Questo eccellente sestetto di Memphis, Tennessee, proponeva multistrutture vocali care agli Uriah Heep di inizio carriera su musiche che parevano incrociare abilmente quanto profuso dai Colosseum e dagli Yes dei primi due album. Le radici degli Edgewood vanno ricercate nei Gentrys, anch'essi di Memphis (autori di tre album pubblicati tra il 1965 e il 1970), ove militavano il tastierista David Beaver, il bassista Steve Spear, il chitarrista Jim Tarbutton, tutti piuttosto annoiati di navigare nelle prevedibili acque del pop americano di matrice sessantiana. Ribattezzatisi Edgewood e reclutati il chitarrista Pat Taylor, il polistrumentista David Mayo e il batterista Mike Bleecker, subito rimpiazzato dal più valido Joel Williams, i tipi si dedicarono ad una intensa attività dal vivo, pur relegata a piccoli contesti, nel corso della quale perfezionarono i nove brani poi inclusi nel loro unico album, "Ship Of Labor", pubblicato nel 1972 dalla piccola etichetta TMI. Il disco raccoglieva un coacervo di stili piuttosto variegato: dalla ballata acustica di "Ain't Had No Lovin' ", al prog di "Why Don't You Listen", "Unconscious Friend" e "What You See", brani che parevano indirizzare i Colosseum verso la causa progressiva, mantenendo inalterata una certa attitudine se non rocciosa, quantomeno muscolosa, alternando, peraltro, occasionali sprazzi blues e jazz. Gli americani proponevano inoltre un certo magnetismo nella title track, l'archetipo della ballata struggente in "Burden of Lies", "We Both Stand To Lose" e "Silent", una eccentrica attitudine in "Medieval People". Va inoltre riconosciuto al combo il grande merito di utilizzare al meglio i tre cantanti (Taylor, Mayo e Beaver): oltre ad evocare magnificamente, come detto, gli intrecci vocali di Mick Box & Co., vennero impiegati in qualità di voci soliste, ognuna perfettamente adattata, in termini di timbro vocale, al contesto sonoro e allo stile esecutivo di ogni singolo brano. Dopo aver pubblicato l'album e aver aperto dal vivo per Jeff Beck e Deep Purple, gli Edgewood si sciolsero mestamente. Beaver pubblicò a suo nome un album interessante, sempre su TMI, ove comparve anche Tarbutton, poi diventato session man per vari artisti, tra cui Jerry Lee Lewis, al cui servizio, peraltro, operarono anche Pat Taylor (divenuto poi session man, tra gli altri, per Joe Walsh) e Joel Williams (poi in forza anche nei Black Oak Arkansas, con cui inciderà due album). |
Pat Taylor: Acoustic Guitar, Electric Guitar, Vocals Anno: 1972 tracklist: |