- SCROLL DOWN FOR ENGLISH VERSION - Intervista realizzata da Gianluca Livi. Domande selezionate da Gianluca Livi, Gianluca Renoffio, Dojokun. Introduzione Quando i Porcupine Tree si sono riuniti l'anno scorso, ci siamo tutti chiesti perché Colin Edwin non fosse coinvolto. Pressato dai giornalisti, Steven Wilson dichiarò che "Non c'è davvero una grande storia dietro. Ci sono molte piccole cose che hanno cospirato per rendere questo progetto così come è. Penso che la prima sia stata la vera genesi del progetto, nato da un mio passaggio a casa di Gavin per una tazza di tè. Lui mi ha poi suggerito di fare una jam ed io, guardandomi attorno, ho visto che non aveva una chitarra, ma un basso. Allora l'ho preso in mano e penso che una delle primissime cose che abbiamo iniziato a suonare assieme sia stato il groove inziale di "Harridan", che apre il disco. Poi abbiamo fatto altre session in cui non mi sono nemmeno preso la briga di portare una chitarra: mi stavo divertendo a suonare il basso. Quando prendo in mano un basso, come fanno del resto molti, tendo a suonarlo come un chitarrista, quindi faccio un sacco di cose piuttosto alte, suono melodie, suono accordi, cose che forse un "vero bassista" potrebbe non pensare di fare. E così, i fondamenti stessi del disco, la base stessa del disco, il DNA da cui proviene il disco, sono stati costruiti da Gavin e me, che suonavo il basso nel mio stile, che è molto diverso dallo stile di Colin. Quindi, in questo senso, è diventato un po' un fatto compiuto: quando avevamo dato vita a tre o quattro canzoni, è venuto spontaneo dire: "ok, immagino di essere il bassista di questo disco, allora". Ma altre cose hanno influito: nessuno di noi ha sentito Colin per anni. Siamo andati tutti per la nostra strada nel 2010 ma sentivo regolarmente Richard e Gavin: "Quando faremo qualcosa di nuovo?", "Dovremmo stare insieme?", "Dovremmo cenare?", "Dovremmo prendi una tazza di tè?". Non ho mai sentito Colin e ancora non l'ho sentito. Lui non ha mai spinto in modo proattivo per essere coinvolto in qualcosa di nuovo". "Non avevamo litigato o cose del genere", ha commentato Colin durante un'intervista, "non c'erano altre tensioni ed eravamo in contatto occasionalmente per varie cose, principalmente ristampe o affari, ma da tempo non c'era stata alcuna indicazione o accenno di alcuna nuova attività della band, sessions o qualsiasi possibilità di riattivazione. La mia band O.R.k è stata in tour con i Pineapple Thief nel 2019 [la band di Gavin Harrison. NdR] e siamo andati tutti d'accordo; non c'è stata alcuna menzione su eventuali nuove cose dei Porcupine Tree (.). Quindi è stata un sorpresa per me, nel marzo 2021, durante il lockdown, ricevere un'e-mail da Steve che mi diceva che c'era un nuovo album ma, dato che aveva già suonato tutte le parti di basso, non avevo alcun ruolo nel nuovo progetto. Subito dopo, l'avvocato di Steve si è messo in contatto. Da allora non ho più avuto contatti con nessuno". Da allora non ci sono stati aggiornamenti e la questione sembra essersi chiusa troppo in sordina. Non per noi, che abbiamo deciso di incontrare Colin, al quale abbiamo chiesto sia di commentare ulteriormente questa spiacevole vicenda, sia di spiegarci i suoi progetti recenti e futuri. Intervista A&B: Ciao Colin. È strano iniziare questa intervista citando i Porcupine Tree, e mi scuso per questo, ma d'altro canto ho iniziato la recensione di un loro recente concerto con il tuo nome (www.artistsandbands.org/ver2/recensioni/recensioni-live/10722-porcupine-tree-roma), e quindi oggi operiamo in un clima di "par condicio" (risate). Dunque, molti di noi non riescono proprio a digerire la tua assenza dalla nuova incarnazione della band, come crediamo si possa notare leggendo la citata recensione del concerto di Roma. Ci sono stati sviluppi nei rapporti con Steven, Gavin e Richard di cui non siamo a conoscenza? Colin: Non servono scuse, so che c'è stato molto amore là fuori per i Porcupine Tree durante la lunga pausa e, più recentemente, ho ricevuto molti messaggi di supporto da parte dei fan che hanno lamentato il fatto che non facessi parte dell'attuale line-up. Per rispondere alla tua domanda, non faccio parte dei piani concernenti l'attuale incarnazione dei Porcupine Tree e non c'è stata alcuna "riconnessione". A&B: In precedenza hai detto ad alcuni giornalisti che l'avvocato di Steve si era messo in contatto con te. Ci sono state conseguenze legali legate a questa vicenda? Colin: Beh, ho ricevuto un'e-mail un po' vaga da Steve e dagli altri prima che passassero al rappresentante legale di Steve. Successivamente, è stato fatto un accordo che delinea il mio status di ex membro. Non c’è davvero alcuno spazio per un ulteriore sviluppo. A&B: Quindi questo significa che sarà impossibile per te unirti nuovamente alla band? Colin: Ho ricevuto un gran numero di messaggi sui social media quando divenne evidente che non facevo più parte dei Porcupine Tree e, sebbene ci fossero alcuni messaggi inspiegabili e spiacevoli, compresi alcuni chiaramente strani, la maggior parte delle persone che mi hanno contattato si è dimostrata molto riconoscente e solidale. Ha significato molto per me scoprire che