Li avevamo lasciati circa un anno fa con il loro primo Demo intitolato Modern Vision of Human Madness, giovani, pieni di grinta e voglia di fare ma ancora relativamente acerbi nei suoni e con molto rodaggio da fare prima di trovare quei meccanismi e quelle sinergie che fanno di un gruppo di gente che suona ... una band.
Li ritroviamo adesso, sempre giovani, sempre pieni di grinta e voglia di fare ma con un evidente processo di crescita e maturazione compiuto, processo che li ha portati a presentare al pubblico questo intitolato Conjuring the Void, che fa da antipasto in vista del loro primo album, previsto per il Febbraio 2009 per i tipi della Punishmen 18; stiamo parlando dei deathster milanesi Kadavar. Notevole e trovo ulteriormente necessario sottolinearlo il progresso fatto dai Kadavar in questo anno appena passato, i ragazzi milanesi con questo Conjuring the Void ci presentano 3 pezzi che, come il predecessore si mantengono vicini ad un Death Metal sempre fedele alla vecchia scuola di Death, Morbid Angel, Obituary e Carcass ma con innesti di elementi tecnici più vicini alla concezione più moderna del genere. I suoni sono più puliti, figli di una produzione sicuramente di buon livello ed i meccanismi all'interno della band dimostrano che il rodaggio di cui parlavo in apertura di recensione è stato abbondantemente superato, mostrando adesso un feeling tra i vari strumenti sicuramente adeguato, anche il songwriting si dimostra ricco, fornendo, già a partire dal brano di apertura, l'ottimo "Morbid Sense of Weakness" o nella seguente "Global Collapse", un campionario di situazioni sonore varie e ben strutturate, partendo dai soli fino alle linee di chitarra, dal taglio personale ed accattivante. Su tutto ritmiche sempre aggressive ed un riffing assolutamente trascinante e carico di rabbia, ne è valido esempio la conclusiva "Return to Ashes". Da rivedere giusto per essere precisi, il suono della batteria, che specialmente per quel che riguarda il blast beat appare un pò troppo metallico e con poca profondità, da segnalare al riguardo il cambio di batterista avvenuto nel Dicembre 2007, con Filippo Mantovani che lascia il posto a Davide Bacchetta Ma in conclusione non mi resta che complimentarmi con i Kadavar, 3 ottimi pezzi che ci han mostrato una band molto maturata e che se ci presenta questo EP come antipasto non può che prepararsi a servirci un full-lenght sicuramente ricco e "gustoso", li aspettiamo con piacere. Complimenti. 77/100
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Lorenzo Bidoli: Chitarra e voce Anno: 2008 Sul web: |