Anche in questa rappresentazione, a conferma di un filone collaudato e apprezzato dal pubblico, non mancano i pettegolezzi, le invidie, le “frecciatine” tra le tre protagoniste, che rispecchiano, anche se in maniera stereotipata, l’universo femminile (tema molto caro all’autrice Giulia Ricciardi). Immancabili poi i colpi di scena e gli improbabili eventi che rendono lo spettacolo brillante con riferimenti a tematiche importanti che ne decretano non solo la contemporaneità ma anche l’attenzione ai cambiamenti sociali. Buono il ritmo che non lascia al pubblico momenti di pausa. Settanta minuti di trovate, siparietti, litigi, compreso un intenso momento di “sceneggiata napoletana” proposto da Beatrice Fazi nel quale emerge sfolgorante il suo spirito partenopeo. Vivaci i colori delle scene e dei vestiti delle tre brave ed affiatate protagoniste: i loro sgargianti vestiti ed i vertiginosi tacchi a spillo donano un tocco carismatico alla scena e rappresentano la capacità, tutta femminile, di gestire le situazioni complicate (il morto nel bagno) senza perdere la propria eleganza. Come sempre le Stremate riescono con i loro battibecchi e le confessioni esilaranti pronunciate “sferruzzando a maglia” a trasportare lo spettatore nel mondo delle donne di oggi, con tutti i chiaro scuri che derivano da famiglie allargate e problemi del quotidiano, ma sempre imprevedibilmente comiche. Inconfondibile lo stile registico di Patrizio Cigliano, caratterizzato da un ritmo vertiginoso e infinite trovate sceniche. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 15 febbraio 2024. |
Le bisbetiche stremate e con la partecipazione in voce di Giancarlo Ratti di Giulia Ricciardi regia Patrizio Cigliano produzione Arcadinoè Teatro Golden |
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