c'è un gran numero di persone là fuori a cui è mancata davvero la mia presenza nei Porcupine Tree, che ha seguito quello che ho fatto e che si è interessata ai miei altri impegni musicali, quindi sarei aperto a fare qualcosa “per i fan”, come dicono. Per un musicista, è un privilegio speciale entrare in contatto con le persone, cosa che non do per scontata e non ho fatto mai. Ma ovviamente, per quanto riguarda i Porcupine Tree ho lasciato perdere tutto, per così dire, quindi la risposta breve alla tua domanda è "no". A&B: Sapevi che durante il concerto di Roma (e forse qualche altra data italiana), il gruppo ha suonato senza il bassista, con le basi registrate? Una vera beffa del destino, se non un castigo divino... "Dio esiste", mi viene da dire... Colin: Un giorno ho ricevuto una raffica di messaggi nella mia casella di posta sui social media, tutti dicevano più o meno: "Perché non vai a suonare con i Porcupine Tree adesso?" Non ne capivo il motivo finché non ho letto che Nate Navarro non era riuscito a finire il tour. Deve essere stato un problema piuttosto serio per lui dover lasciare a metà tour. Lo stress che capita in tour quando si ha un problema esterno o una malattia grave o una morte in famiglia, non è qualcosa che non mi è sconosciuto. Tra le altre cose, più di una volta sono stato in tournée mentre i miei parenti erano in ospedale, e ho perso la nascita di uno dei miei figli per due settimane perché ero negli Stati Uniti. Un'altra volta, pochi minuti prima di uno spettacolo filmato, mi è stato detto che ad uno dei miei figli era stata diagnosticata una malattia potenzialmente grave, che per fortuna si è rivelata una diagnosi errata, ma non ho idea di come ho superato lo spettacolo. Non riesco ancora a guardarlo. Quindi, anche se non so perché Nate abbia dovuto andarsene, ho una certa comprensione e ho provato una certa simpatia, perché c'è sempre molto in gioco e so che lasciare a metà tour non è stata una decisione leggera da prendere. Le basi musicali sono spesso una realtà delle performance dal vivo, ma mettere il basso su un disco rigido quando qualcuno si vende come un gruppo di musicisti dal vivo di prim'ordine, per il quale le esibizioni sono importantissime, non lo so... ma quella era la loro decisione ovviamente e, come ho detto, non so quali fossero le circostanze esatte. A&B: Conoscevi Randy McStine e Nate Navarro prima che si unissero alla formazione live dei Porcupine Tree? Colin: Non conosco affatto Nate Navarro, ma conoscevo Randy McStine: infatti alcuni anni prima avevo suonato il basso in quello che penso fosse il suo secondo album sotto il nome Lo-Fi Resistance. Avevo anche incontrato Randy di persona quando aveva visitato il Regno Unito. È un ragazzo molto simpatico e anche un ottimo musicista e cantautore. A&B: Sai perché Steven non ha richiamato anche John Wesley, che ha collaborato con i Porcupine Tree dal vivo? Colin: Quello che ho capito è che inizialmente a Wes era stato detto che avrebbe fatto parte del nuovo set up e poi Steve ha semplicemente smesso di comunicare con lui. So che a Wes piaceva far parte del gruppo in tournée dei Porcupine Tree e non ho idea del motivo per cui sia stato escluso; ovviamente non era una decisione con cui avevo niente a che fare. A&B: Cosa pensi del loro ultimo album, ammesso che tu l'abbia ascoltato? Colin: Non ho ascoltato l'ultimo album, quindi non posso commentare. A&B: Guardando indietro nel tempo, prima del grande successo dei Porcupine Tree, la stampa specializzata non sembrava pronta ad accettare e ad apprezzare una band come la vostra, che ci ha messo un po' a formarsi, fatti notare... puoi raccontarci come hai vissuto quei periodi iniziali? Colin: Per molto tempo è sembrato che i Porcupine Tree stessero facendo progressi incredibilmente lenti, il che ovviamente era frustrante. Col senno di poi non eravamo al passo con le tendenze attuali dell'epoca e invece abbiamo costruito una sorta di mondo parallelo, quasi una cosa di culto. C’è stato un breve periodo in cui i Porcupine Tree hanno suonato a festival più mainstream e hanno ottenuto una certa attenzione da parte della stampa mainstream, ma non è durato molto rispetto al lungo periodo. A&B: Quale aspetto della band e della sua musica si scontrava con sentimenti e gusti normali? O, per meglio dire, in cosa eri consapevole di essere innovativo nel panorama musicale? Colin: Penso che forse quello a cui ti riferisci siano le maggiori influenze metal che arrivarono intorno al periodo di "In Absentia". È stato un netto cambio di direzione e ovviamente c’è il rischio che al pubblico precedente non piaccia alcuna nuova direzione. Ero assolutamente contrario all'idea di incorporare un suono più pesante perché amavo e amo ancora molto il metal e la musica più pesante. Penso che forse in quel momento, sentivo che non eravamo abbastanza pesanti e saremmo stati visti come intrusi. Ricordo di aver suonato a grandi festival come Hellfest e Download e mi aspettavo pienamente che il pubblico ci odiasse, ma sono felice di dire che la reazione fu molto positiva; i fan del metal hanno una mentalità molto più aperta di quanto si creda. A&B: Quale album dei Porcupine Tree è il tuo