbracciate da Gilbert e Martin è risultato simpatico e il giochetto del basso suonato da quest'ultimo quando era ancora a tracolla di Sheehan, impegnato con l'armonica, è apparso moto scenico, ma per il resto, si ritiene che sia arrivato il momento, per il quartetto, di archiviare definitivamente lo storico moniker, peraltro anche ignorato anche a livello esecutivo: al mitico pezzo dei Free, infatti, sono stati preferiti "Wild Word" e "Baba O'Riley", rispettivamente di Cat Stevens e Who, i quali, pur facendo parte da tempo del repertorio live, hanno ormai abbondantemente e definitivamente stancato.
Non è finita: abbiamo già parlato della performance impeccabile di Paul Gilbert, ma resta del tutto inspiegabile sia la proposta ad libitum del main theme di Rocky durante la sua performance solista, sia lo stravolgimento dell'assolo di "Alive and Kickin'", scelta inopinabile e meritevole di arresto immediato in flagranza di reato; infine, e concludendo, Nick D'Virgilio, il batterista impiegato nell'ultimo album (già leader degli Spock's Beard), non ha fatto in tempo ad entrare nella band che è già fuori dai giochi, indisponibile perchè asseritamente impegnato in tour con i Big Big Train (sostituito dal brasiliano Edu Cominato, ad onor del vero davvero impeccabile).


(1) La redazione di A&B aveva in passato provato ad organizzare sia un'intervista ai Dobermann, sia la rece del loro ultimo disco, iniziative poi non portate a termine a causa di reciproci, concomitanti impegni: lanciamo quindi ora un secondo invito al combo piemontese, sperando vivamente di concretizzare entrambi progetti.



Mr. Big
Eric Martin - voce, chitarra acustica
Paul Gilbert - chitarra acustica, chitarra elettrica, cori
Billy Sheehan - basso, cori, armonica
Edu Cominato - batteria, cori

Dobermann
Paul Del Bello – voce, basso 
Valerio "Mohicano" Ricciardi – chitarra, cori
Antonio Burzotta – batteria, cori

Tracklist Mr.Big:
Addicted to That Rush
Take Cover
Daddy, Brother, Lover, Little Boy (The Electric Drill Song)
Alive and Kickin'
Green Tinted Sixties Mind
CDFF-Lucky This Time
Voodoo Kiss
Never Say Never
My Kinda Woman 
Road to Ruin
To Be With You
Wild Word
Guitar Solo
Colorado Bulldog
Bass Solo
Shyboy
Baba O'Riley

Tracklist Dobermann:
Shaken To The Core
Stiff Upper Lip
I Need A Holiday
Stuck In Traffic
Summer Devil
Please Don't Touch
You Talk It You Walk It
Drum solo
Pure Breed
Rock Steady
Howlin’
Taking In The Outtakes
War Thunder
Hot For Teacher

 




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