Sono in pochi a saperlo, ma ma quella degli Spitfire è stata una delle prime formazioni in campo nazionale, se non la prima in assoluto, ad essere stata riconosciuta come Heavy Metal.
Nati a Verona nel lontano 1981 dopo vari assestamenti della line-up e qualche demotape registrato, nel 1986 si sciolgono. Nel frattempo sono emerse di prepotenza altre realtà dello stivale, e presto sia il pubblico che la stampa si dimentica di loro (non quella straniera, che definisce gli Spitfire "futura stella dell'Heavy mondiale" paradossalmente qualche mese dopo lo split). Nel 2002 l'etichetta Andromeda decide di fare uscire un CD che raccoglie tutte le registrazioni pubblicate dalla band tra il 1982 e il 1986 e nonostante una sola esibizione nel 2004 e la pubblicazione di un disco dal vivo, si è dovuto attendere il 2010 e la lungimiranza della My Graveyard Productions per sentire il primo vero album di inediti del trio veneto: Time and Eternity. Il lavoro, composto da 12 tracce tra Hard e Heavy scritto e suonato con gran classe, dimostra come tutti gli aggettivi entusiastici sprecati per la band nel passato non fossero esagerati, ma pura constatazione dei fatti. L'opener "Spirit of the Mountain" è pregna di quella epicità maestosa che solo i Rainbow di fine anni '70 erano capaci di trasmettere, col testo dedicato alla causa dei Nativi Americani ed un ritornello di grande respiro e potenza. Meno immediata ma dal respiro più Hard Rock '70s è "One Night with Mephisto" (essi, il Diavolo nel bene o nel male ci mette sempre lo zampino) e rende bene l'idea di come Giacomo Gigantelli oltre che ad essere un buonissimo bassista abbia anche una voce molto espressiva ed evocativa. E' ancora la melodia, il refrain facile ma mai scontato a farla da padrone in pezzi come "The Challenge", "Soul Trader" (dal pattern più cupo rispetto alle altre) e "Limbo", molto vicina come struttura alle forme di Rock duro inglesi di inizio anni '80. Chiude la pragmatica e bellissima "Rock Commando" un manifesto lirico della loro appartenenza alla scena italica, che dinnanzi a questo lavoro non può far altro che togliesi il cappello. Tra tanta bontà vanno anche segnalate l'inno alla vita "Boy's Riot" e la strumentale "Escape from Babylon", nella quale viene sfoggiato uno splendente virtuosismo maideniano dettato dal grande groove di basso e accompagnato da una serie di splendidi assoli di chitarra. We are Italian Metal Band, We Play Every Day Every Night Concludendo, Time and Eternity è un lavoro al limite della perfezione, suonato con grande ardore e perizia tecnica, devoto al genere e pieno zeppo di brani orecchiabili e vincenti. L'auspicio è che questo sia soltanto la prima di tante occasioni per sentire la loro splendida musica e la speranza maggiore e che adesso, nessuno voglia dimenticare una delle formazioni più "fedeli alla linea" e travolgenti della musica Italiana, quella vera. 87/100
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Giacomo Gigantelli: Voce e basso Anno: 2010 |