Home Recensioni Album Novembre - The Blue

Novembre
The Blue

I maestri sono ritornati alla ribalta con il nuovo album “The Blue” supportati da una label a tutto tondo quale l’inglese Peaceville Records! Non ho davvero l’ombra del dubbio a descrivere questo album come la somma definitiva della loro carriera, un disco maturo costernato da drappelli di maestosa epicità ed implacabili assalti di spessore ed eleganza indefinibilmente emozionanti che catapultano la band ormai ai vertici del panorama mondiale a differenza del loro fiero trascorso da vera underground band, questo è dimostrato dal fatto che precedentemente non era mai successo di vedere due album dei nostrani a così breve distanza l’uno dall’altro.

Sembra passato poco tempo dal loro debut “Wish I Could Dream it Again” ed invece, ormai a ben 13 anni di distanza, è di tangibile evidenza la crescita evolutiva della band oggi accomunata agli alti livelli del gotha musicale più raffinato e professionale (Opeth, Katatonia, Anathema, My Dying Bride, etc…) grazie alla registrazione impeccabile e davvero ben studiata, congeniata nei minimi particolari e mantenendo tuttavia quella variegata malinconia sensibilmente isterica e imprevedibile propria dei medesimi ed espressamente personali primi passi del loro debut e qui è certa la peculiarità del loro raro stile unico di certo simile ad altri esempi in alcuni momenti (comunque sviluppati in parallelo con la band Romana di origine Catanese ) ma nell’insieme vincente e originale.

Nel corso dei 68 minuti del cd abbiamo una carrellata di entusiasmanti pennellate di veri artisti in pieno possesso della propria tecnica, non c’è nulla che non sia al suo posto ed anzi per certi frangenti si ha la sensazione di meraviglia di fronte a inaspettati fraseggi che sorprendono per la loro immediatezza, per il soave intimistico, semplice egocentrismo; gli accordi si dilatano uniformemente e le cavalcate imponenti sollevano una costante polvere d’argento che ravviva tutto il mondo che circonda l’ascoltatore e l’arte dei Novembre.
Un gioco di chiaro/scuro si alterna nelle lunghe suite del disco, ad apici di esaltazione susseguono contrappunti musicali eleganti e strutture esilmente architettoniche basate su fondamentali di musica metal estrema, musica classica e gotico raffinato ma tutto sommato cementati da una vena progressiva, condite a dovere dalla voce di Carmelo Orlando che come tutto i componenti del resto denota la solita versatilità ad accompagnare e migliorare con il proprio sprint decisivo diversificando con screaming, growl e voci pulite, tendenzialmente e volutamente sul filo della lieve stonatura, i caldi momenti malinconici, leggeri o carichi di tensione e pathos straziante.
Ciò che mi ha colpito è la bravura pura del batterista Giuseppe, fratello di Carmelo, con l’assoluta padronanza dietro le pelli ed un uso intelligente e mai eccessivamente ‘tecnicistico’ dello strumento, badando più alle riflessioni, alle assonanze sempre calzanti nella scelta e dissonanti accenti alla bisogna, mai parti accademiche su ritmiche altisonanti e ultra intricate con un lodevole utilizzo della doppia cassa come accompagnamento ed ulteriore stratificazione del sound.
Da non dimenticare il suo fondamentale contributo dietro la consolle, infatti “The Blue” credo sia stato registrato interamente nei suoi ‘The Outher Studios’ di Roma, sempre più crocevia di registrazioni per vere band che cercano professionalità e competenza.
Ottime anche il resto delle ritmiche e le chitarre di Massimiliano Pagliuso dal tocco semplice, personale, affascinate/affascinanti melodie e vellutati riffing che bene si incastonano negli inserti delle dolci acustiche e classiche ... o ipnotiche atmosfere create dagli incroci di arpeggi elettro-acustici e le montagne di refrain dai diversificati effetti e distorsioni.

