Collected Fiction è un altro importante tassello nel panorama musicale delle intersezioni tra fiati e bassi, grazie al prezioso lavoro svolto da Ken Vandermark ai clarinetti e al sassofono, e da un manipolo dei più grandi e versatili bassisti del jazz moderno: Ken Kessler, Ingebrigt Håker Flaten, Nate McBride e Wilbert De Joode.
La modernità e la bellezza del doppio album risiede non soltanto nella varietà della sezione dei fiati impiegati, e nella molteplicità degli stili declinati dai bassisti, ma anche nell'approccio che differisce notevolmente in tutte queste, relativamente brevi, improvvisazioni. Alcune sono infatti spigolose e selvagge, alcune boppeggianti, altre ancora molto delicate e quasi 'controllate', contribuendo a creare una sorta di tenerezza che è inusuale per il genere di Vandermark che chi conosce musicalmente non esiterebbe a definire muscolare. La sequenza vede Kessler impegnato in ben sei brani, Haker Flaten in cinque tracce del primo CD, sintomaticamente denominato Day, e quindi McBride (cinque tracce) e De Joode (sei brani) per il secondo CD targato Night. Anche se i pezzi sono improvvisati, sono stati strutturati intorno a specifiche tematiche sonore, e questa è la migliore chiave di volta per comprendere il disco. Le registrazioni sono state effettuate il 4 ed il 5 Febbraio dell'anno appena trascorso a Chicago, la città dove Vandermark, Kessler e McBride risiedono. Le ventidue tracce disegnano una enorme varietà di punti di vista sviluppabili dal duo sax-basso, mettendo in luce non solo le capacità dei musicisti, ma anche l'ampiezza dei sottogeneri presenti nel jazz moderno, la ricchezza delle possibilità di improvvisazione, attingendo a piene mani e procedendo oltre gli influssi del blues dello swing del bop e del free in senso stretto. Muovendo da Charles Mingus e Jimmy Giuffre fino ad approdare nell'ostile avant-garde, il discorso musicale è sempre portato avanti con convinzione, profondità e capacità di messa a fuoco, con Vandermark impegnato a rendere la musica sufficientemente flessibile da coniugare gli stili di quattro bassisti. Un lavoro ricco e raffinato. 80/100
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Ken Vandermark: Clarinetto basso, clarinetto, sax baritono e tenore Anno: 2008 |