Ecco uno di quegli album che di sicuro già dopo il primo ascolto invita immediatamente ad un secondo, ecco un album che di sicuro si lascia ricordare, che di sicuro da più di una ragione per far parlare di se, ecco un disco di quelli che si possono tranquillamente definire "particolari", "unici"; se cercate un disco che sia completamente e totalmente originale, diverso, pazzesco ed al tempo stesso sicuramente geniale allora lo avete trovato, se siete alla ricerca di qualcosa che non sappia di già sentito, se siete alla ricerca di qualcosa che sicuramente colpisce dovete assolutamente ascoltare questo "The Butcheris Ballroom" degli svedesi Diablo Swing Orchestra al loro debut album.
Definire il tipo di musica della Diablo Swing Orchestra non è cosa facile, musica difficile da etichettare secondo schemi predefiniti, musica impossibile da catalogare in maniera ferrea, sarebbe in questo occasione forse e finalmente il caso di cominciare a parlare semplicemente di musica, ottima musica, musica libera, svincolata, musica suonata e scritta da un gruppo sicuramente dotato di grande personalità, oltre che ovviamente di una grandissima abilità tecnica e compositiva. Su "The Butcheris Ballroom" troviamo veramente una gustosissima varietà di suoni, di atmosfere e di sensazioni; suoni ed atmosfere che si intrecciano, si mischiano, si inseguono, giocano tra loro e con l'ascoltatore, suoni ed atmosfere che vanno dal boogie della traccia di apertura "Balrog Boogie" al flamenco di "Poetic Pitbull Revolutions" alla classica Opera italiana di "D'Angelo" (con il cantato in italiano), ai richiami orientali e tibetani di "Gunpowder Chant", agli accenni Jazz sparsi un pò ovunque così come i continui riferimenti classici, alla grande voce soprano di Annlouice Loegdlund, tutto questo abilmente amalgamato con la chiara base Metal che è sfondo più o meno nascosto di ogni canzone, base Metal che va dal Gothic all'Heavy classico, dall'epic al Progressive, base Metal che fa capolino con maggiore chiarezza e senza molti sotterfugi nella seconda parte di "The Butcheris Ballroom" a cominciare dall'epica "Velvet Embracer", per proseguire con "Infralove" e via via in tutte le canzoni che vanno a chiudere questo album. Il risultato quindi è un album imprevedibile, assolutamente non lineare e completamente fuori dagli schemi, un album come ho già detto che è praticamente impossibile inquadrare in schemi predefiniti, un album che rappresenta un viaggio, un viaggio certo attraverso la musica ma al tempo stesso attraverso i popoli e le genti facendo abbondante uso grazie ai molti riferimenti alla musica tradizionale e popolare, trasposta ovviamente in chiave metal. Sicuramente originale, atipico, diverso, affascinante e comunque semplicemente geniale, assolutamente da ascoltare. 85/100
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Daniel Hakansson: Chitarra voce Anno: 2006 |