preferito o in cui ti senti maggiormente coinvolto? Colin: Ho un debole per "Lightbulb Sun", perché ci sono alcuni momenti più sperimentali e non sono sicuro che lo stesso livello di avventurosità sia arrivato dopo, ma con la distanza del tempo, "In Absentia" mi sembra l'album più completo. Tuttavia, non passo molto tempo a guardarmi nello specchietto retrovisore e raramente ascolto quegli album. A&B: Chi pensi siano gli eredi dei Porcupine Tree? Colin: C'è stata una certa influenza su altri gruppi prog, la sento di tanto in tanto, ma non nominerò nessuno. L'idea di qualsiasi tipo di eredità in questo senso non è qualcosa su cui spendo alcuna energia mentale. Sono sempre stato concentrato sul qui e ora e preferisco seguire il mio naso, continuare a lavorare e andare avanti, invece di preoccuparmi di ciò che avrei potuto lasciare alle spalle. A&B: Moonloop, Idiot Prayer, Intermediate Jesus, Tinto Brass, Hatesong, Russia on Ice, Halo, Glass Arm Shattering, Way Out of Here, Nil Recurring, Octane Twisted... queste sono solo alcune delle magnifiche canzoni dei Porcupine Tree che hai contribuito a comporre. Suonerai questi o altri brani durante i tuoi concerti da solista o con altre band? Colin: Oh wow, sai davvero il fatto tuo! A parte qualche clinic sul basso, non suono nessun brano dei Porcupine Tree dal 2010, e non ho intenzione di rivisitare la musica da solo o con qualcun altro. A&B: E' un peccato che tu non lo voglia fare. Andiamo agli aspetti tecnici. Che attrezzatura usi attualmente in studio e dal vivo? Puoi anche descrivere il tuo set di strumenti e come procedi quando sei in studio di registrazione? Hai avuto variazioni nel tuo stile musicale o nei tuoi gusti nel tempo? E se sì, ci sono delle cause specifiche e riconoscibili? Colin: Ho una collezione di bassi abbastanza compatta ma varia, che include alcune rarità come un paio di bassi vintage Ovation Magnum e un bellissimo Rob Allen fretless, ma userò tutto ciò che ritengo appropriato per qualunque cosa su cui sto lavorando. Uso ancora molto i miei bassi Wal e recentemente ho rivisitato il mio Music Man Bongo per un sacco di materiale. Ho uno studio basato su Mac e Logic, alcuni bei microfoni e il mio contrabbasso. Dal vivo con gli O.R.k. uso parecchio i miei bassi Spector, ne ho due con una scala più lunga che si adatta alle accordature più basse con cui suoniamo più spesso, e sono bassi assolutamente affidabili con cui viaggiare, veri e propri cavalli da lavoro. Il processo di registrazione per me è spesso remoto, è qualcosa a cui mi sono abituato e posso dedicare più tempo a provare idee diverse rispetto a quando sono in uno studio con il ticchettio dell'orologio. Detto questo, però, non c’è niente come l’interazione e una scadenza per forzare un risultato, quindi mi diverto dal vivo nelle sessioni in studio. Devi avere una concentrazione incredibile in studio, a volte anche dal vivo, è già abbastanza difficile eseguire una performance completa senza errori, per non parlare di cercare di essere creativi, e questo quindi ti fa apprezzare quanto fossero bravi i classici turnisti in studio in quel momento...vecchi tempi in cui si viveva su nastro o addirittura su vinile! Nel corso degli anni, registrare molto mi ha dato una migliore comprensione di come funziona il basso in una situazione d'insieme e di come creare parti di basso appropriate per qualunque cosa su cui sto lavorando... i miei gusti probabilmente non sono poi così diversi in realtà, ma il mio il giudizio è molto migliore. Non riesco davvero a pensare a esempi specifici e, a dire il vero, sono comunque cose troppo recenti per giudicare. A&B: Come è cambiato il tuo modo di suonare nel corso degli anni? Colin: Imparo sempre e sono sempre stato aperto all'apprendimento, quindi sono sicuro di essere migliorato nel corso degli anni. Penso che il mio giudizio musicale sia migliorato molto, e sono sicuramente più fiducioso al riguardo. La creatività è qualcosa a cui passo molto tempo a pensare e credo nell'idea di avere un "angolo grezzo" in cui puoi essere totalmente libero di sperimentare senza giudizio interiore. Conservo una serie di idee e schizzi musicali totalmente liberi, anche quelli volutamente scadenti, e potrei ricavare un'idea dall'angolo grezzo che impiega molto tempo per manifestarsi in qualcos'altro, ma è un prezioso bagaglio di idee anche se alcune di esse, o anche molti di essi, sono inutili. Poiché ho visto molti altri musicisti stancarsi, cerco di continuare a ricordare a me stesso il motivo per cui mi sono appassionato alla musica. La mia passione iniziale per suonare il basso, essere un musicista e essere coinvolto nelle cose era ben oltre la mia capacità di farlo, ma ero determinato ad andare avanti e in molti casi ho imparato “sul lavoro”. In seguito, quando le certezze infondate della giovinezza sono svanite, ho sofferto realizzando che avevo molto da imparare e ho perso un po’ di fiducia, ma ho mantenuto la concentrazione. In questi giorni ho un’idea migliore dei miei punti di forza e cerco di sfruttarli il più possibile. Ma mantengo il percorso aperto verso il mio desiderio originale, che era davvero quello di essere coinvolto nelle cose e provare a