Per la rassegna Summer Time organizzata da La Casa del Jazz di Roma si è svolto il doppio concerto di Marc Ribot e di Irreversible Entanglements in una serata dedicata al jazz di ricerca. Il chitarrista statunitense si è presentato con il suo nuovo trio, Jazz Bins, con un repertorio ispirato al lavoro del leggendario organista Brother Jack McDuff, con il quale Ribot ha collaborato agli inizi della sua carriera.
|
Marc Ribot: Chitarra Marc Ribot: The Jazz Bins I quattro mesi di Marc Ribot con la leggenda dell’organo jazz Brother Jack McDuff sono stati i suoi primi mesi con un artista in un tour internazionale. Il loro itinerario del 1979 comprendeva quelli che sono stati i primi concerti di Ribot in Europa. Anche se i due non registrarono mai insieme, Ribot non perse mai il suo affetto, perché la musica di McDuff e l’organo Hammond hanno dominato la scena soul jazz da cui è emerso. Il collega Greg Lewis, non è solo uno dei più grandi virtuosi viventi dell’organo Hammond b3. Dice Ribot: «Greg è il segreto meglio custodito di New York. Può raccontare una storia sull’Hammond come nessun altro». Completati dal batterista Joe Dyson, i Jazz-Bins usano groove profondi e improvvisazioni esagerate per incanalare lo spirito del Key Club Sparky J’s Lounge di Newark o del CBGB di New York nel 1977, alla ricerca della salvezza del punk/soul.
Irreversible Entanglements La band con sede a Filadelfia, New York e DC è composta da cinque individui le cui visioni artistiche senza compromessi hanno ricevuto ampi consensi. La poetessa Camae Ayewa aka “Moor Mother”, è una figura leggendariamente prolifica e leader della comunità afrofuturista. Il bassista Luke Stewart è meritatamente il musicista più richiesto della sua generazione per quello strumento. La prodigiosa tecnica del sassofonista Keir Neuringer è accompagnata da un’urgenza espressiva. Il trombettista Aquiles Navarro e il batterista Tcheser Holmes si unirono alla band come duo esistente già da lunga data.
Viale di Porta Ardeatina 55 |