Due strani personaggi, comici ed al tempo stesso drammatici sono i protagonisti dello spettacolo Pupa e Orlando in scena dal 18 al 20 novembre al Teatro Trastevere.
La rappresentazione, tratta da Foemina Ridens, testo del saggista e sceneggiatore Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia nel 1984, racconta la travagliata vita di due cantastorie, vittime di un potere più forte di loro, che si rassegnano alla loro misera esistenza. Pupa è "la più brava prostituta della città" mentre Orlando, il suo pappone, è un ladro e mendicante, un furbetto che non esita a propinare al pubblico di strada la triste storia di un bambino malato pur di racimolare qualche spicciolo. Palco sempre molto buio con una essenziale scenografia fatta di oggetti che corroborano la storia dei due protagonisti: abiti, cappelli, un carrello della spesa, un grande fallo. La pièce si diluisce in continui flashback con i quali i personaggi passano repentinamente le diverse età vissute, raccontando i dettagli di due vite errabonde. Particolare la scelta di far interpretare Pupa da un attore (Claudio Pomponi) rifacendosi al "teatro di Genet". Il famoso drammaturgo francese del novecento sosteneva infatti "Se dovessi far rappresentare un lavoro teatrale in cui ci fossero parti di donna, esigerei che queste parti fossero interpretate da giovinetti. Scissa dalla propria materia, epurata, la femminilità diviene un segno araldico, una cifra. Finchè restava naturale, il blasone femminile rimaneva invischiato nella donna. Spiritualizzato, esso diventa una categoria dell'immaginazione, uno schema organizzatore delle fantasticherie: tutto può esser donna, un fiore, una bestia, un calamaio". Testo particolare, con vaghe influenze verghiane per la sua crudezza nel raccontare la vicenda. Forse un po' troppo eccessivo in alcuni aspetti: personaggi portati all'estremo nella loro caratterizzazione, momenti di volgarità gratuita, parole (puttana) ripetute in continuazione a sottolineare un concetto più che evidente. Bravi comunque gli attori: Claudio Pomponi, seppure estremizzandolo, riesce a dare un'anima al suo personaggio femminile (muovendosi su scarpe con tacchi a spillo!); Marco Aiello è ammaliante con la sua parlata siciliana e con un eloquio velocissimo ma perfettamente comprensibile. Spettacolo forte che mostra senza veli le miserie umane e non dà speranza di redenzione ai protagonisti. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 18 novembre 2022. |
Pupa e Orlando
Teatro Trastevre |