SUM, continuando nel paragone "gastronomico", è una nouvelle cousine per palati fini non dissapita e scondita come ci si aspetta dalla cucina d'alta classe ma al contrario ricca di gusto e sapore ed è proprio questa ricchezza che permette al lavoro degli Outopsya di recitare, a mio parere, un ruolo da protagonista tra i dischi di questo fine 2009 e lo vede molto ben proiettato verso il futuro.
Poliedrico e multiforme negli aspetti musicali, toccando e lambendo territori che vanno dalla fusion, al Metal, dal Progressive Rock alla psichedelia fino alle ricche dinamiche dell'elettronica, SUM è tutto fuorchè un lavoro facile, è un opera in cui i tempi dispari e le costruzioni armoniche volutamente dissonanti abbondano, in cui i riff sono autentiche mazzate ed i lunghi soli di chitarra dall'impostazione sia jazz che Metal si intrecciano con gli intricati giochi lirici, laddove le linee ritmiche, specialmente quelle di basso, (davvero bravo Evan Mazzucchi), assurgono costantemente ad incontrastate protagoniste con le atmosfere che si tingono di un Prog avanguardista capace di guardare con occhio lungimirante sia al passato: King Crimson, Gentle Giant che al presente: Voivod, Sleepytime Gorilla Museum, Mastodon.
L'apertura di "Lords of hate" è spiazzante all'inizio per poi assumere i toni di un autentico assalto frontale dal riffing poderoso e potente, nella successiva "Mothal" incontriamo per la prima volta la bella voce di Ylenia Zenatti in una cavalcata epica, che si tinge di jazz specialmente grazie agli splendidi soli di chitarra di Luca Vianini. Il potente basso di Evan Mazzucchi ci accoglie in apertura della cupa "MUS", più "convenzionale" è "Don't Mind" brano che strizza parecchio l'occhio a certe sonorità care agli Sleepytime Gorilla Museum, mentre "Tarred Life" è il pezzo più canonicamente Metal dell'album. Dal sapore più squisitamente Progressive è "Mechanical 7", mentre l'elettronica ci accoglie in apertura di "SandNess", per poi sfociare in un lunghissimo brano claustrofobico guidato dalle possenti linee di basso di Evan Mazzucchi a mio parere il pezzo più raffinato del lotto. Chiude la ultrasperimentale "SUM" che rivolta letteralmente quanto ascoltato finora ....
Se proprio vogliamo cercare dei difetti possiamo notare che l'eccessiva dinamicità della partitura porta alla tendenza, talvolta, a "perdere" il filo del discorso sonoro ma si tratta di inezie di fronte alla grande capacità di miscelare trame così diverse tra loro senza mai indulgere nell'autocompiacimento e senza usare il facile mezzo del virtuosismo per legare assieme partiture talvolta anche contrastanti, l'abilità di giocare con le ritmiche, con la linea melodica e con le liriche è invece estremamente appagante in tal senso. Un disco quindi decisamente complesso ed articolato che necessità di particolare dedizione ma che risulta convincente e gratificante per l'ascoltatore capace di affrontarlo con mentalità aperta; l'ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che in Italia vi sono realtà estremamente capaci dal punto di vista tecnico e dotate di grande originalità nel costruire partiture ricche ed interessanti, sicuramente mai banali. Consigliato, come d'uso, a tutti coloro che non hanno timore nell'avventurarsi in commistioni di generi che spesso fanno storcere il naso ai puristi, ai benpensanti ed ai "bacchettoni" musicali.
80/100
Luca Vianini: Chitarre, voce, synth, drum score
Evan Mazzucchi: Basso
Ylenia Zenatti: Voce su "Mothal" e "Don't Mind"
Anno: 2009
Label: Videoradio
Genere: Avantgarde/Experimental/Progressive Metal
Tracklist:
01. Lords of hate
02. Mothal
03. MUS
04. Don't mind
05. Tarred life
06. Mechanical 7
07. SandNess
08. SUM