fare tutto con sentimento. A&B: Parlando dei tuoi progetti paralleli, come è iniziata la tua collaborazione con Alessandro Pedretti? Colin: Alcuni anni fa, Alessandro mi ha inviato alcuni schizzi musicali intriganti tramite Soundcloud e io sono stato abbastanza coinvolto da lavorarci sopra; la collaborazione in corso è nata in modo abbastanza naturale da lì. Una volta che ci siamo incontrati, sono rimasto colpito dalla sua creatività e dal suo approccio un po' insolito e peculiare alle cose, in particolare al ritmo. Abbiamo molti interessi condivisi per quanto riguarda i suoni, l'atmosfera e così via. A&B: Hai realizzato con Alessandro tre alnum/EP: "Endless Tapes", "Brilliant Waves" e "Third Reel". Che tipo di risposta hanno avuto? Colin: "Third Reel", l'uscita più recente, è nata su invito di un'azienda tedesca, mentre le prime due uscite erano per la mia etichetta. Sono molto soddisfatto di tutto il materiale di "Endless Tapes" in senso artistico, se non commerciale, e abbiamo anche avuto delle ottime recensioni critiche. Siamo stati abbastanza fortunati da avere della musica utilizzata in un contesto mediatico, il che è una buona cosa e speriamo di fare di più in futuro. A&B: La tua collaborazione con Alessandro suggerisce che frequenti l'Italia. È così? Colin: Beh, sì, immagino che tu non sia a conoscenza del lungo legame che ho avuto con l'Italia e con i musicisti italiani. Sono un frequentatore abituale ormai da alcuni anni. Oltre ad Alessandro, che vive a Brescia, anni fa ho iniziato a lavorare con Eraldo Bernocchi e insieme abbiamo formato i Metallic Taste of Blood mentre lui viveva in Toscana; lui ora è a Londra quindi ci vediamo abbastanza regolarmente. Attraverso un collegamento con un'etichetta, i Metallic Taste of Blood hanno portato al mio progetto dual bass Twinscapes con il grande bassista italiano Lorenzo Feliciati di Roma, che in seguito si è espanso in un trio con il meraviglioso batterista Roberto Gualdi. Successivamente, Twinscapes mi ha portato a formare gli O.R.k. con il cantante Lorenzo Esposito Fornasari (aka Lef, che secondo me è un grande talento) che è stato al centro dell'attenzione negli ultimi anni. Con gli O.R.k. stiamo attualmente lavorando al nostro quinto album, il che significa che visito Bologna abbastanza spesso, giacché ci vivono sia Lef che il chitarrista Carmelo Pipitone. In generale, posso dire che Carmelo è uno dei chitarristi più singolari che abbia mai incontrato, ha una corrente sotterranea che lo porta ad essere costantemente al limite con una follia e un'imprevedibilità appena contenuta, ma combinate con alcuni stili acustici meravigliosi e sensibili. È assolutamente unico e la maggior parte delle persone che lo incontrano non lo dimenticano mai. Pat Mastelotto, ironicamente non italiano ma con un nome italiano, completa la band con la sua batteria costantemente inventiva. A&B: Altri progetti in corso? Colin: Recentemente ho pubblicato un secondo album chiamato “The Weight Of A Shadow” con un fantastico chitarrista estone, Robert Jürjendal, che è un musicista molto espressivo, riflessivo e creativo, con un approccio piuttosto minimale alle cose, che mi permette di esplorare alcuni suoni profondi. Inoltre sto ancora lavorando con Eraldo Bernocchi, incluso un lavoro di quattro pezzi strumentali molto insolito e originale che spero esca presto, e ho una collaborazione di lunga data con il chitarrista ambient americano Jon Durant. Ancora, Jon e io facciamo entrambi parte del Fractal Sextet, fondato dal compositore svizzero Stephan Thelan e abbiamo appena completato un secondo album che spero vedrà la luce anch'esso quest'anno; la musica è composta da composizioni spigolose e modali e molte persone mi hanno detto che suona come i primi Porcupine Tree, anche se io stesso non riesco a sentire questa cosa. Sto anche lavorando molto con il produttore e musicista Gaudi, come parte di un trio chiamato Gaudi Kosmisches Trio, che esplora un territorio krautrock ottimista, con molti suoni di synth analogici e trame vintage... aspettatevi di più anche da noi molto presto. A&B: Cosa pensi dell'attuale scena rock mondiale? E quella italiana? Colin: Il business della musica si è fratturato al di là di ogni comprensione, non sono sicuro che esista davvero più una scena, ma c'è ancora un sacco di nuova musica fantastica là fuori se vuoi trovarla. Ci sono alcuni grandi gruppi italiani che sono meno conosciuti, mi piacciono molto gli "Zu" e anche il rumoroso duo di basso e batteria "Zeus!". Recentemente io e Gaudi siamo stati in tour con i "Savanna Funk", roba fantastica - non proprio nella scena rock ma una grande band dal vivo con un messaggio positivo tanto necessario in questi tempi bui. A&B: Che musica ascolti attualmente a casa e dal vivo? Colin: Attualmente sto attraversando una grande rivisitazione di Captain Beefheart, che è comunque sorprendente, fatta eccezione per un paio dei suoi tentativi di commercializzazione nel periodo di mezzo che sono abbastanza trascurabili. C’è qualcosa nel suo spirito creativo sfrenato che traspare davvero ed è entrato nel profondo della mia psiche. Oltre a questo, ascolto tanto Zeuhl giapponese sotto forma di Koenji Hyakkei