Prendete un frullatore, metteteci dentro musica, letteratura, cinema, teatro e storia, quello che ne esce è lo spettacolo Oblivion Rhapsody: l'esilarante rappresentazione celebrativa dei primi dieci anni di attività del gruppo bolognese. Il travolgente show, in scena dal 17 al 29 gennaio al Teatro Sala Umberto, è un mix di musica, canto, imitazione, recitazione, sketch. Un riferimento alla cultura nazionalpopolare, ad avvenimenti storici conditi di non-sense, un minestrone surreale e geniale presentato con innegabile maestria. Lo spettacolo si apre con I promessi sposi in dieci minuti (siparietto già proposto su youtube che ha realizzato oltre sette milioni di visualizzazioni), per proseguire con un dissacrante Shakespeare del quale vengono raccontate, in chiave "musical-demenziale", le principali opere, utilizzando melodie di canzoni moderne. I racconti letterari proseguono con Il Vangelo (reppato) secondo JC, mentre l'Ave Maria viene rivisitata in versione dance anni ottanta. Trovata geniale e folle è la canzone proposta dalle due componenti femminili del gruppo (Francesca Folloni e Graziana Borciani) nella quale la "vocalist" interpreta il brano citando solo le vocali, mentre la "consonant" canta utilizzando solo le consonanti del testo. Esilarante la conversazione tra cinque persone che si chiamano A.E.I.O.U. ed ognuna utilizza parole che formano frasi di senso compiuto, ma che contengono solo la propria vocale. Spettacolo travolgente che non concede un momento di pausa. Il ritmo è frenetico, i protagonisti sul palco ballano, cantano, suonano strumenti (alcuni anche improvvisati con oggetti di uso comune) imitano, mischiano letteratura e musica leggera, il sacro ed il profano, politica e religione, tutto con cadenza incessante e coinvolgente. Impossibile non canticchiare con loro sulle note di testi famosissimi (dai Queen ai Beatles, passando per i "grandi" del Rock) o dondolare sulla poltrona al suono di indimenticabili melodie opportunamente rivedute nei testi per dare forma a ciò che sembrerebbe non avere senso. Lo show è incredibile per la creatività che lo sottende e per la bravura dei cinque protagonisti che (come da loro dichiarato), ispirandosi al Quartetto Cetra, Giorgio Gaber e Monty Python, si cimentano, con indiscutibile successo, in diverse specialità: sono attori, mimi, cantanti, musicisti, cabarettisti, imitatori clown. Un plauso al regista Giorgio Gallione che ha curato la scatenata messa in scena dello spettacolo, ma che ha anche lasciato ampio spazio all'estro dei cinque sfrenati interpreti. Dopo un'ora e mezza di puro divertimento e lo scrosciare degli applausi di un pubblico entusiasta, il gruppo bolognese regala un'ultima chicca: La storia del Rock in cinque minuti: semplicemente superba! Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 17 gennaio 2023. |
Oblivion Rhapsody
Teatro Sala Umberto |