Milano 6 Ottobre 2010. Una data che rimmarrà impressa nella memoria dei fan degli Shadow Gallery. Finalmente dopo una lunga attesa, che più che tale andrebbe chiamata speranza, gli Shadow Gallery sbarcano in Italia per quello che è il loro primo tour in dopo ben 18 anni dall'uscita del primo album. Fin dall'arrivo nel locale si percepisce l'attesa e l'allegria in molti fans consapevoli di scivere anche loro un capitolo della storia della band e del progressive in generale perchè, diciamolo, gli Shadow Gallery sono tra le poche valide realtà rimaste che supportano il prog nella sua vera essenza.
Dopo l'esibizione dei Maplerun, band che non mi ha entusiasmato particolarmente, che però devo dire ha riscontrato numerosi consensi nel pubblico già presente all'Alcatraz, la gente comincia ad avvicinarsi ulteriormente al palco. Come negli altri show che hanno avuto luogo, le luci si spengono ed è possibile udire dall'impianto Freddie Mercury e soci con Bohemian Rhapsody. Molte persone intonano la canzone e sembrano gradire l'intro che, sappiamo non essere scelto a caso, in quanto gli Shadow Gallery sono stati evidentemente influenzati dall'amore per la musica dei Queen.
Al termine del brano gli Shadow Gallery entrano sul palco e ancora prima di suonare la prima nota il pubblico già li accoglie con il massimo del calore che potesse dare.
Si comincia con l'intro di Cliffangher che fa credere erroneamente di avere a breve la possibilità di ascoltare uno dei pezzi più belli degli Shadow. Al termine dell'intro si comincia con Stilettos in the Sand e War for Sale tratti dall'album Tyranny.
L'impatto live della band è davvero ogni oltre aspettativa. Oltre a dare conferma delle proprie doti tecniche espresse nella loro discografia, ha molto colpito il calore e la presenza scenica.
Gary Wehrkamp e soprattuto il simpaticissimo Carl Cadden-James sono i più energici sul palco.
Evidentemente la lunga attesa è valsa anche per la band. In vari momenti del concerto è stato possibile notare scambi di sguardi soddisfatti e sorrisi a profusione tra i componenti. Il pubblico è stato molto caloroso e la soddisfazione si leggeva chiara nel viso di tutti.
La band ha dato prova di essere a grandi livelli anche su un palco. Musicisti come Gary Wehrkamp che passano con disinvoltura dalla chitarra, alle tastiere, alla batteria non si vedono di certo tutti i giorni.
Brian Ashland ha stupito anche lui suonando le tastiere e la chitarra addirittura improvvisando un solo, accompagnato dalla band.
Tutti ad eccezione del batterista Joe Nevolo cantano continuamente per creare armonie d'impatto durante i cori. Cori che sono stati eseguiti alla perfezione.
Joe è stato protagonista anche di un solo di batteria con tanto ti bacchette fluorescenti e ha dimostrato di essere un po' eccentrico colpendo con le bacchette qualunque cosa gli capitasse a tiro.
Notevole dal punto di vista vocale la tenuta del nuovo arrivato Brian Ashland che ha eseguito perfettamente tutti i brani senza mostrare stanchezza alcuna. La band ha suonato pezzi che hanno ripercorso tutta la loro carriera. Personalmente ho sentito molto la mancanza di due brani in particolare: Cliffhanger e With Honor.
Purtroppo la performance ha avuto alcuni inconvenienti tecnici, dovuti evidentemente al fatto che il budget, e di conseguenza il supporto tecnico, non sono stati all'altezza della situazione.
Il basso nel primo brano era assente, il tecnico ha dimenticato spento il microfono del cantante dopo il suo solo di chitarra. Amplificazione sufficiente.
Fossero stati una band strapagata non avrebbero suonato in certe condizioni che mettono a repentaglio la buona riuscita dello show. Ma come sappiamo spesso il mondo artistico è ingiusto e lascia a "band fucina di soldi" questi comfort.
Nonostante ciò, credo di avere avuto il privilegio di vedere una band all'apice della forma, e poi, diciamoci la verità, ai fans piace l'aspetto più confidenziale dello show. A questi la vena creativa non risulta offuscata dal denaro. Ricordiamo che gli Shadow Gallery, come detto anche da Carl a fine concerto, hanno lavoro e famiglia.
Passatemi la cattiveria, questa band si mangia a colazione la maggior parte delle band storiche prog metal, Dream Theater in primis .
Chiudono il concerto con due bis: Room V e Gold Dust. Gli Shadow Gallery lasciano il palco tra gli applausi e il pubblico, senza attendere neanche un giro di lancette d'orologio, chiede all'urlo di "we want more" e "one more song" ancora musica. Ma a questo punto gli Shadow Gallery sono ormai sul palco senza sosta da due ore ed escono solamente per ringraziare i fans, lanciare qualche plettro e fare un inchino accolto da un'autentica ovazione.
Al termine del concerto la band tutta ha accontentato le decine di fans presenti fuori il locale per firmare autografi, scattare foto e fare due chiacchere.
Anche io da buon fan non mi sono lasciato sfuggire l'occasione e ho avuto modo di conoscere meglio questa fantastica band.
Durante la chiaccherata la prima domanda (ovvia) è stata perchè solo ora un tour e non prima.
Dalla risposta di Carl Cadden-James abbiamo appreso che in verità c'è stato un live in Germania ai tempi di Carved in a Stone.
Brendt Allmand racconta invece degli impegni di lavoro dei componenti, numerose collaborazioni artistiche, la famiglia, i figli, hanno impedito un vero e proprio tour. Dopo la morte di Mike però Brendt dice che si è detto "we must go, go! Go!". Inoltre ha aggiunto, cercando di celare la commozione, che per lui è una sorta di tributo a Mike. E' evidente come la band tutt'ora non si sia dimenticata dell'amico prematuramente scomparso per un infarto.
Sempre Carl Cadden-James, forse il più disponibile fra tutti, alla richiesta di dove alloggiassero, beh, ci ha risposto che in pratica vivono per lo più nel loro pullman personale che li segue ovunque. Insomma, tenore di vita da gavetta sebbene siano musicisti con anni di esperienza alle spalle.
Spero sia solo il primo di una serie di show in Italia. Questa band merita tanto, adesso sta cominciando a raccogliere i frutti di anni di lavoro. Spero non si fermino proprio sul più bello, ma su questo Carl, che scrive quasi tutte le melodie vocali, dice che possiamo stare tranquilli, il prossimo album è già stato concepito nelle linee generali quindi non ci resta che aspettare la nuova uscita e...adesso possiamo dirlo, il nuovo tour..
Gary Wehrkamp: Piano, chitarra, tastiere, voce
Brendt Allman: Chitarre, voce
Carl Cadden-James: Basso, flauto, voce
Joe Nevolo: Batteria
Brian Ashland: Voce
Data: 06/10/2010
Luogo: Milano - Alcatraz
Genere: Progressive Metal