Quando l'amico Salvatore mi ha chiesto se volevo scrivere delle note sul primo album degli Alphaterra spiegandomi che si trattava di un gruppo italiano e che il lavoro era interamente strumentale non ho esitato un attimo a dire si.
E' vero che un album strumentale può rivelarsi ostico o anche talvolta noioso, ma memore di opere quali Monet vol.2 dei XII Alfonso, oppure Prismosfera degli Stereokimono o ancora il recente Labirinto d'acqua degli Yugen che mi avevano favorevolmente impressionato, ero convinto che avrei ascoltato un lavoro pregevole. E così è stato. La duo/band è composta dal chitarrista/bassista Giorgio Gabriel e da Gianni Viaggi alle tastiere. Le composizioni, dodici e mai di lunga durata, si ispirano come era il caso dei Conqueror di "74 giorni" al tema del viaggio: ma questa volta non un viaggio reale, bensì un viaggio immaginario che porta noi ascoltatori dalle highlands scozzesi ai fiordi norvegesi, dalla dolce Provenza alla Patagonia, dal desolato Antartide al solare Brasile in un succedersi di emozioni intense. Le fonti di ispirazione della band sono molteplici: si passa con estrema naturalezza dal Mike Oldfield d'annata, alla fusion, dalle improvvisazioni di stampo jazzistico a reminiscenze genesisiane, da un tocco folk a spruzzate più rock. All'interno di tutto questo "melting pot" sonoro, mi sembra di poter tranquillamente affermare che prevalga comunque il gusto raffinato di Giorgio e Gianni, che senza forzature od ostentazione di capacità, peraltro innegabili, sanno toccare le corde giuste e condurci per mano lungo i sentieri sonori da loro creati con garbo e naturalezza. Unico neo, a mio parere, è l'assenza di un batterista di ruolo (le parti di batteria sono programmate) che avrebbe permesso un ulteriore salto di qualità al lavoro. Emozionante 80/100
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Giorgio Gabriel: Chitarre e Basso Anno: 2007 Sul web: |