Verona, 8 Luglio 2019 - Arena
Ph: Tony Levin Qualificare i King Crimson come band progressive-rock sarebbe come chiuderli in una gabbia inadeguata. Sarebbe più giusto descrivere l'eterogeneo gruppo guidato da Robert Fripp come una significativa fonte di ispirazione per molti musicisti nel corso degli anni, sin dall'album di debutto, In the Court of the Crimson King del 1969, considerato uno dei dischi più influenti di tutti i tempi per l'impiego della musica europea come struttura di base. Ad oggi, la band è formata da sette musicisti. Nessuna foto o ripresa, secondo consuetudine, è consentita per questo tour celebrativo del cinquantennale ed è previsto un doppio set con intervallo di circa venti minuti. E allora "Suitable Grounds for the Blues" è stato un complemento perfetto per il debutto dello show, aperto tradizionalmente da una selva di complesse parti di batteria incastrate in contrappunto, una traccia scritta da Jakszyk e Fripp e inclusa nell'album live “Radical Action to Unseat the Hold of Monkey Mind (2016)”. Fa capolino "Epitaph" sinfonica e malinconica al contempo con il suo mellotron e la climax dei suoi inquietanti accordi “irrisolti”. Con "Islands” la formazione si riduce ad un semplice trio. Buona prova vocale di Jakko mentre l’atmosfera sonora, nel silenzio dell’Arena, evoca la navigazione regolare attraverso il Mediterraneo (forse tra le isole Baleari della celebre Formentera Lady?). Da segnalare solo il soprano un po’ crescente di Collins sul finale. Ancora "Indiscipline” (1981) tra i migliori momenti dell'intera performance: Harrison, Stacey e Mastelotto si cimentano in un polimero complesso nel quale due diversi valori ritmici vengono eseguiti nello stesso tempo e sovrapposti più volte. “Cirkus” (da Lizard, 1970) origina dolcemente con un effetto di arpa sulle tastiere, aumentando gradualmente d'intensità tra potenti mellotron e piatti taglienti. Poi "Neurotica", l'unico brano da Beat (1982) che scaraventa in un'eclettica atmosfera new wave tra sinuose linee di basso e un drumming free jazz oriented sul quale Jakko tempera l’originario spoken word delirante di Adrian Belew. Infine, due delle canzoni più famose hanno concluso la performance. Virata verso il capolavoro, "Starless", dolce nel mellotron iniziale e devastante nella sterzata delle sue linee di basso caotico, lancinante nella goccia cinese delle percussioni e delle chitarre, da brivido nella sua variazione in 13/8, ci regala un Robert Fripp finalmente umano che commette un vistoso errore nella esecuzione del tema. Encore scontato e irrinunciabile con la tradizionale “21st Century Schizoid Man”, Harrison alza la posta con il suo finale tra gli sguardi di ammirazione dei suoi colleghi. Aspettatevi l’inaspettato se andrete a vederli: i King Crimson sono attualmente una esperienza musicale da fare ed il meglio che possa offrire il panorama rock della musica dal vivo. |
Robert Fripp: guitar, keyboards, mellotron, electronics Data: 08/07/2019 Setlist: Set I Hell Hounds of Krim Pictures of a City Suitable Grounds for the Blues Epitaph One More Red Nightmare Radical Action Islands Cat Food Frame by Frame Drumzilla Radical Action II Level Five
Set II The Sheltering Sky The ConstruKction of Light Cirkus Neurotica Moonchild The Court of the Crimson King Indiscipline Starless
Encore: 21st Century Schizoid Man
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