e un bel po' di musica Gnawa dal Marocco che non smette mai di ipnotizzarmi. A&B: poco prima di realizzare questa intervista, mi hai detto che sei un lettore di Artists and Bands...l'ultima cosa che hai letto è stata l'intervista a Percy Jones: https://www.artistsandbands.org/ver2/interviste/11065-percy-jones-brand-x Colin: Sono un grande fan di Percy Jones, il suo modo di suonare il basso è assolutamente unico e affascinante. È raro che i musicisti siano così innovativi e distintivi. A&B: ultime parole per i fan italiani... Colin: Sono un visitatore abbastanza abituale in Italia, quindi vieni a salutarmi, e per favore vieni e unisciti al mio Substack e sarai sempre in grado di trovarmi…..https://colinedwin.substack.com/, oppure segui il mio linktree: https://linktr.ee/colinedwin. ___________________________________________ - English version - Interview released by Gianluca Livi. Questions selected by Gianluca Livi, Gianluca Renoffio, Dojokun. Introduction When Porcupine Tree reunited last year, we all wondered because of Colin Edwin wasn't involved. Pressed by journalists, Steven Wilson said that "There isn't really a big story. There are lots of little things that conspired to make it the way it was. I think the first thing was that the very genesis of the project was me wandering over to Gavin's place for a cup of tea one day, and him suggesting we have a jam. And I looked around his studio and he didn't have a guitar, but he had a bass guitar. So I picked up the bass guitar. And I think that one of the very first times we got together we started jamming that groove at the beginning of 'Harridan', which opens the record. And we had a few sessions like that where I didn't even bother bringing a guitar – I was enjoying playing the bass. Like a lot of guitar players, when I pick up the bass, I tend to play it like a guitar player. So I do a lot of stuff quite high, I play melodies, I play chords, things that perhaps a 'proper bass player' might not think to do. And so the very fundamentals of the record, the very basis of the record, the DNA the record comes from, was built on me and Gavin jamming with me on bass, playing bass in my style, which is very different to Colin's style. So in that sense, it became a bit of a fait accompli, by the time we had three or four songs, it was like, 'oh, okay, I guess I'm the bass player on this record, then.' "But there were other things. None of us heard from Colin for years on end. We all went our separate ways in 2010, and I would regularly hear from Richard and Gavin: "When are we going to do something new?", "Should we get together?", "Should we have dinner?", "Should we have a cup of tea?". I didn't hear from Colin, I still haven't heard from him. So he wasn't proactively pushing to be involved in anything new". "We hadn't fallen out or anything", Colin commented while giving an interview, "and were in contact occasionally about various things, reissues mainly, or odd business things, but there had long been no indication or hint of any new band activity, writing sessions or any possibility of reactivation. My band O.R.k toured with Pineapple Thief in 2019, we all got on fine and there was no mention at all from about any possible new Porcupine Tree stuff, certainly nothing from anyone else. So it was a surprise to me in March 2021, in lockdown, to get an email from Steve telling me there's a new album and as he's already played all the bass parts there's "no role for me". Soon after that Steve's lawyer gets in touch. I have had no real contact from anyone since". Since then, there have been no updates and the matter seems to have closed too quietly. Not for us, who decided to meet Colin, who we asked both to comment further on this unpleasant story, both to explain his recent and future projects. Interview A&B: Ciao Colin. It's strange to start an interview with you by quoting Porcupine Tree, and I apologize for this, but on the other hand, I started a review of a recent their concert using your name (www.artistsandbands.org/ver2/recensioni/recensioni-live/10722-porcupine-tree-roma), and therefore, today we operate the same in a "par condicio" status (lol). Well, we can't quite digest your absence in the new incarnation of the band, as we think can be seen by reading the review of the concert in Rome. Have there been any developments in the relationships with Steven, Gavin and Richard that we are not aware of? Colin: No apology needed, I know there has been is a lot of love out there for Porcupine Tree during the long hiatus and more recently I have had a lot of supportive messages from fans who have missed me being part of the current line up of the band. To answer your question, I am not party to whatever plans the current incarnation of Porcupine Tree might have, and there has been no reconnection. A&B: Previously, you told to some reporters "Steve's lawyer gets in touch". Were there any legal consequences linked to this matter? Colin: Well, I had one somewhat vague email from Steve and the others before I was passed onto Steve’s legal representative. Subsequently, there is an agreement sketching out my status as an ex-member. There’s not