Una volta era il progetto di James Lavelle (inglese, fondatore della Mo' Wax Records, gli appassionati di hip-hop sanno di che parlo...) e del mitico D.J. Shadow (americano, uno dei turntablist più innovativi degli ultimi anni).
"Psyence Fiction" è stato nel 1998/1999 uno dei dischi che ho ascoltato di più (thanx Alcio), arricchito com'era dalle voci di Thom Yorke, Richard Ashcroft, Mike D dei Beastie Boys e Damon Gough alias Badly Drawn Boy. Cos'era? Era un'opera che abbracciava una molteplice integrità di stili, che aveva richiesto 3 anni per il suo completamento, che orchestrava insieme trip-hop, rap, breakbeat e, a suo modo, alternative e persino pop (esordì al quarto posto nella classifica U.K.). Un progetto davvero complesso e coraggioso, talvolta criticato come troppo ambizioso. Come si fa a dire che un qualcosa è "troppo ambizioso"? A mio parere un'affermazione di tal genere, con queste parole, non può essere altro che una critica positiva. Dicevo che U.N.K.L.E. "una volta era il progetto di James Lavelle e di D.J. Shadow". "Era" perchè ora questo viene portato avanti, comunque con discreti risultati, solo da Lavelle, coadiuvato da Richard File, altro "mago" del soundboard. Roba da intenditori, comunque. Consigliato agli appassionati di suoni e a chi crede che la musica sia più delle note (non che quelle manchino, ma la produzione di questo disco è uno dei suoi punti di picco), "Psyence Fiction" è a mio parere una pietra miliare della musica elettronica e, allo stesso tempo, un buon disco pop. |
Anno: 1998 Sul web:
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