Registrato in due tranche (agosto/settembre 2018 e inizio 2019), Il diciassettesimo album degli ACϟDC verrà rilasciato il 13 novembre 2020 per la Columbia Sony Music Australia, sotto la produzione di Brendan O'Brien, già presente nei due precedenti lavori in studio della band.
"Power Up" (ormai usualmente abbreviato in "PWR/UP" e stilizzato in "PWRϟUP") è un evento ancor prima di uscire: se, infatti, musicalmente non dice nulla di nuovo, anche se lo dice benissimo (fra poco vedremo perché), questa nuova fatica è da menzionare per una serie di eventi piuttosto imprevisti che legittimano, ancora una volta, l'uso dello storico moniker da parte del combo australiano: segna anzitutto il ritorno del cantante Brian Johnson, i cui noti problemi di udito avevano pregiudicato la sua partecipazione alle date finali dell'ultimo tour, spingendo la band in direzione di una non graditissima sostituzione (con Axl Roses). Nei ranghi anche il batterista Phil Rudd, in precedenza cacciato (e sostituito da Chris Slade) a causa di seri problemi con la giustizia penale australiana, oggi definitivamente risolti. Confermata, infine, la presenza di Cliff Williams che aveva annunciato il ritiro al termine del citato tour, lamentando l'assenza di Malcolm Young, Brian Johnson e Phil Rudd, definendo gli ACϟDC un "changed animal”. Alla luce di quanto sopra, l'organico dei primi eighties è oggi confermato per 4/5, caso piuttosto insolito per una band in pista da quasi 50 anni. A tutto ciò va aggiunto che, se questo è il secondo album della band senza Malcolm Young (sostituito dal nipote Stevie Young), è in effetti il primo dalla sua morte (sebbene egli sia presente virtualmente atteso che, ancora una volta, i pezzi sono tutti co-accreditati anche a lui). Una certa costruita predisposizione è tradita sia dalla caparbia volontà di mantenere una parvenza di organico originale, sia dalla reiterata tendenza a presentare intatto, a livello compositivo, il sodalizio Angus/Malcolm, pur essendo poco credibile che il secondo dei due abbia effettivamente contribuito illo tempore alla stesura di ben 23 brani (ai 12 attuali si aggiungono gli 11 di "Rock Or Bust". Al riguardo, Angus Young avrebbe dichiarato di aver attinto all'archivio della band, pescando tra idee non sviluppate e pezzi inediti), rifiutando contributi esterni, se non ai testi da parte di Brian Johnson, una volta paroliere, quantomeno alle musiche da parte del nipote e dello stesso Williams. Tuttavia, quello che a parere di chi scrive deve essere apprezzato è che gli ACϟDC rientrano oggi in campo con un album fisico, cioè un progetto che - ormai funziona così da anni - renderà ben poco dal punto di vista monetario. In altre parole, se il quintetto fosse risorto annunciando una tournée di stampo nostalgico, lì si che i soldi sarebbero girati (si guardi ai Genesis, la cui recente re-union in trio si è argutamente tenuta lontana dallo studio di registrazione, mentre ha guardato con avidità ai palchi di mezzo mondo, poi disertati a causa del covid - ne abbiamo parlato QUI), ma con un album, con la popolazione mondiale che ormai fruisce la musica in maniera virtuale, beh, c'è ben poco da sfregarsi le mani ipotizzando chissà quali proventi. Qualche detrattore potrebbe dire che, una volta pubblicato l'album, il tour ci sarebbe eccome ma.... no, non ne siamo affatto convinti: lo storico bassista ha già dichiarato che non vi parteciperà e la perdurante situazione emergenziale fa ipotizzare un generalizzato disastro. Quindi ancor prima di ascoltarlo, questo nuovo album pare essere avvolto da un alone di onestà concettuale che francamente, da una macchina racimola soldi come gli ACϟDC, proprio non ci aspettavamo. Questa onestà, poi, è stata recentemente sublimata dalle dichiarazioni rilasciate da Angus: "Questo disco è praticamente una dedica a Malcolm, mio fratello. È un tributo a lui rivolto come "Back in Black" lo è stato per Bon Scott". E musicalmente? Beh, l'album vive un dualismo che è ben rappresentato dai sue singoli fino ad ora rilasciati: da un lato, il mainstream di "Shot in the Dark", comune anche anche a "Realize", "Wild Reputation", "Money Shot", che farà storcere il naso ai puristi ma piace tanto alle masse, anche quelle non necessariamente avvezze alla musica dura (sono proprio queste ultime ad alimentare le classifiche, però), dall'altro c'è un ritorno ad una sana graffiante incisività old-style con l'altro singolo "Demon Fire", a cui fanno eco "Rejection", "Through the Mists of Time", "Witch's Spell" e "Wild Reputation". E se "Systems Down" e "Code Red" appaiono un tantino prevedibili e scontate, con "Rejection" e "Kick You When You're Down" si respira aria di pura ribellione, come non succedeva da anni. A margine di tutto ciò, resta la certezza, per l'ascoltatore, anche incauto o vergine, di fruire di un marchio di fabbrica ancora una volta pienamente rispettato: nella loro rude e primitiva tenacia, i cinque australiani non dicono nulla di nuovo ma, come detto in apertura, lo dicono ancora benissimo, con indole immutata, se non addirittura consolidata.
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Brian Johnson – lead vocals Angus Young – lead guitar Stevie Young – rhythm guitar, backing vocals Cliff Williams – bass, backing vocals Phil Rudd – drums
Anno: 2020 Label: Columbia Sony Music Australia Genere: hard rock
tracklist Realize - 3:37 Rejection - 4:06 Shot in the Dark - 3:06 Through the Mists of Time - 3:32 Kick You When You're Down - 3:10 Witch's Spell - 3:42 Demon Fire - 3:30 Wild Reputation - 2:54 No Man's Land - 3:39 Systems Down - 3:12 Money Shot - 3:05 Code Red - 3:31
pic by Josh Cheuse
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