Home Recensioni Live Robert Glasper - Milano, 29 Luglio 2015

Robert Glasper
Milano, 29 Luglio 2015

Milano, 29 Luglio 2015 - Blue Note

Voi siete qui per ascoltare jazz? … Ma io non suono jazz…Robert Glasper (che lo scorso autunno era già tornato in Italia per una serie di concerti con il suo quartetto Experiment e un incontro a quattro mani con un altro pianista virtuoso, Jason Moran) è sempre in vena di battute. Tuttavia, la sua autoironia nasconde un fondo di verità.
Originario di Houston, Robert Glasper ha imparato presto l’arte del mestiere dapprima da sua madre Kim Yvette, cantante professionista di jazz e blues e poi frequentando diverse scuole di musica e infine il sottobosco attorno alla New School for Jazz and Contemporary Music a New York. Qui ha incontrato il cantante soul Bilal con cui ha iniziato a produrre musica e a registrare brani, associando una varietà di hip-hop e R&B al jazz contemporaneo.

Se nei primi album (Mood del 2004 e Canvas del 2005) la passione per il funk inizia a fare capolino è con  Double-Booked del 2009 che si rende più evidente. Ma è con Black Radio del 2012 (che oltretutto gli vale il Grammy come “Best R&B Album”) che l’influenza hip-hop erompe definitivamente. Il disco (come altrove ci ha sottolineato il sassofonista jazz Dave Koz) ha il pregio di far avvicinare i giovani appassionati di hip-hop al jazz e viceversa, riesce a smuovere gli integralisti per un certo jazz verso sonorità moderne.

Concepito come Robert Glasper Experiment (l’ensemble include anche il famoso bassista e compositore Derrick Hodge, altro sperimentatore che nel 2013 darà alle stampe il suo primo Live Today) Black Radio avrà il suo seguito Black Radio 2 (ha bissato il successo del precedente con un ulteriore Grammy Award), che consacrerà definitivamente Robert Glasper come uno dei compositori jazz più all’avanguardia con i tempi, capace di intrecciare le sonorità e il linguaggio di strada con l’elettronica e la musica colta.


Foto di Roberto Cangioli

Al Blue Note si presenta in trio assieme al bassista Vicente Archer e al batterista Damion Reid con i quali ha realizzato alla fine dello scorso anno l’album Covered, registrato dal vivo ai Capitol Studios di Hollywood. Il disco evidenza la passione di Glasper per artisti rock e soul di cui il pianista si destreggia a rielaborare secondo il suo gusto, così come durante il concerto al Blue Note di Milano. A partire da “Sign o’ the Times” di Prince, l’esibizione sempre giocosa del trio, è un susseguirsi di accenni a brani e arie famose: “Barangrill” di Joni Mitchell, “Reckoner” dei Radiohead, ma soprattutto la suggestiva e sorprendente “The Worst” della cantautrice Jhené Aiko.
Interpretazioni che fanno da contraltare a “In Case You Forgot”, una lunga composizione originale di Glasper, che dopo un intro solista particolarmente incentrato su sincopi di singole note e arpeggi a cascata (in cui rieccheggia “Silly Rabbit”, vecchio brano del 2007 tratto da In My Element) , prende vita con l’innesto della sezione ritmica dando forma tra le altre a “Time After Time” di Cyndi Lauper e “I Can't Make You Love Me” di Bonnie Raitt, canzoni che riscuotono particolari consensi tra il pubblico presente. La dimensione del trio rimanda Glasper e soci alle origini, a un disco come Canvas del 2005, che Glasper ricorderà con “Rise and Shine”. Il pianista - che sta  lavorando alla colonna sonora originale per il film su Miles Davis attualmente in produzione - ha coinvolto il pubblico divertendolo con la sua movenza sempre briosa e immediata, atteggiamento che è valso al trio più di un lungo applauso. 

 


 

Robert Glasper: pianoforte
Vicente Archer: contrabbasso
Damion Reid: batteria

Data: 29/07/2015
Luogo: Milano - Blue Note
Genere: R&B, Jazz


Setlist:
vedasi testo recensione


 

 

 


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