Sono occorsi circa vent'anni a David Torn per intrecciare nuovamente i suoi percorsi con quelli della storica label ECM con la quale aveva già inciso il pregevolissimo Cloud About Mercury (1986).
Ma è un viaggio musicale, quello intrapreso con questo Prezens, ben diverso da qualsiasi altro già effettuato dal grande musicista. David Torn è stato in effetti lontano dalla ribalta musicale solo apparentemente; molto probabilmente infatti vi sarà stato possibile ascoltare la sua musica all'interno di alcune scene filmiche, in The Departed oppure in alcune produzioni televisive (Friday Night Lights) o in alcune esperienze musicali estremamente sperimentali quali i progetti Splattercell. Ricorrendo ad un approccio eclettico nell'applicazione dell'elettronica alla sua chitarra, Torn ha sempre fatto uso di tecnologie avanzate nella lavorazione musicale quali sampler, mixaggio, manipolazione del suono in tempo reale al fine di infondere più colore e strutture maggiormente complesse nelle composizioni elaborate. Il risultato è stato sempre una grande varietà di suoni, rumori, espedienti, tutti con un preciso scopo nel misterioso processo architettonico della sua organizzazione del suono. Anche in Prezens accade, per l'occasione si avvale della collaborazione di alcuni notevoli musicisti di estrazione profondamente eterogenea con radici nel jazz ma anche nel genere progressive che ha avuto tra l'altro modo di sostenere in veste di mecenate/produttore nel recente passato. Ci riferiamo al tastierista Craig Taborn, al sassofonista Tim Berne ed al batterista Tom Rainey con i quali David Torn si solidifica mentre tutti contribuiscono a fornire linfa ad idee alle composizioni con una energia che solamente i grandi musicisti possono sviluppare. Ma anche se quello messo insieme da Torn costituisce un ensemble di giganti, ed ogni artista contribuisce meravigliosamente al risultato finale, è soprattutto l'apporto complessivo che si impone all'ascoltatore per una esperienza che, a tratti cinematica ed atmosferica, può definirsi senza mezze parole unica. Basterà ascoltare a tal proposito l'open-track di Prezens, Ak una sorta di percorso richiamante il film fantascientifico Twilight Zone (1959). Il pezzo prende forma attorno a campionamenti del synth su cui Torn costruisce un suggestivo motivo Western blues assecondato da alcune tracce dell'organo B3 di Taborn. Il groove è accentuato da linee sinuose e melliflue del sassofono di Tim Berne e dalle percussioni di Rainey, ma non appena il flusso sembra stabilizzarsi attorno al seguente registro, repentinamente muta in una folata hard rock dettata dalla crepitante chitarra di Torn, sostenuto nello sforzo dal beat vigoroso delle percussioni e dalle sfumature di altri bizarri suoni. La sensazione è quella di aggirarsi in un blues bar di qualche pianeta alieno... Sono proprio i cambiamenti improvvisi e spiazzanti del suono dalla quiete all'eruzione a rendere speciale Prezens. In Structural Functions of Prezens, pezzo solo in apparenza ricolmo di serenità, la sensazione di trance dell'ascoltatore viene presto devastata da un incredibile spartiacque di percussioni e sonorità costituite da fiati ed altri suoni eccentrici. Gran parte della musica sembra infatti scorrere come un film in tempo reale, una sorta di costante flusso sonoro; intensificando le anticipazioni dopo reiterati ascolti. Il lavoro svolto dalla chitarra di Torn è enorme, in grado di coprire una varietà sorprendente di textures limpide o distorte all'occorrenza, come si evince da brani quali Bulbs e Them Buried Standing. Muovendo dai leggeri riferimenti hip-hop di Sink, ed Indiano-orientali di Miss Place, the Mist..., sino ai ritmi elettro-preistorici di Ever More Other, Prezens risulta insolito, inatteso e nonostante tutto uniformemente coinvolgente. La speranza attuale è che non occorrano altre due decadi prima che David Torn ci renda ancora partecipi delle sue ingegnose ed inestimabili macchinazioni musicali. |
David Torn: Chitarre, live sampling Anno: 2007 Sul web: |