Quella di Randy Rhoads è una storia breve, ma tutti lo ricordano oggi come uno dei migliori chitarristi della storia dell’Heavy Metal. Dai Quiet Riot alla Corte di Ozzy Osbourne, una velocissima ascesa fermata da un assurdo incidente, proprio mentre la sua carriera ed il suo nome iniziavano a diventare fonte d’ispirazione per molti altri chitarristi. Con i Quiet Riot il segno lo ha lasciato poco ma è in “Blizzard Of Ozz” e in “Diary Of A Madman”, primi due lavori di Ozzy, che ha sicuramente lasciato tutti a bocca aperta, per aver creato un chitarrismo all’apparenza semplice, ma creativo e fantasioso sia nei riffs che nei solos. Rudy Sarzo e Frankie Banali non lo hanno mai scordato, come potrebbero, ed hanno organizzato un tributo al biondo chitarrista, riunendo una ventina di musicisti e reinterpretando 11 brani del periodo che Randy ha suonato con i Quiet Riot e con Ozzy. In ogni brano c’è un piccolo supergruppo ed ogni musicista cerca di non trasfigurare troppo lo stile di Rhoads, specialmente per quel che riguarda i chitarristi. Tom Morello e Serj Tankian sono i nomi che non ti aspetti, eppure hanno fatto un buon lavoro in “Crazy Train”, Brad Gillis svolge un eccelso lavoro chitarristico in “Suicide Solution” e lo fa anche George Lynch in “I Don’t Know”. Rudy Sarzo appare in tutti i brani e Tim “Ripper” Owens presta la sua voce in ben otto brani. Ottimo lavoro lo fanno anche altri chitarristi come Bruce Kulick, Gus G. e Dweezil Zappa. Ottima anche la versione di “Flying High Again” con Bernie Torme alla chitarra. C’è anche una breve parentesi Quiet Riot, dove Randy militò prima di diventare chitarrista di Ozzy e “Killer Girl”e “Back To The Coast” ne sono la testimonianza. La migliore interpretazione è sicuramente “Mr. Crowley”, con basso e batteria affidati rispettivamente a Rudy Sarzo e a Vinny Appice, le tastiere al fratello di Randy, Kelle Rhoads, la voce a Chuck Billy dei Testament che travolge con la sua potente voce e la chitarra a Alexi Laiho dei Children Of Bodom, che esegue uno degli assoli più belli di Randy, alla perfezione e con grande rispetto, senza cambiare nulla della versione originale. Un doveroso tributo ad un chitarrista che purtroppo ha terminato la sua ascesa verso l’Olimpo dei Grandi troppo presto, lasciandoci ugualmente momenti forse ineguagliabili. 77/100 |
Serj Tankian: Voce nel brano 1 Anno: 2015 |