really any scope for development back from there. A&B: So, this means that it will be impossible for you to join the band again? Colin: I received a large number of direct messages through my social media presence when it became clear that I wasn’t part of Porcupine Tree anymore, and although there were a few inexplicable, unpleasant messages and a few plain weird ones too, the vast majority of them were very appreciative and supportive. It has meant a great deal to me to discover that there are a large number of people out there who have really missed my presence in Porcupine Tree, who have followed what I’ve been up to and who have connected with my other musical endeavours, so I would be open to doing something “for the fans” as they say. It’s a special privilege as a musician to connect with people and I don’t take that for granted and I never have. But of course, regarding Porcupine Tree, I’ve let it all go so to speak, so the short answer is no. A&B: Did you know that during the concert in Rome (and maybe some other Italian dates), the group played without the bassist, with the backing tracks recorded? A true mockery of fate, if not a divine punishment... "God exists", I feel like saying... Colin: I had a flurry of messages in my social media inboxes one day, all saying some variation of “Why don’t you go and play with Porcupine Tree now?” I didn’t understand why until I read that Nate Navarro had been unable to finish the tour. It must have been some quite a serious issue for him have to leave mid tour. The stress of an ongoing tour commitment when you have an external problem or a serious illness or death in the family is not something I am unfamiliar with. Among other things, more than once I’ve been on tour with close family members in hospital, and I missed the birth of one of my children by two weeks due to being in the USA. Another time, minutes before a filmed performance, I was told one of my children had been diagnosed with a potentially serious illness, which thankfully, turned out to be a misdiagnosis, but I have no idea how I got through the show, I still can’t watch it. So even though I don’t know why Nate had to leave, I do have some understanding and I did feel some sympathy, because there’s always a lot at stake and I know leaving mid tour wouldn’t have been a light decision to make. Backing tracks are often a fact of live performance, but putting the bass on a hard drive when you’re selling yourselves as a group of top notch live musicians where the performances are all-important, I dunno about that, but that was their call of course and as I said, I don’t know what the exact circumstances were. A&B: Did you know Randy McStine and Nate Navarro before they joined Porcupine Tree's live lineup? Colin: I don’t know Nate Navarro at all, but I knew Randy McStine, in fact some years prior, I had played bass on what I think was his second album under the name Lo-Fi Resistance. I’d also met Randy in person when he visited the UK. He’s a very nice guy and also a very good musician and songwriter. A&B: Do you know why Steven didn't call back also longtime collaborator John Wesley? Colin: My understanding was that Wes was initially told he’d be part of the new set up and then Steve just stopped communicating with him. I know Wes loved being part of the Porcupine Tree touring ensemble and I have no idea why he was excluded, obviously it wasn’t a decision I had anything to do with. A&B: What do you think about their latest album? Colin: I haven’t listened to the last album, so I can’t comment. A&B: Looking back in time, before the great success of Porcupine Tree, the specialized press didn't seem ready to accept and appreciate a band like you, who took a while to get noticed... can you tell us how you experienced those beginning periods? Colin: For a very long time it felt like Porcupine Tree were making incredibly slow progress, which was of course frustrating. In retrospect we were quite out of step with the current trends at the time and instead built up a sort of parallel world, almost a cult thing. There was a brief period where Porcupine Tree played more mainstream festivals and got some attention in the mainstream press, but it didn’t last long compared to the long haul. A&B: What aspect of the band and its music clashed with normal feelings and taste? Or saying better, in what did you were conscious being innovative in the music scene? Colin: I think maybe what you’re referring is the more metal influences that came in around the In Absentia period. It was a definite change of direction and of course there is a risk that the previous audience won’t like any new direction. I was completely down with incorporating a heavier sound because I loved and still love a lot of metal and heavier music. I think perhaps at the time though, I felt we weren’t really heavy enough and we’d be seen as interlopers. I remember playing big festivals like Hellfest and Download and fully expecting the crowds to hate us, but I am glad to say the reaction was way more positive, metal fans are far more open minded than they are given credit for. A&B: Which album from the Porcupine Tree is your favourite