Se amate il suono del Fender Rhodes, Tid är Ljud è l’album che fa per voi. Non che tutti gli altri appassionati della scena prog non possano godere di questa piccola gemma, ma è fuori dubbio come sia l’utilizzo massiccio del Rhodes il tratto più significativo del sound di questa nuova band di Stoccolma.
100% prog nordico, intenso e malinconico quanto basta, ma con una marcia in più: certe sequenze, guidate proprio dal piano elettrico, che ricordano da vicino la circolarità ipnotica dei Magma, o di alcuni King Crimson. Non inganni la scorrevole Helgamarktz, provvista della consueta riuscitissima miscela a base di melodie Howiane di chitarra elettrica, sintetizzatori vintage, batteria a fusti grossi e inserti percussivi: è con la successiva Syrenernas Säng che i Gosta Berlings Saga iniziano a mettere le carte in tavola. Brani che oscillano tra gli otto e i dieci minuti, caratterizzati da un piano elettrico quasi meccanico, tintinnante e implacabile nel dettare i tempi alla ritmica, mentre alla chitarra è lasciato spazio per muoversi con una maggiore libertà. I risultati sono alterni, e forse alla lunga la dinamica dei brani suona un po’ ripetitiva… ma come non sottolineare il fascino di pezzi come Aniarasviten, in cui la tavolozza sonora si arricchisce delle tinte pastello del flauto, o della poesia di un violoncello, per poi annuvolarsi repentinamente intorno a una melodia di chitarra wahwahata che sembra chiamare la grandine dal cielo? Come non ricordare l’implacabile marcia di Tog du Med Dig Naturen ?, in cui sono la solina e il violino a rendere ancora più palpabile il senso di attesa, fino alla sterzata finale ? Tid är Ljud è un debutto sicuramente positivo, a conferma che la scena prog nordica, grazie anche all’impegno di Transubstans Records, sta riuscendo a sfornare novità di ottimo livello. |
Alexander Skepp: Batteria, mellotron, solina Anno: 2006 |