Ventesimo capitolo per l’infaticabile Christofer Johnsson e soci. Il disco in questione non fa altro che confermare l’ottimo livello della band che, a soli tre anni da “Lemuria” e “Sirius b”, ritornano con un nuovo doppio (stavolta fortunatamente venduto in un unico package).
Sebbene tutto lavoro sia abbastanza omogeneo e compatto bisogna ammettere che ci sia lieve dislivello che la prima parte dell’album assume rispetto alla seconda. Brani come l’imponente “Son Of The Staves Of Time”, la successiva “Tuna 1613”, dai forti richiami hard rock, e la folkloristica titletrack “Gothic Kabbalah” agiscono da trascinatori principali del disco e compaiono tutte nella prima metà dell’album. In questo, Goticheggiante e operistico sino alla magnifica e conclusiva “Adulruna Redivivia”, annoveriamo come già era accaduto in passato delle special guest che arricchiscono un disco che, per qualità e bellezza, non avrebbe comunque avuto bisogno di aiuto alcuno, anzi. Ad ogni modo sono da segnalare Mats Levèn (Abstrakt Algebra, Yngwie Malmsteen. At Vance), Snowy Shaw (King Diamond, Mercyful Fate, Notredame, Dream Evil), Karin Fjellander e Lori Lewis. Nessuno agisce in modo scontato nè ripetitivo, impossibile avere un punto di riferimento stilistico unico per tutto il disco. Chi canta e magari spera di ripetere le gesta dei Therion in sala dovrà limitarsi ad ammirare ancora una volta un gruppo nel pieno nella sua forma, che riesce a strafare e ad evolversi senza smarrire la retta via. I fan dei Therion impazziranno. Ancora una volta un disco da non perdere. |
Christofer Johnsson: Chitarra, tastiere Anno: 2006 |