or which you felt most involved with? Colin: I have a soft spot for Lightbulb Sun, because there’s a few more experimental moments and I’m not sure the same level of adventurousness came after that, but with the distance of time, In Absentia feels like the most complete album to me. I don’t spend much time looking in the rearview mirror though and I rarely listen back to those albums. A&B: Who do you think are the heirs of Porcupine Tree? Colin: There’s been a certain influence on other prog bands, I do hear it from time to time, but I’m not going to name anyone. The idea of any sort of legacy in that sense is not something I spend any thought energy on. I’ve always been focussed on the here and now and I prefer to follow my nose, keep on working and move on, instead of worrying about what I might have left behind. A&B: Moonloop, Idiot Prayer, Intermediate Jesus, Tinto Brass, Hatesong, Russia on Ice, Halo, Glass Arm Shattering, Way Out of Here, Nil Recurring, Octane Twisted... these are just some of the magnificent Porcupine Tree songs that you helped compose. Will you play these or other tracks during your solo concerts or with other bands? Colin: Oh wow, you really know your stuff! Bar a few bass clinics, I haven’t played any Porcupine Tree music since 2010, and I don’t have any plans to revisit the music on my own or with anyone else. A&B: It's a shame that you don't want to play these wonderful songs. Let's go to the technical aspects. What equipment do you currently use in the studio and live? Can you also describe your toolset and how you proceed when you're in the recording studio? Did you have variations in your musical style or in your taste over time? And if so, there are some specific and recognizable causes? Colin: I have a fairly compact but varied bass collection, including some rarities like a couple of vintage Ovation Magnum basses, and a very nice Rob Allen fretless, but I’ll use whatever I think appropriate for whatever I am working on. I still use my Wal basses a lot and I’ve recently revisited my Music Man Bongo for a bunch of material. I have a Mac and Logic based studio set up, a few nice mics and my double bass. Live with O.R.k. I do use my Spector basses quite a bit, I have two with a longer scale length which suits the lower tunings we most often play in, and they are totally reliable basses to travel with, proper workhorses. The recording process for me is most often a remote one, it's something I've got used to and I can spend more time trying different ideas than I can when in a studio with a ticking clock. That said though, there is nothing like interaction and a deadline to force a result so I do enjoy live in studio sessions. You have to have incredible focus in the studio, sometimes in a live setting, it’s hard enough doing a complete performance with no mistakes, let along trying to be creative, so it makes you appreciate just how good the classic studio session musicians were in the old days of live to tape, or even live to vinyl! Over the years, recording a lot has given me a better understanding of how the bass functions in an ensemble situation, and how to create appropriate bass parts for whatever I am working on, my taste probably isn’t all that different really, but my judgement is much better. I can’t really think of specific examples and to be honest I am too close to judge anyway. A&B: How has your playing changed over the years? Colin: I am always learning and I’ve always been open to learning, so I am sure I must have improved over the years. I think my musical judgement has got a lot better, and I am certainly more confident about it. Creativity is something I spend a lot of time thinking about and I do believe in the idea of having a “rough corner” where you can be totally free to experiment without inner judgement. I keep a set of totally free ideas and musical sketches, even purposely bad ones, and I might get an idea from the rough corner that takes a long time to manifest in something else, but it’s a valuable store of ideas even if some of them, or even a lot of them, are useless. Because I have seen a lot of other musicians become very jaded, I try to keep reminding myself why I got involved in music in the first place. My initial passion for playing the bass, being a musician and getting involved in things was far beyond my ability to actually do it but I was determined to keep going and I learnt “on the job” in a lot of cases. Later on, after the ungrounded certainties of youth faded, I suffered from the realisation that I had much to learn and lost a bit of confidence, but I kept my focus. These days I have a better idea of my strengths and try to work to them as much as I can. But I keep the pipeline open to my original desire, which was really to get involved in things and just try and do it all with feeling. A&B: Talking about your side projects, how did your collaboration with Alessandro Pedretti starts? Colin: Some years ago, Alessandro sent me some intriguing musical sketches though Soundcloud and I was moved enough to work on them, the ongoing collaboration came about quite naturally from there. Once we actually met I was