Bologna, 12 Febbraio 2014 - Auditorium Manzoni
Il 12 Febbraio, presso il Teatro Manzoni di Bologna, è andato in scena uno spettacolo sintesi di rara abilità e comicità musicale. Protagonisti Igudesman & Joo, artisti a tutto tondo in grado di combinare virtuosità ed eclettismo, strumenti funzionali alle continue buffe scorribande musicali del duo. L'intero spettacolo testimonia un aspetto difficilmente controvertibile: la musica classica è anche in grado di far sorridere. Per centrare tale risultato è però necessario abbracciarla con estremo rigore, rispetto e competenza. La prova di Igudesman & Joo esemplifica l'importanza di una eccellente preparazione indispensabile per riversare sul palcoscenico un insieme di azioni teatrali, esecuzioni di altissimo livello tecnico e sketch in cui l'espressività del corpo ha un ruolo esiziale. Il loro nuovo spettacolo è pertanto un coacervo di di musica talora altissima e delicata, tecnicismi, umorismo dal registro radioso e grottesco o irriverente. Il percorso che viene tracciato scaraventa l'uditorio in un viaggio immaginario in bilico tra il non senso e la lucidissima razionalità in grado di sfiorare con disinvoltura Schumann e Bach, Mozart e Chopin, fino ad incrociare, con un balzo arditissimo, la rotta con Gloria Gaynor ed il rap di Coolio. Ogni spunto è un pretesto per "parlare d'altro" in musica, come l'ossessivo agitare Mozart che attraversa per intero la messa in scena con il suo spettro aleggiante, ma di cui non si riesce ad ascoltare, in definitiva, quasi nulla nella sua interezza. E allora è facile che nel loro repertorio, un fugato di Bach venga totalmente stravolto e declinato nei canoni di una sfrontata musica yiddish. Tutto è funzionale al risvolto comico, come le interminabili preparazioni alla esecuzione del pianista o il ricorso a cadenze che hanno una durata infinita. C'è da domandarsi se un tale spettacolo sia in grado effettivamente di ampliare lo spettro degli amanti della musica classica. L'obiettivo nobile, sotteso all'impegno dei due bravi musicisti, è proprio questo, ma realmente lo spettatore sprovveduto avvertirà, una volta uscito dal teatro, il desiderio di conoscere la versione non "obliqua" del, poniamo, Concerto in Fa di Gershwin o prenderà forse per buone le variazioni in stile paganiniano della semplice melodia di Oci Ciornie? Igudesman e Joo abbracciano il mondo della musica classica, al quale solidamente appartengono, e lo bacchettano con affetto, stigmatizzandone le frequenti chiusure accademiche e taluni tratti altezzosi, i tic e le compulsioni che spesso caratterizzano i suoi protagonisti. Ma grazie a questo sforzo contribuiscono potentemente ad umanizzare una realtà che spesso è percepita come distante, orbitante in una propria sfera e ad offrirla in tutta la sua grandezza ad ogni spettatore che, avvolto nel proprio cappotto sotto il freddo cielo stellato bolognese, potrebbe sorprendersi nel cammino verso casa a fischiettare distrattamente il tema dell'Ouverture de Le nozze di Figaro.
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Aleksey Igudesman: Violino Data: 12/02/2014
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