Di solito non faccio una recensione ‘song by song’ ma stavolta il disco merita così come meritano i nostri Novembre.
Gia dalle primissime note di “Anemia” si sente la lontana eco dello stile Novembrino di “Wish I Could Dream it Again”, giusto il tempo di assaporare malinconicamente vecchi tempi passati che il brano implode su se stesso con una pomposa apertura katatoniana per poi spegnersi nella sublime melodia quasi pop e molto orecchiabile riflessa nella tensione ringhiosamente ululante del finale sospeso tra sogno e delirio. "Triesteitaliana" ritmata sincopaticamente mi ricorda la migliore lezione di Anathema ai tempi di "Alternative 4" ma poi come semplice conseguenza della prima si trasforma in un connubio licantropico anche stavolta ai limiti del più efferato estremismo (un break quasi black metal) spezzato dalle parti acustiche (trade mark assolutamente di matrice Novembre) ma sempre con nel cervello quel non so che di sapore doomgothmetal inglese.
Cobalt Of March” abusa di atmosfere dal cieco malessere tipico del gruppo aggrappandosi alle melodie goticheggianti classiche e molto imponenti, ma poi si finisce per arrivare alla più bella della serie: “Bluecracy”, orecchiabile, molto matura seppure avvolta da un non so che di gia sentito che la rende ancora più invitante, con quella voce di Carmelo sofferta e come dicevo prima che pare al limite, caratteristica questa di chi è propriamente padrone del suo stile vocale e che si conclude con un tempo ritmato quasi caraibico.
Architheme” annovera tra le sue note la monoliticità delle funeral doom bands, con un gotico che cola macignoso ed inesorabile, molto anni ’90 diventa quasi una track ‘normale’ se non fosse per la cattiveria che si incanala nella parte conclusiva, “Nascence” invece offre uno stile ancora più da gothic metal band standard con il solito duetto male-female, ma non per questo trascurabile, così come non è trascurabile l’assolo centrale di Massimiliano; in “Iridescence” c’è spazio per la fusione ancora di stile in pieno progressive death dall’impronta Opethiana fusa con il solito alone romantico e mai auto-commiserativo (o commemorativo, vedete voi ...) a la Novembre style, tranello nel quale invece la band svedese è caduta negli ultimi tempi ed in maniera molto noiosa.
Passando a “Sound Odyssey” cresce in me la voglia di acustico ed ecco invece una song ai limiti con la massima esaltazione decadente con un utilizzo delle doppie voci ed una esplosione ancora una volta convincente poiché frutto di una stesura musicale e mai di una improvvisata struttura scopiazzata, anche se l’epico ridondante dalle sinuose forme ricorda molto lo stile ‘gothic’ primigenio.
"Cantus Christi" e "Zenith" sono tracce che restano impresse nella mente, una accattivante e funesta come il testo del resto con una conclusione a la Ennio Morricone, e l’altra molto strumentale con un ‘reprise’ finale che meraviglierà i più affezionati ed una geniale spirale prog , c’è poi “Argentic” che mi ricorda un pochino nel feeling un cavallo di battaglia di una band poprock anni ’90 denominata A-Ha e la conclusiva “Deorbit” anche questa molto rock, carica di pathos e scoppiettante, giusto epilogo per un disco che vorrei non terminasse mai.

In definitiva "The Blue" mi piace assai ed altro non è che la naturale evoluzione di una band di assoluto successo, un fiore all’occhiello del panorama italico.
Non ho dubbi a definire questo disco come un fondamentale del genere, ai tempi d’oggi è difficile nel mondo delle cose e della musica imposte rigenerarsi, i Novembre ci riescono ed in maniera sempre esaltante e moderna, ve lo dice uno che bene o male sta dentro il genere da anni e che sa riconoscere quando c’è del talento, i Novembre lo hanno sempre dimostrato e non hanno mai rubato niente a nessuno come spesso purtroppo accade ai gruppi che saccheggiano riff, idee e stili le band estere più famose: Bravi!

90/100


Carmelo Orlando: Chitarra, voce
Giuseppe Orlando: Batteria
Massimiliano Pagliuso: Chitarra
Luca Giovagnoli: Basso

Anno: 2007
Label: Peaceville Records
Genere: Dark/Gothic Metal

Tracklist:
01. Anaemia
02. Triesteitaliana
03. Cobalt Of March
04. Bluecracy
05. Architheme
06. Nascence
07. Iridescence
08. Sound Odyssey
09. Cantus Christi
10. Zenith
11. Argentic
12. Deorbit

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.