Dado, al secolo Gabriele Pellegrini, torna a teatro con uno spettacolo che unisce abilmente due format: il primo recupera il suo archetipo comico, perfettamente in bilico tra stand-up comedy e cabaret; il secondo si sostanzia nella re-union dell'organico musicale “Dado e le pastine in brothers“, composto da ben 11 elementi, tra fiatiste, coriste e classici strumenti della formula rock (chitarra, tastiere, basso e batteria). Il risultato è assai convincente. La band - che ha origini antichissime, essendo nata ai tempi del liceo, ed è entrata nel Guinness dei Primati con "La canzone più lunga del mondo" - propone un repertorio scritto dallo stesso Dado, a vocazione assai dissacrante, incurante della rigida cornice del politicamente corretto, totalmente assente negli anni '90. L'organico, di fatto, funge da supporto all'artista nelle sue divertenti profusioni monologhiste, talvolta anche improvvisate, non di rado concretizzate varcando la quarta parete, previo coinvolgimento di singoli elementi del pubblico. Se si escludono le parodie dei noti brani "Tu vuò fà l'americano" e "Il tempo di morire", rispettivamente a firma di Renato Carosone e Lucio Battisti, già largamente proposte in altri spettacoli dell'artista (tra questi, preme citare il valido "Dado a tutto tondo"), l'opera è totalmente inedita, in grado di strappare continue risate, sublimate sia dalla possibilità di ascoltare musica ottimamente cantata - non soltanto dall'ideatore e regista, ma anche dalle bravissime Cristiana Polegri e Alice Pellegrini, rispettivamente moglie dell'attore Stefano Fresi e figlia dello stesso Dado - suonata anche meglio (basti dire che, in un brano, trova spazio anche la colta citazione di "Birdland", degli immensi Weather Report), sia dalla presenza del citato attore che, raggiunto il palco, si unisce all'organico suonando le tastiere ne "Il finale più lungo del mondo" (ogni sera, il combo coinvolgerà artisti esterni di volta in volta diversi, di cui, volutamente, non sono stati forniti i nomi). Se ci è permesso un umile suggerimento, giacché la qualità acustica non è ottimale (unico neo della performance), si consiglia una sensibile riduzione del volume degli strumenti tutti, purtroppo in grado di soffocare la voce solista, impendendo talvolta la comprensione del testo cantato. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 21 aprile 2023. |
DADO E LE PASTINE IN BROTHERS
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