impressed by his creativity and his slightly unusual, idiosyncratic approach to things, especially rhythm. We have a lot of shared interests in sonics and atmospheric and so forth. A&B: You realized with Alessandro three alnums/EPs: Endless Tapes, Brilliant Waves e Third Reel. What kind of response they had? Colin: Third Reel, the most recent release, came about by invitation from a company in Germany, whilst the first two releases were on my own label. I am very pleased with all the Endless Tapes material in an artistic sense, if not a commercial one, and we have also had some very good critical reactions. We have been lucky enough to have had some music used in a media setting which is a good thing and we hope to do more of that in the future. A&B: Your collaboration with Alessandro suggests that you frequent Italy. Is that so? Colin: Well, yes, I am guessing you might be unaware of the long connection I’ve had with Italy and Italian musicians. I’ve been a frequent visitor for some years now. As well as Alessandro, who is based in Brescia, years ago I started working with Eraldo Bernocchi and together we formed Metallic Taste of Blood while he was based in Tuscany, he’s now in London so we see each other quite regularly. Through a label connection, Metallic Taste of Blood led to my dual bass project Twinscapes with the great Italian bassist Lorenzo Feliciati from Rome, which later expanded into a trio with the marvellous drummer Roberto Gualdi. Following that, Twinscapes eventually led to me form O.R.k. with vocalist Lorenzo Esposito Fornasari (aka Lef, who is a major talent in my opinion) which has been a big focus for the last few years. O.R.k. are currently working on our fifth album which means I visit Bologna quite often where both Lef and guitarist Carmelo Pipitone live. In a very long line, Carmelo is one of the most unique guitarists I’ve ever met, he has an undercurrent of being constantly on the edge with an only just restrained madness and unpredictability, but combined with some beautiful sensitive acoustic stylings. He’s a total one-off and most people who meet him never forget him. Pat Mastelotto, ironically not an Italian but with an Italian name, completes the band with his constantly inventive drumming. A&B: Any others current projects? Colin: I recently released a second album called “The Weight Of A Shadow” with a fantastic guitarist from Estonia, Robert Jürjendal, who is a very expressive, thoughtful and inventive player, with quite a minimal take on things, which allows me to explore some deep sonics. I am also still working with Eraldo Bernocchi, including a very unusual and original instrumental four piece which I hope will come out soon, and I have long running, ongoing collaboration with US ambient guitarist Jon Durant. In addition, Jon and I are both part of Fractal Sextet, initiated by Swiss composer Stephan Thelan and we’ve just completed a second album which I hope will also see the light this year, the music is long form angular, modal compositions, and a lot of people have told me it sounds like early Porcupine Tree, although I can’t hear that myself. I’m also working a lot with producer and musician Gaudi, as part of a trio called Gaudi Kosmisches Trio, which explores an upbeat Krautrock territory, with a lot of analog synth sounds and vintage textures, expect more from us soon as well. A&B: What do you think about the current world rock scene? And the Italian one? Colin: The music business has fractured beyond all recognition, I am not sure there really is a scene anymore, but there is still plenty of great new music out there if you want to find it. There are some great Italian bands who are lesser known, I really like Zu and also the noisy bass and drum duo Zeus! Recently Gaudi and I toured with Savanna Funk, great stuff - not really in the rock scene but a great live band with a much needed positive message in these dark times. A&B: What music do you currently listen to at home and live? Colin: I am currently going through a big Captain Beefheart revisit, which is still amazing, except for a couple of his mid period attempts at commerciality which are quite forgettable. There’s something about his unrestrained creative spirit that really shines through and has got deep into my psyche. Other than that, lots of Japanese Zeuhl in the shape of Koenji Hyakkei and a fair bit of Gnawa music from Morocco which never fails to hypnotise me. A&B: shortly before carrying out this interview, you told me that you are a reader of Artists and Bands...the last thing you read was the interview to Percy Jones: https://www.artistsandbands.org/ver2/interviste/11065-percy-jones-brand-x Colin: I am a big fan of Percy Jones, his bass playing is totally unique and fascinating. It’s a rare thing for musicians to be so innovative and distinctive. A&B: last words for the Italian fans... Colin: I am a fairly regular visitor to Italy so do come and say Hi, and please come and join my Substack and you’ll always be able to find me…..https://colinedwin.substack.com/, or follow my linktree: https://linktr.ee/colinedwin. |
Colin Edwin
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