L'ultima serata del 70° Festival di Sanremo si è aperta con l'Inno di Mameli, eseguito dalla Banda dell'Arma dei Carabinieri, uno fra i più noti ensemble bandistici, largamente apprezzato anche fuori da contesti squisitamente militari, al punto che alcuni giornalisti hanno coniato le definizioni "orchestra di fiati" e "Banda sinfonica che suona come un'orchestra" (si noti che la differenza tra orchestra e banda è l'assenza degli strumenti a corda nella seconda).
Orbene, ha avuto per il sottoscritto grande significato riabilitativo nei confronti degli organizzatori la partecipazione dell'Arma dei Carabinieri ad una rassegna che ospita, tra i suoi concorrenti, anche chi in passato ha "cantato" versi oltraggiosi come "fanculo lo Stato, fanculo l'Italia, fanculo ogni membro della Polizia" (Junior Cally) o ha commentato in maniera denigratoria l'operato di Carabinieri impegnati in ordine pubblico ai concerti (Achille Lauro: "...al Festival di Vulci, vicino Montalto di Castro, è successo qualcosa di veramente raccapricciante, imbarazzante e disgustoso, al limite dell'umanità. E non parlo della tremenda alluvione, che purtroppo ha impedito l'esibizione a tutti gli artisti, parlo dei carabinieri che sostavano fuori dal festival. Ho assistito personalmente a perquisizioni, fatte alle quattro del pomeriggio, a dei bambini che avevano semplicemente delle cartine in tasca. Perquisizioni fatte da quarantenni e cinquantenni, carabinieri frustrati e falliti, che se la prendono con dei bambini che vanno a vedere tranquillamente un concerto, terrorizzandoli e calpestando la cultura, l'arte e l'espressione artistica. Tutto ciò per due canne di merda").
La presenza al Festival sanremese di una delle Istituzioni più rappresentative d'Italia, peraltro intenta ad eseguire il brano musicale a sua volta più rappresentativo dell'intero patrimonio musicale peninsulare è, per chi scrive, la migliore risposta che si possa fornire a chi è stato capace di oltraggiare il concetto di Patria con una manciata di quelli che si ha la pretesa di chiamare "versi" o con un monologo offensivo e delirante nel corso del quale si è fatta fatica a collocare in fila un soggetto, un predicato verbale e un complemento oggetto.
E' anche importante che questa risposta indossasse un'uniforme, anzi, 102 uniformi, tante quanti sono gli orchestrali che compongono la Banda: una bella espressione di orgoglioso senso di appartenenza, sbattuta in faccia a chi, invece, un'appartenenza, non importa quale, stenta evidentemente a trovarla, avendo celato il proprio volto dietro una maschera o faticando a proporre un'autonoma direzione artistica, pensando bene di saccheggiarla, la maschera, appartenuta in passato a blasonati artisti del passato.
Gianluca Livi