Prima di parlare del disco degli Unmask, vorrei fare una breve riflessione suggeritami dall’ascolto della band. E’ interessante notare come effettivamente l’impatto dell’artwork e in generale la maniera di porsi ed esporsi al pubblico, in alcune fasi, sia addirittura più importante della musica stessa.
Io stesso avendo tra le mani vari dischi da recensire, spesso scelgo quello che “si presenta meglio”. Per non parlare della qualità delle registrazioni. Anch’essa fa parte del biglietto da visita di una band. La qualità del sound ha un ruolo fondamentale, perché valorizza i brani e a volte addirittura ne consente una sopravvalutazione. Con ciò intendo dire che oggi, troppo spesso, band in erba si affidano a grafici e studi di registrazione improvvisati. C’è chi addirittura preferisce fare tutto in casa. Per carità spesso non ci sono risorse economiche sufficienti. Ma molte band dovrebbero capire che è importante affidarsi a gente competente e con anni di esperienza al fine di evitare brutte figure e di valorizzare male, pur essendo valido, il proprio lavoro. Vedreste mai un pilota della Ferrari, bravo per quanto sia, con degli ingegneri e dei meccanici improvvisati o con scarsa esperienza? La risposta la sapete già. Questo per dire che gli Unmask sono una band che ha ben chiaro questo concetto. L’artwork è molto intuitivo e accattivante, professionale e in tema con il concept da loro proposto. Le registrazioni sono di ottima fattura. E questo può solo valorizzare il lavoro di una band. Passiamo adesso alla musica che rimane sempre la componente fondamentale. Gli Unmask propongono un rock progressive con contaminazioni post rock a tratti psichedeliche. Essi si trovano al primo album in studio. Nel 2007 hanno pubblicato una prima demo che ha permesso loro di farsi conoscere ed ottenere alcune recensioni on line. Fin dal primo brano "Be twin(s)" (del quale è stato realizzato anche un videclip) è presente un interessante intreccio ritmico. Niente di nuovo o trascendentale, ma si ha l’impressione che le ritmiche siano molto curate e costruite molto bene attorno ai riff, il tutto contribuisce a rendere i brani non monotoni. Il sound del disco è duro ma non eccessivamente aggressivo in alcuni momenti, riflessivo e malinconico in altri. Le atmosfere proposte dagli Unmask sono sempre molto intense, anche se in alcuni casi avrei preferito forse maggiori interventi delle tastiere, per “areare” maggiormente il suono. Se come detto prima, l’aspetto ritmico viene molto curato dagli Unmask, quello dell’orchestralità e degli overdubs forse è leggermente trascurato. Sicuramente non si tratta di una casualità, ma davvero in alcuni tratti il suono appare eccessivamente secco. Ho molto gradito il timbro di Ignazio Iuppa. La sua voce è versatile, esperta e dotata di quella maturità necessaria per le tematiche trattate. Inoltre possiede una discreta estensione. Il meglio degli Unmask probabilmente è nei momenti più lenti e introspettivi, i quali risultano molto personali e originali. Ed è proprio la personalità e l’originalità di questa band la chiave di volta del disco. Il disco si lascia (ri)ascoltare con piacere. Siamo di fronte ad una band che penso e spero possa presto trovare al più presto un’etichetta che valorizzi ancor più il buon lavoro fin qui fatto. Inoltre se, come presumo, i ragazzi continueranno questo loro percorso di personalità e ricerca, anche in chiave psichedelica, non avranno difficoltà ad imporsi nel mercato nazionale e non. 70/100
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Ignazio Iuppa : Voce, piano, synth Anno: 2010 Sul web: |